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Proviamo a cambiare prospettiva- di Domenico Francesco Donato

E’ di recente diffusione la notizia che il Governo dell’Indonesia abbia deciso di avviare la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 partendo da donne e uomini ricompresi nella fascia di età tra i 19 ed i 59 anni.

Se si trattasse di una notizia rispondente al vero e le motivazioni alla base di questa scelta politica fossero quelle riferite dal Prof. Amin Soebandrio – Consulente sanitario del Governo Indonesiano -, ovverossia, l’obiettivo di iniziare col preservare le fasce più giovani della popolazione, vi sarebbe da aprire una riflessione profonda e drammatica su una delle realtà più trascurate in Italia, come in buona parte dell’Occidente, divenuta lampante da quando abbiamo fatto conoscenza con il Covid-19: il mutamento di prospettiva antropologica di un Paese che ha smesso di guardare avanti e, ripiegato nostalgicamente, cronicamente, sul proprio passato, ritiene che esista solo “prima” e non più “dopo”.

Bene inteso, la riflessione che urge non è l’auspicio per l’intrapresa di una politica eugenetica che veda soccombere i più “deboli” (gli anziani?) a salvaguardia del “progresso economico”. Neppure, come spesso scioccamente si discute, questa riflessione dovrebbe servire a stabilire una gerarchia di valori tra salute ed economia così da certificare una primazia dell’una o dell’altra al fine di giustificare lock down più o meno generalizzati.

No. La riflessione in questione avrebbe costrutto solamente se ci aiutasse a renderci conto di come nel nostro Paese volenti o nolenti, consapevolmente o meno, si sia deciso, ontologicamente, di rinunciare al futuro e si preferisca ossessivamente il passato. Non che il processo sia iniziato con il Covid-19 – è ben più risalente – ma, come dire questa pandemia lo ha asseverato, per utilizzare un termine in lingua burocratese.

Gli esempi sono lampanti e molteplici.

E via discorrendo. Si potrebbe continuare per pagine e pagine. Il tutto, però, è tristemente riassumibile in una tipica “frase fatta”: vivere come se non ci fosse un domani! Non lamentiamoci del nichilismo delle giovani generazioni se i primi a negarne il futuro sono quelli che dovrebbero prepararne la strada.

Domenico Francesco Donato

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