Un recente intervento del professor Gianfranco Pasquino (Formiche, 21 aprile 2019) dedicato ai problemi della sinistra europea conclude con due righe di bruciante attualità: “ Poiché all’orizzonte non si vede una cultura politica che mette al centro di una società giusta la dignità e il riconoscimento del valore delle persone, è ora di elaborarla.”
Letta come ennesima e costruttiva provocazione, la conclusione del professor Pasquino va ben oltre l’analisi dello stato delle sinistre e della loro “debolezza tranquilla ormai ferma su semplici posizionamenti e personalizzazioni” per interpellare direttamente le ragioni della esperienza politica e sociale dei cattolici democratici.
Ritenere infatti al centro della azione politica la dignità e il valore della persona appartiene da sempre alla nostra ispirazione e al nostro patrimonio storico, al netto di errori, distrazioni, illusioni ed omissioni che l’esercizio del potere sempre comporta e delle quali purtroppo è stata data prova.
Basterebbe piuttosto pensare alle intuizioni che hanno mosso in tempi difficili le iniziative di Luigi Sturzo, alle ragioni che hanno ispirato il concreto esercizio di governo di Alcide De Gasperi e alla passione civile di lungo respiro di cui è stato testimone Aldo Moro per renderci conto delle potenzialità dell’ispirazione cristiana nella concreta esperienza politica.
Il rispetto della dignità e il riconoscimento del valore delle persone evocato oggi da un attento osservatore come Pasquino appartiene di fatto da sempre alla nostra cultura.
Ben venga quindi la riscoperta di questo orizzonte anche da sinistra purchè ogni tentativo di aggregazione del consenso da parte dei cattolici democratici non venga revocato in dubbio, con la ormai rafferma scusa di voler ricostruire la DC, ma torni ad essere quanto meno degno di attenzione.
Tanto più che sulle macerie del fascismo e del comunismo, quando sembrava che la storia fosse finita ( Fukuyama) anche il liberalismo già vincitore è oggi in difficoltà come dimostra l’emersione dei populismi e dei sovranismi. Lo sintetizza con grande acutezza Yuval Noah Harari ( Ventuno lezioni per il XXI secolo. Bompiani ) : “anche la liberal-democrazia può essere strumentalizzata da autocrati e vari movimenti illiberali, il cui solo interesse è gettare discredito sull’ordinamento democratico piuttosto che avviare una discussione aperta sul futuro dell’umanità.”
Perché la storia non è finita, come riconosce lo stesso Fukuyama in un libro per ora uscito solo negli Stati Uniti, ma piuttosto ha cambiato il suo corso (“has changed his direction”) e pone nuove sfide anche alle nostre ragioni di fondo.
Una di queste, che ci interpella urgentemente, è la sfida delle tecnologie informatiche che hanno già rivoluzionato l’elaborazione e la diffusione delle informazioni ed hanno già travolto la convinzione che il voto popolare sia sempre intrinsecamente saggio.
Altri sentimenti, peraltro manipolabili, oggi prevalgono: la paura, sapientemente invelenita; il fenomeno delle immigrazioni; i rischi di povertà; l’insicurezza del lavoro; la precarietà del senso di giustizia. Per non dire di altre sfide come quella delle tecnologie biologiche, del dominio degli algoritmi, dello strapotere della finanza che prevarica la produzione, dell’arretramento della globalizzazione.
Sono sfide reali, sulle quali si misurerà la capacità di dominare gli eventi e misurare la tutela della dignità umana e il riconoscimento della persona nella società giusta.
Ecco quindi lo spazio nel quale organizzare la presenza di una forza che si ispiri a principi e valori cristiani: creare un luogo dove ancora sia possibile l’esercizio delle responsabilità.
Guido Puccio