“John Maynard Keynes, nell’anno 1933, osservava: se il sistema liberale non avrà la capacità di risolvere i problemi della disoccupazione, dell’instabilità valutaria e dell’inflazione, l’attrazione dei sistemi sovietico, fascista, nazista diverrà irresistibile” (citazione di Sabino Cassese su Lettura del 31 Gennaio 2021).

Libertà e Sicurezza la cui relazione dialettica è parte inalienabile della condizione umana (Zigmunt Bauman, citato sul Corriere della Sera, 8 Febbraio 2021 da Goffredo Buccini); “quando il livello di guardia della paura viene superato, fino a farci sentire minata la nostra sicurezza e quella delle persone che amiamo, siamo disposti a cedere quote via via significative di Libertà”. Ciò che potrebbe “accadere ai nostri posti di lavoro, alle scuole dei nostri figli e nipoti, ai nostri risparmi ed all’efficienza degli apparati dello Stato, nell’anno 2021 può indurre ben più che una reazione di paura nella nostra comunità.”; potrebbe far risuccedere una spasmodica richiesta di sicurezza ancorché a fronte di una proporzionale riduzione di Libertà.

Per bilanciare Sicurezza e Libertà, come pure Sicurezza e Democrazia i rimedi sono nella Costituzione; mentre i rimedi per bilanciare Globalizzazione e Sicurezza sono inscritti nella “Costituzione Globale”; dunque, ci sono; basta saperli e volerli adoperare (ancora Sabino Cassese, idem).

Non guardiamo da altre parti: ancora oggi, questa è la posta in gioco, con altri nomi ed altri protagonisti e sarebbe giusto che il nuovo Governo ne tenesse conto nella sua azione. Donde l’opportunità di aprire questa riflessione con un profondo ringraziamento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il fatto di essere il Presidente che è.

E’ interessante concordare con Concita De Gregorio quando afferma che è la semantica la manifestazione della distanza simbolica tra il linguaggio del Presidente della Repubblica e del Presidente incaricato e quello di chi ci ha governato in precedenza; la prolissità delle dichiarazioni del Leader della Lega ed il pensiero ondivago del Movimento 5 Stelle hanno accentuato la diversità con la tecnica del silenzio adottata da Draghi.

“L’Italia di oggi (secondo Federico Fubini, Corriere della Sera 3 Febbraio 2021), è un vaso di coccio, inserita in un altro vaso di coccio che è l’Europa, in mano a politici di coccio, nel senso che non capiscono, si affidano a poche fasulle certezze ((c’è ancora tempo per presentare il PNRR mentre guai ad arrivare nel gruppo di coda (bisogna consegnare tuuto a Bruxelles entro il giorno 15 Aprile), pena la perdita della rata del 13% di Giugno 2021, il  Next Generation EU è in se sufficiente e non è vero)) mentre il resto del Paese vive una transizione drammatica”; che questo ceto politico viva un deciso ridimensionamento, secondo alcuni commentatori un commissariamento per l’incapacità di esprimere una maggioranza parlamentare, senza eccezione alcuna, tale da fargli parlare di crisi di sistema, è logico e conseguente; i margini di manovra della Politica saranno ancor più ridotti di quanto i Leader politici si ostinino a tentare di far credere.

Per Ernesto Galli della Loggia, (Il sapere che serve in Politica, Il Corriere della sera, 5 Febbraio 2021), “Quanto sta accadendo in questi giorni (qualcosa che somiglia ad una tregua, una sospensione delle ostilità) mostra ancora una volta la pochezza, la mancanza di coraggio e di visione, l’indecisione, l’inconsistenza politica dell’universo partitico italiano”; se la Politica volesse fare un salto di Qualità, questo sarebbe il momento di mettere davvero al centro il Bene Comune: investimenti sì, soldi dati a pioggia no.

L’intero ceto politico, preso atto del proprio fallimento politico, come ribadito ancora da Sergio Fabbrini sul Sole 24 Ore di Domenica 7 Febbraio 2021, è in preda ad una grave forma di depressione e confusione che non consente la elaborazione originale di iniziative; cambia parere diverse volte in ragione di settimana, naviga in balia di avvenimenti dei quale l’opinione pubblica raziocinante avverte gli esiti meglio, prima e di più dei mestieranti mestatori; mentre la incipiente crisi di sistema, salvo ormai improbabili incidenti, naviga verso la soluzione; dispiace, quindi, constatare che, sul serio o per apparenza, “nel sostanziale commissariamento dei partiti che il Quirinale ha messo in atto incaricando Mario Draghi”, non tutti i partiti reagiscano nello stesso modo (Michele Serra, l’Amaca, la Repubblica 5 Febbraio 2021). Sull’Italia erano puntati, “con comprensibile preoccupazione, gli occhi dell’Europa: ciò che era ben presente al Capo dello Stato”.

“L’Italia ha, invece, bisogno di stabilità, di Riforme radicali, di relazione diretta tra elettori ed eletti” “La solitudine delle persone isolate a casa propria richiederebbe che ci fosse più Politica e non meno, più proposta che polemica, più decisione che annuncio”.(Walter Veltroni, La somma delle solitudini di un’epoca travagliata, Corriere della Sera, 2 Febbraio 2021).

Ecco che le antenne più recettive cominciano a registrare inversioni di tendenza: adesso sono le comunità che cercano élite capaci di tirarle fuori dai problemi che le affliggono: le richieste, vestite in genere di novità, sono invece sempre le stesse: c’è una élite nazionale capace di guidare il Paese verso la ripresa? serve il sapere, serve la capacità di farsi percepire come idonei ad interpretare l’interesse generale, serve saper farsi vivere come pronti a mettere le proprie skills. al servizio della collettività, serve essere capaci e volersi sporcare la mani; serve la voglia di partecipare a quei duri combattimento e lotta che sono la sostanza della Politica in Democrazia.

Premesso che i Politologhi ritengono che i Governi tecnici non esistono e i Governi siano tutti Politici, i  Governi si classificano sulla base di tre criteri: come si formano, qual è la loro composizione, che mandato hanno; il Governo Draghi si è formato su iniziativa del Presidente della Repubblica, è formato da una pattuglia di 15 esponenti della Politici e da 8 esponenti delle competenze ed esperienze migliori nei rispettivi ambiti, con gli incarichi strategici; la priorità assoluta dovrà essere il definire in modo rispondente a Raccomandazioni e Linee Guida il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza., velocizzando contestualmente una riduzione della Pandemia sul territorio italiano ed impegnandosi a mitigare il disagio sociale

L’Italia, seguendo la strada tracciata ancora il 2 Febbraio dell’anno 2021 dallo stesso Capo dello Stato, Sergio Mattarella, con la dolente solennità dei momenti di svolta, sta affrontando tre grandi emergenze: la Pandemia, la crisi economico finanziaria e lo stallo del Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa, il disorientamento preoccupato e disagio di vasti strati della Società; a queste emergenze, dalla metà di Gennaio, si è aggiunta, la Crisi di Governo fino al tredici Febbraio 2021, avviluppata in un incosciente groviglio di veti incrociati, posizioni incomprensibili alla collettività dei cittadini ed alcune delle quali inconfessabili. Lo sbocco seguito alla rinuncia all’incarico esplorativo da parte del Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico è consistito nell’incarico di formare un “Governo di alto profilo e senza formula politica” che il Presidente Mattarella ha conferito a Mario Draghi, determinando “la rivincita della Costituzione scritta su quella deformata dalla prassi” (Michele Ainis, La rivincita della Costituzione, La Repubblica, 12 Febbraio 2021).

A chi scrive piace pensare che Mattarella abbia dato a Mario Draghi l’incarico di formare il nuovo Governo pensando all’Einaudi del Piano Marshall.

Questa importante iniziativa proietta sul nuovo Presidente del Consiglio una constatazione: solo un Piano Nazionale di Resilienza e Ripartenza realizzato in conformità delle più recenti Indicazioni, Raccomandazioni e Linee Guida della Commissione Europea (che entri nei dettagli operativi delle  Misure con relativo crono programma ed indicazioni sulla Governance, che impedisca la possibilità di usi superflui, clientelari, assistenziali magari a vantaggio di chi non ne abbia diritto e bisogno, che tenda ad attenuare le divergenze territoriali, che consenta cospicui incrementi di Prodotto Interno Lordo autoliquidanti, tali da prefigurare i possibili logici rimborsi del debito assunto dal Paese verso l’Europa, che rassicuri i nostri partners europei), realizzato da un Governo dotato di guida autorevole e maggioranza forte, potrà contribuire ad impattare positivamente sulle tre citate emergenze e consentire alla collettività di traguardare con fiducia e speranza il Futuro prossimo.

I primi segnali positivi dell’effetto Draghi: lo Spread tra BTp ed il Bund  è sceso a 91 punti base, per la prima volta dall’anno 2015 ed è prevedibile che scenda ancora dopo la presentazione del nuovo Governo; il listino di Piazza Affari è cresciuto ai massimi da dodici mesi.

Il superamento dei divari è già da anni al centro della destinazione dei Fondi di provenienza UE sul versante dei contenuti.

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen rivolgendosi al Comitato delle regioni europee, ha ribadito che lo scopo principale del Next Generation EU è la riduzione dei divari economici, occupazionali, sociali tra Nord e Sud d’Europa; l’Italia deve imparare ad essere consapevole che la sua struttura produttiva ed il suo dualismo territoriale frenano la crescita e tali freni vanno risolti; parimenti, il Comitato delle Regioni Europee, su iniziativa dell’Assessore siciliano all’Economia, Gaetano Armao, ha indicato come priorità la soluzione del costo\problema dell’insularità e tra le principali ipotesi di soluzione la realizzazione del Ponte sul Mediterraneo, come approvato dalla Commissione Europea dell’Assemblea Regionale Siciliana; gli Uffici Studi di Camera e Senato, criticando aspramente la bozza del Governo, quanto alle infrastrutture ricordano che “con la Risoluzione sulla Nadef si impegna il Governo a rafforzare gli interventi a sostegno della ripresa del Sud e delle aree interne con la realizzazione di infrastrutture materiali”, nonché “la realizzazione di corridoi di mobilità intermodale per le merci e le persone ad alta velocità ferroviaria sull’asse Nord Sud, Est Ovest ed Isole, assicurando il completamento delle reti trans europee di trasporto (Ten- T); compresa un’infrastruttura stabile e veloce capace di estendere l’Alta Velocità a Palermo ed ad Augusta.

Per ribadire con i fatti il grande interesse della Commissione alla realizzazione del Ponte sul Mediterraneo, nelle nuove Linee Guida per il PNRR, per confutare la posizione del precedente Governo, secondo la quale il Ponte non si poteva inserire nel novero dei Progetti perché si sarebbero potuti inserire solo Progetti pronti entro l’anno 2023, è stato prorogato il detto termine all’anno 2025.

Negli anni 2002 e2009 si sono celebrate due cerimonie di “Posa della prima pietra” dell’Opera Ponte sullo Stretto, progettata, finanziata, tecnologicamente periodicamente aggiornata, sismaticamente sostenibile, aggiornata anche sotto il profilo delle analisi Costi\Benefici; auspicabile che adesso si decida davvero di Facere questo e quanto altro serva a realizzare il Corridoio Europeo Augusta Berlino.

Chi scrive si augura che la mancanza nel nuovo Governo di Ministri siciliani non sia linguaggio\messaggio e non diminuisca la capacità italiana di contribuire a questa importante realizzazione ed agli altri importanti investimenti da realizzare nel Mezzogiorno, con l’obiettivo di restringere la forbice della diseguaglianza territoriale.

Che gli squilibri territoriali ancora esistenti frenino la Crescita dell’intero Paese è dimostrabile tramite la analisi dei numeri che seguono.

Ventuno milioni di abitanti, sei milioni di occupati, sommando compreso, molto meno di un abitante su tre, a fronte dei dati del Veneto che registra un occupato ogni due abitanti; serve in termini di risoluzione dei divari, arrivare ad occupare altri tre milioni di abitanti del Mezzogiorno dei quali circa 900.000 in Sicilia (Dati Svimez).

Nel favorevole quadriennio di espansione 2015\2018 il Valore aggiunto totale tedesco è cresciuto del 7,7% mentre quello italiano soltanto del 4,9%, un valore negativo del ben 2,8% in quattro anni; a cosa dovere questo risultato negativo? Una attenta analisi del dato consente di capire che la principale causa del nostro valore di crescita inferiore rispetto a quello della Germania  risiede nei divari territoriali; difatti il Nord è cresciuto del 6,3%, il Centro è cresciuto solo del 3,6%, il Mezzogiorno di un misero 2,7%, 5 punti percentuali in meno della Germania; il che vuol dire che questi divari territoriali devono essere aggrediti tramite Visione e Progetti della prossima edizione, urgente del PNRR, ove Visione significhi individuare un Progetto, assistito da un preciso crono programma di attuazione e Progetto non può che essere quello di incrementare la crescita quanto più omogenea possibile ancorché combinata con coesione sociale, in tutte la aree del Paese, di efficientarsi tramite cantieri, grandi Opere ed Infrastrutture ed innovazione e miglioramento dell’Ambiente con l’obiettivo di utilizzare questa strada per contribuire in modo determinante al rientro del deficit\debito. L’esame dei dati del Valore aggiunto, però, evidenzia anche che mentre nel Nord il settore privato è cresciuto con numeri superiori alla Germania, nel settore pubblico il contributo alla crescita è stato negativo.

Le critiche che la pubblica opinione riferisce alla versione di Piano fino ad ora resa nota consistono nella mancanza di dettagli relativi ai Progetti, nella mancanza degli strumenti, del cronoprogramma, dei costi e degli impatti sul PIL e sull’occupazione, sulla mancanza di una Visione strategica di Politica Industriale; inoltre mancano indicazioni su una strategia relative alle Riforme prioritarie in tema di  Giustizia (indispensabile spezzare il circuito del conflitto Politica\Magistratura, riformare il CSM, riaffrontare il tema prescrizione), Pubblica Amministrazione (Professor Aldo Sandulli: Per usare a pieno i Fondi del Next Generation EU servono regole derogatorie rispetto alle attuali; l’attualizzazione del Codice degli Appalti Pubblici, applicando il Codice UE, il modello Genova?; soppressione dei controlli preventivi e d’eccessi di responsabilità a carico dei decisori, a), Fisco (Rimodulazione degli scaglioni in direzione più progressiva,  Per rispettare i propri impegni con il fisco ogni impresa impiega 238 ore ogni anno) ed Occupazione (con focus su Giovani, Donne, Mezzogiorno, nuovi strumenti ad hoc).

Appunti di lavoro per il nuovo Governo, quando, speriamo prestissimo, metterà mano al Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.

Massimo Maniscalco

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