Pasqua di sangue: persecuzioni e discriminazioni per300 milioni di cristiani ai quali è negata la libertà religiosa. Il Papa ha dedicato una videomessaggio ai cristiani perseguitati. “Francesco sostanzialmente dice, non solo alla comunità cattolica, come siano gli esempi dei martiri, non i dibattiti, a favorire la riconciliazione”, commenta Alessandro Monteduro. Il direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre si occupa proprio di sostenere le comunità cristiane perseguitate nel mondo. “Nel messaggio del Papa vi è la fondamentale sottolineatura di come la testimonianza di fede e di carità dei cristiani perseguitati interrompa la catena dell’odio, delle ritorsioni, delle vendette – aggiunge il direttore di Acs -. E interrompere questa catena viziosa è sempre più importante, basti pensare al rischio che le immani sofferenze generate dagli attuali conflitti in corso in Medio Oriente, in Ucraina e in diverse nazioni africane alimentino, attraverso la spirale del rancore, ulteriori futuri scontri sanguinosi”. Jorge Mario Begoglio parla di “ecumenismo del sangue”. Ciò significa che i cristiani oggi sono perseguitati non perché cattolici, luterani, ortodossi, pentecostali, protestanti. Ma perché sono cristiani. E questo sangue non divide ma unisce i cristiani.

Cristiani perseguitati

Una scia di morte e violenza che attraversa l’intero pianeta. Come l’attacco che durante una messa ha provocato 15 morti e numerosi feriti nel cuore dell’Africa. “Contro i cristiani è in atto una strage continua. Ci stringiamo alla comunità cattolica di Essakane, in Burkina Faso, nel profondo dolore per le vittime e i feriti di un attacco terroristico. Nella speranza che la comunità internazionale accenda, quanto prima e adeguatamente, i riflettori sul tema dei cristiani perseguitati, oppressi o nel bisogno, che sono centinaia di milioni nel mondo”, afferma il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “I cristiani sono in tanti paesi una minoranza e vengono colpiti. Sono una minoranza che non rinuncia alla propria vita: martiri per amore e per la propria fede. E questa è una grande lezione per noi che sciupiamo tante occasioni e non sappiamo vivere la nostra libertà. Sono dei veri testimoni del Vangelo”. sottolinea il cardinale Matteo Zuppi. Prosegue il presidente della Conferenza episcopale italiana: “I nuovi martiri sono tutti coloro che non si arrendono al male. In Italia abbiamo esempi come Pino Puglisi martire perché ha voluto bene. Perché è stato vicino ai ragazzi. Era un parroco che non si è arreso: voler bene è combattere il male”, evidenzia il cardinale Zuppi.

Incubo Isis

“Quella delle Chiese Cristiane d’Oriente è, innanzitutto, una storia di fede, di coraggio e anche di sofferenza. Il terrorismo e i conflitti etnici e religiosi hanno reso estremamente difficile mantenere la presenza delle comunità cristiane d’Oriente nelle loro regioni di origine. La loro sopravvivenza è sempre più minacciata dalle violenze e dagli attacchi da parte di gruppi estremisti, tra cui l’Isis“. Lorenzo Fontana è intervenuto al convegno “Cristiani d’Oriente: Profili storico-giuridici e culturali”, organizzato a Montecitorio. “Da decenni – ha precisato la terza carica dello Stato – si assiste a un esodo incessante di cristiani, in fuga da persecuzioni e discriminazioni di ogni tipo. Secoli di storia, di cultura, di tradizioni liturgiche, artistiche e spirituali delle Chiese d’Oriente rischiano di essere spazzati via dalla follia del fanatismo religioso e dalla ferocia fondamentalista”. Dunque “occorre portare all’attenzione generale un tema sul quale l’impegno di tutta la comunità internazionale deve essere massimo. I cristiani sono fra le minoranze più perseguitate al mondo”. E invece, prosegue Fontana, “spesso, nel silenzio e nell’indifferenza generale, questi martiri del nostro tempo muoiono due volte“. E’ urgente “accendere i riflettori su questa strage senza fine. E sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi di tutto il mondo”.

Nord Corea e Nicaragua

“Non c’è da fare una classifica, ogni totalitarismo merita condanna“, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Una risposta a chi gli domandava se condivide la definizione di fascismo come male assoluto. “In una mia vita precedente sono stato presidente della sezione italiana della fondazione di diritto pontificio ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ che prende in considerazione le persecuzioni che hanno una matrice religiosa. Non solo quindi quelle che riguardano i cristiani. Ma tutti coloro che sono perseguitati per una causa religiosa – ha raccontato Mantovano illustrando le iniziative per il Giorno della Memoria patrocinate da Palazzo Chigi -. La sensibilità nei confronti di ogni totalitarismo è certamente forte. Dopodiché possiamo fare l’elenco di tutti i totalitarismi, magari non soltanto quelli del passato, ma anche quelli del presente. Sarebbe interessante spendere qualche parola sulle persecuzioni per causa della religione in Corea del Nord. Dove non esiste un solo sacerdote, pastore e rappresentante pubblico di qualunque confessione. O quello che sta accadendo più di recente in Nicaragua. Per cui non c’è da fare una classifica. Ogni totalitarismo merita condanna, repulsione e una presa di distanza vigorosa”.

Comunità internazionale

“Non si può rimanere inerti o, peggio, indifferenti davanti al grido di dolore dei nostri fratelli che non deve rimanere inascoltato- ribadisce Lorenzo Fontana-. A fronte di questo scenario, il nostro Paese, l’Unione europea e l’intera comunità internazionale devono agire con iniziative concrete. Riaffermando il principio della libertà religiosa. E assicurando dunque maggiore tutela dei cristiani nelle loro terre d’origine“.  Anche il deputato Alfredo Antoniozzi ha espresso sdegno per l’attentato recentemente compiuto alla chiesa italiana ad Istanbul.  Confidando che le autorità locali possano risalire agli autori dell’ignobile gesto terroristico nel quale è morto proprio un cittadino turco. “La Turchia è un importante presidio per l’Occidente – afferma-. Sono oltre 300 milioni nel mondo i cristiani perseguitati e questo ci impone una seria riflessione. Papa Francesco ha più volta dichiarato che nessuno è autorizzato a uccidere in nome di Dio. Ma purtroppo la violenza integralista si riverbera senza sosta contro i cristiani. Solo il dialogo interreligioso potrà portare a isolare i terroristi. La tutela della fede cristiana nel mondo è a forte rischio. È necessario garantire libertà di culto a tutte le religioni come avviene nelle democrazie liberali. Questo, però, non è consentito in tanti Paesi integralisti e dittatoriali proprio alla comunità cristiana. Vittima di violenze e persecuzioni in molte realtà asiatiche e africane“. 

Giacomo Galeazzi

Pubblicato su www.interris.it

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