Questo articolo prende spunto da una vicenda locale, a San Giorgio Monferrato, ma riteniamo che evidenzi un problema reale del nostro Paese, purtroppo sottovalutato.

Anche se ormai lontano nel tempo, il personaggio cinematografico di Brancaleone interpretato stupendamente da Vittorio Gassman ci ha lasciato alcune gag e battute indimenticabili. Una di queste metteva in guardia “dallo nero periglio che vien dallo mare”: si trattava dei saraceni che cercavano di invadere la Penisola e di imporvi cultura e religione.

Il periodo storico, cui fa riferimento il film, era quello delle crociate e del contrasto all‘espansionismo islamico; quello della paura dei mori, ecc. Corsi e ricorsi; anche oggi c’è chi teme. Ma, ironia della sorte, il periglio di questi giorni più che nero sembra essersi tinto di giallo e ha preso il nome di Coronavirus. Precauzioni, preoccupazioni, quarantene, ricerca di mascherine, speranza di individuare vaccini. Tutti all’erta.

C’è però, e non solo da oggi, un “nero periglio” più infido, di cui nessuno si preoccupa molto; addirittura c’è disattenzione, disinteresse, un voler ridimensionare. Perché “non sono più quei tempi” e “oggi è tutto diverso”. Mi riferisco ai gruppi e ai partiti che fanno chiaramente riferimento a idee, e figure del passato dittatoriale e del ventennio nero del secolo scorso, e senza nessuna difficoltà possono tornare alla ribalta e svolgere azione di propaganda, proselitismo, e apologia (peraltro vietate dalla Carta Costituzionale e dalle leggi repubblicane).

Sappiamo però che non basta appellarsi alle leggi, ciò che conta è la coscienza, lo spirito, la volontà, la democraticità di ogni cittadino; solo questo può fare da scudo e impedire il ritorno del “nero periglio”. Che oggi si ripresenta, in alcuni casi smaccatamente e sfacciatamente (la testata sul naso a un intervistatore e il bastone con cui si rincorre un operatore sono prove schiaccianti) grazie allo sdoganamento avvenuto 25 anni fa e al laisser faire con cui alcuni partiti prendono sottogamba la questione: “tanto non sono più quei tempi”. Ed è facile arrivare a prese di posizione, come afferma lo storiografo Sergio Favretto, a “distinguo, capziosi e tesi a omologare tutto in una storia indistinta, accomunando coraggio e violenza, ideali e repressione”. E Favretto è tornato, proprio in questi giorni a rimettere in fila le vicende delle nefandezze nazifasciste nel Monferrato e il lungo (troppo lungo) elenco dei martiri della resistenza di questo territorio e delle medaglie d’oro, per dimostrare come la popolazione tutta abbia sofferto e non intende dimenticare quella che “fu innanzitutto una coraggiosa e pluralista lotta di Liberazione e di Resistenza al neofascismo della RSI e dall’occupazione tedesca”.

Poi i tempi arrivano. Rapidi. Imprevisti. Solo pochi giorni fa il Sindaco di Casale Monferrato, nella ricorrenza del sacrificio della Banda Tom, aveva lanciato la richiesta di pacificazione (riguardo alla lettura del periodo resistenziale) senza però nominare l’antifascismo, la resistenza, la lotta di liberazione non solo dall’occupante tedesco ma anche dall’oppressore dittatoriale. Fingiamo di essere distratti, è giovane, non si faccia sempre i fondamentalisti e i portatori di radicalismo. OK. Morti dall’una e dall’altra parte; nefandezze di qui e di là, è la guerra. Ma la pietas non va confusa con l’oblio: la memoria resta e i motivi dello schierarsi rimangono. Se non ci fosse stata la Repubblica di Salò e i nazisti non avessero occupato il Paese, non sarebbe probabilmente servito ribellarsi!

Neanche quindici giorni e, in vista del ricordo della tragedia delle Foibe, che la città ricorda ufficialmente, ecco che Forza Nuova vuole, coi propri simboli (quelli che la Resistenza ha combattuto), tenere in città la propria manifestazione per ricordare quei martiri, strumentalizzando. Fra questi, rispunta un Consigliere di maggioranza di San Giorgio Monferrato che ufficializzerà la sua adesione proprio in occasione della manifestazione del partito di estrema destra. Eletto senza insegne particolari, esce allo scoperto con la “destra estrema”.

Il gruppo politico “Tradizione e futuro” già presente alle elezioni di San Giorgio Monferrato ha espresso la propria preoccupazione e disappunto chiedendo al Sindaco del Paese, nel rispetto anche del “partigiano Aldo Sanlorenzo (ucciso dalle Brigate Nere nel 1944)”, “di affermare pubblicamente la sua incondizionata adesione alla Costituzione e ci aspettiamo che sia conseguente nei fatti dissociandosi dagli ideali proposti da Forza Nuova e congiuntamente con la propria maggioranza di prendere le distanza dal consigliere Cabrino, invitandolo a lasciare il gruppo consigliare e a valutare l’opportunità di dimettersi”.

Chiedono, altresì, “alle forze di minoranza presenti in Consiglio Comunale di prendere una posizione netta su questa situazione presentando unitamente un ordine del giorno che impegni Sindaco e giunta a farsi carico del mantenimento della memoria storica e ad escludere qualunque tipo di presenza o manifestazione di soggetti che si ispirano al fascismo”.

Da parte sua l’ANPI casalese ha indetto una pubblica manifestazione per sabato 8 febbraio per ribadire il NO alla strumentalizzazione delle Foibe e all’accreditamento di formazioni inequivocabilmente fasciste; ed ha chiesto al Sindaco di schierarsi.

Il Sindaco (FdI) si trincera sull’equidistanza e sul “non tocca a me consentire o meno le manifestazioni”. È vero; formalmente non tocca a lui. Ma un Sindaco che vuole essere dignitoso nel difendere la democrazia, si schiera dalla parte della democrazia e della Costituzione. Ognuno la pensi come vuole, ma il Monferrato (e cito ancora Favretto) “Non dimentica… e la verità è che c’è stata liberazione dai fascisti e dai nazisti”. Tenere alta la guardia sul “nero periglio” che, subdolo, si insinua cercando di presentarsi solo come una posizione uguale alle altre. Ma sono i riferimenti ideali a non essere uguali a quelli pacifici, democratici e pluralisti degli altri.

E sarebbe utile che anche i partiti alleati del Sindaco nel Consiglio Comunale di Casale Monferrato che si sentono parte dello schieramento costituzionale (mi riferisco a Forza Italia, a Difesa e Ripresa [con non pochi cattolici], e perché no anche alla Lega) dichiarassero pubblicamente il loro pensiero circa la presenza di gruppi di destra estrema che sono antitetici per valori a quelli di chi ha combattuto per la libertà, anche di Casale Monferrato. Altrimenti le ambiguità restano.

La VERA pacificazione è ancora distante, e le ambiguità non aiutano.

Carlo Baviera

Pubblicato su Rinascita Popolare dell’Associazione i popolari piemontesi

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