Prosegue l’aumento della spesa sanitaria italiana. Quella pubblica ha raggiunto, nel 2022,  i 129,2 mld cui vanno sommati altri 40 di spesa privata. I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto della Ragioneria Generale dello Stato sulla spesa sanitaria.

Cresce la spesa per reddito da lavoro dipendente di quasi il 2,5% mentre è del 10,4% l’aumento della spesa farmaceutica diretta. In salita anche il dato relativo alle prestazioni private (+1,9). Cala invece la spesa per l’assistenza per la medicina convenzionata (-1,9%). Il disavanzo delle regioni in campo sanitario sale di 1,4 miliardi.

Secondo il rapporto, “il miglioramento del livello generale delle condizioni di salute e la salvaguardia dello stato di benessere psico-fisico della popolazione costituiscono un risultato importante sotto il profilo del soddisfacimento dei bisogni sanitari . Inoltre, presenta risvolti positivi anche in termini di contenimento della spesa sociale. Tuttavia, il mantenimento degli standard qualitativi raggiunti rende indispensabile affrontare il tema della sostenibilità dei costi del sistema sanitario pubblico in presenza di livelli di finanziamento condizionati dai vincoli di bilancio e dal rispetto degli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria”.

“Ciò richiede – è detto nel documento della Ragioneria – che si prosegua nell’azione di consolidamento e di rafforzamento delle attività di monitoraggio dei costi e della qualità delle prestazioni erogate nelle diverse articolazioni territoriali del SSN, in coerenza con l’azione svolta negli anni. Negli ultimi venti anni, in particolare, il SSN è stato interessato da importanti interventi di riforma che, gradualmente, hanno delineato un articolato sistema di governance, che ha consentito di migliorare l’efficienza del settore, anche attraverso un’analisi selettiva delle criticità, fermo restando il principio della garanzia del diritto alla salute costituzionalmente garantito”.

“L’esperienza  ha mostrato che esistono margini di efficientamento e di razionalizzazione del sistema che possono essere utilmente attivati per far fronte agli effetti dell’invecchiamento della popolazione garantendo la qualità e l’universalità dei servizi erogati”.

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