Le misure europee fino ad oggi approvate dalla Commissione Europea e/o dal Consiglio Europeo sono le seguenti:

  • Il programma Q E (Quantitative Easing) gestito dalla BCE per un totale di 1.350,00 miliardi di euro. Tale programma riguarda principalmente acquisti di titoli del debito pubblico contrassegnati con la sigla PSPP (Public Sector Purchase Program) e che si riferiscono al Q E (Quantitative Easing) del settore pubblico ed è cioè “un programma di acquisti di titoli di debito non condizionato a specifiche esigenze di un Paese membro”(Marcello Minenna – La moneta incompiuta) dell’UE;
  • Recovery Fund 750 miliardi di euro;
  • MES o ESM (fondo salva Stati o meccanismo europeo di stabilità), 240 miliardi di euro;
  • SURE “fondo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in caso di un’emergenza” –(Il Sole 24 ore di lunedì 18 maggio 2020), 100 miliardi di euro;
  • BEI (Banca europea per gli investimenti), 200 miliardi di euro.

Tra i progetti di cui sopra mi soffermerò sul Recovery Fund e sul Mes detto sanitario.

Riporto quanto già scritto in un mio precedente articolo (Pandemia da Covid -19 e debito pubblico, CLICCA QUI ):

“Il Consiglio Europeo del 17-18 luglio, con proseguimento ad oltranza fino alla conclusione dell’accordo, ha approvato IL 21/07/2020 lo strumento del Recovery Fund quale documento di “Bilancio comune”. I fondi di tale strumento sono finanziati a mezzo l’emissione di debito comune e rimborsabili con risorse proprie di Bruxelles”.

E’ stato confermato l’intervento di immissione di liquidità per 750 miliardi di euro, ma divisi diversamente da come aveva proposto in un primo tempo la Commissione europea.

Di fronte alla proposta iniziale di 500 miliardi di trasferimenti diretti (fondo perduto) e 250 di prestiti, il Consiglio Europeo ha approvato quanto segue:

  • I trasferimenti diretti ossia le sovvenzioni a fondo perduto, passano da 500 a 390 miliardi;
  • I prestiti salgono da 250 a 360 miliardi.

I trasferimenti a fondo perduto che spettano all’Italia salgono da 173 a 208,8 miliardi tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti da rimborsare (81,4 a fondo perduto e 127,4 come prestiti). Questo aumento per l’Italia è dovuto all’andamento previsto dell’economia dei vari paesi europei nel 2020 e nel 2021.

Il Recovery Fund progetto inserito nel NGEU deve trovare pratica attuazione nel Recovery Plan attraverso la presentazione di un PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza) formato da un insieme di progetti di alta qualità, attuativi e concreti nel campo della transizione verde, digitale, infrastrutture e occupazione.

Il MES Sanitario fa parte delle linee di credito ECCL (Enhanced Conditionns Credit Line) e cioè quelle del Pandemic Crisis Support  che non hanno niente a che vedere con le linee di credito del MES ordinario nato nel 2012 attraverso un trattato firmato dai 19 Paesi dell’Europa per dare possibilità di finanziamento agli Stati che hanno difficoltà di reperire risorse finanziarie su mercato. Il MES sanitario è rappresentato da linee di credito senza –  le condizioni originarie proprie del MES (Il Mes e la riforma in Mes Sanità – di Antonio Mascolo del14/01/2021 pubblicato su Politica insieme) con un unico vincolo che è quello sanitario e solo per affrontare e/o coprire i relativi costi diretti e indiretti.

Per quanto riguarda il PNRR (R. Plan) da presentare alla Commissione Europea entro il 30 aprile 2021, ci sono state, da parte del Governo Conte 2 ben tre tentativi di cui l’ultimo rimane  solo una bozza di provvedimento  approvato dal C.d.M. il 12 gennaio 2020, senza  i contenuti dei vari progetti e consta di tre linee guide strategiche che diventano assi strategici e passano da quattro del PNRR del dicembre 2020 a tre e che sono:

  • Digitalizzazione e innovazione; 2 )Transizione ecologica; 3) Inclusione sociale.

I tre assi strategici sono agganciati da tre priorità trasversali che sono: Parità di GenereGiovani, Sud e riequilibrio territoriale.

A questo punto mi corre l’obbligo di far presente che la crisi di governo coglie impreparato il nostro Paese per quanto riguarda la fattibilità del PNRR approvato il 12 gennaio 2021 e la sua possibilità di presentazione completa di ogni suo aspetto alla Commissione Europea entro la scadenza del 30/04/2021.

Il notevole ritardo della formazione del PNRR è da attribuire ai contrasti interni al Governo Conti 2, in cui i componenti l’alleanza di governo, oltre a criticare oltre misura l’UE, non hanno posto per tempo, al Governo di cui facevano parte, l’urgenza che il PNRR andava formato e costruito con urgenza e per tempo, in sinergia con il settore pubblico e privato, con le associazioni non profit, con il meglio degli esperti dell’amministrazione dello Stato in modo da produrre un R. Plan fatto di progetti concreti e, a dirla con il prof. Mario Draghi, ad alto “Tasso di rendimento sociale”. E’ inutile quindi successivamente criticarne la costruzione. A questo si è aggiunto una mancata attivazione e/o una forte lentezza nel costruire il piano di parte dei componenti la coalizione di Governo e un forte accentramento nella formazione del piano da parte del Premier Conte.

Sulla urgenza e sulla formazione nel tempo delle misure da prendere da parte del Governo sugli strumenti finanziari messi a disposizione dall’Eurogruppo, Politica Insieme si è espressa più volte, anche precedendo e intuendo le misure che venivano prese dalla C.E. e con vari articoli. Il dott. Mario Rossi nel suo articolo, di oltre un anno fa, del 05 gennaio 2020 dal titolo “INTERCETTARE I FONDI EUROPEI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA E L’ECONOMIA CIRCOLARE” ha parlato di transizione ecologica nel senso energetico mettendo in rilievo gli obiettivi europei per una crescita sostenibile. Sul R.F. e MES il dott. Mario Rossi, precedendo e sostenendo la necessità del rigore richiesto nella costruzione di un PIANO per la ripresa, del tipo PNRR, al momento in cui scriveva e nemmeno pensato dalla C. E. sotto forma di R.F., ha fatto riferimento a quanto scritto dalla C.E. (Commissione Europea) con la pubblicazione “Guideline on reporting climate-relate information”…..”nell’ambito dell’ACTION PLAN europeo sulla finanza sostenibile e un piano di azione per finanziare la crescita sostenibile”.

A quanto scritto da Mario Rossi si aggiungono poi gli scritti del prof Daniele Ciravegna e del sottoscritto scrivente (9 articoli) su MES e R.F. (NGEU), a partire dal marzo 2020 e reperibili su POLITICA INSIEME. Nello specifico il prof. Daniele Ciravegna ha pubblicato, tra l’altro, ben tre schede su R.F. e MES di cui l’ultima il 27/01/2021. Mentre il sottoscritto scrivente ha pubblicato 9 articoli a partire dal marzo 2020, nei quali ha seguito la vicenda della pandemia da Covid con i conseguenti riflessi sul debito pubblico e sulla necessità dei necessari finanziamenti europei.

A questo punto sarà necessario che il possibile nascente Governo con Presidente del Consiglio prof. Mario Draghi, nel modificare e rendere definitivo il PNRR già approvato dal C d M  del Governo Conte 2, tenga presente che il R.Plan deve nascere: 1) con estrema urgenza e con estremo rigore e pienezza di contenuti concreti e attuabili nei vari progetti; 2) dalla collaborazione della parte migliore giuridico-amministrativa dell’amministrazione pubblica; 3) dagli esperti ministeriali; 4) dal confronto con le parti sociali 5) dall’apporto degli esperti della Confindustria e i rappresentanti delle varie categorie economiche e delle associazioni Non Profit, ambientali ecc…

Lo stesso prof Draghi farà in modo che il suo Governo presenti un PNRR fatto di progetti di alto profilo, ad alta utilità economico-produttiva con creazione di ricchezza e flussi di ricchezza reali, e che il rendimento di ogni progetto sia elevato e tale da superare i tests di approvazione perché ad alto “tasso di rendimento sociale” e così da rendere sostenibile il debito pubblico. Inoltre che venga soddisfatta oltre alla variabile reddituale con tasso di profitto maggiore del tasso di interesse di mercato, anche quella sociale riguardante il raggiungimento di quel “massimo ofelimitario per la collettività” di cui V. Pareto parla nei suoi scritti sociologici.

Ritengo inoltre che ben vengano i controlli serrati e approfonditi attraverso tests di ingresso dei progetti, perché solo la serietà e la concretezza nonché la trasparenza delle misure che si prenderanno potranno fare uscire il nostro Paese dall’abitudine di disperdere gli apporti di scienza e i fondi ricevuti per spese non produttive! Attraverso il R.F. (NGEU) e il MES c’è l’occasione per far decollare il nostro Paese e farlo uscire da una profonda crisi economico-finanziaria da grave recessione maggiorata dal forte debito pubblico. 

L’Italia dovrà quindi cambiare modo di fare politica e adottare una politica economica, integrata con quella europea, che sia trasparente e rivolta ad effettuare investimenti in transizione verde, digitale, infrastrutture e tale da indurre un forte aumento della produttività, creare nuovi posti di lavoro e difendere e mantenere l’occupazione. Ciò renderebbe inoltre sostenibile il debito pubblico.

Antonio Mascolo

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