Francamente in Lombardia ci aspettavamo di più. E’ giusto ammetterlo, ma senza scoramenti. Noi adottiamo un costume di verità.
E fin da subito – scrivo questa nota alle ore 17 – intendiamo ringraziare, con altrettanta sincerità, i nostri candidati.
Così come siamo grati a Letizia Moratti che ha avuto il coraggio di assumere una posizione scomoda e di non allineamento alla logica dominante. Moralmente non si è mai sconfitti, quando, anziché adattarsi a posizioni di comodo, si osa avanzare una proposta.
Vince la destra e vince la polarizzazione. Lo dimostrano anche, in ambedue le Regioni al voto, i risultati ottenuti da forze di acclarata caratura nazionale come Terzo Polo e Movimento 5 Stelle. Una logica dominata da una polarizzazione dura da scalfire, come se gli italiani, del resto secondo un costume storicamente consolidato, siano ormai intrappolati in una dura e cieca contrapposizione tra guelfi e ghibellini. Una postura che non lascia spazio a confronti ragionati, a posizioni ragionevoli, a spazi di mediazione virtuosa.
Il tutto sulle macerie di un’astensione gravissima che sicuramente non delegittima la vittoria della destra sul piano formale, ma induce a chiedersi quale sia sostanzialmente l’effettiva massa critica di consenso che le permetta di governare con una sintonia non limitata alla propria parte, bensì alla generalità del popolo lombardo.
Domenico Galbiati