Non sarebbe stata una decisione politica quella del Governo di precettare i lavoratori e impedire così lo sciopero generale. Il Governo, unanime, avrebbe seguito le indicazioni di un organismo terzo: Commissione Garanzia Sciopero. Organismo terzo però nominato dalla maggioranza di governo attraverso i Presidenti di Senato e Camera. E’ come se io, piccola e insignificante zebretta, mi spacciassi per un insegnante di calmucco.

Un Governo, e la Meloni, senza pudore. Senza il coraggio di assumersi delle precise responsabilità. E i motivi non sono solo quelli di sentirsi dire, in Italia, che s’intende colpire il sacrosanto diritto di sciopero. In più in un momento in cui il lavoro ha perso dignità e remunerazione. E ai lavoratori si negano da anni adeguati rinnovi di contratto. Almeno in grado di contenere un poco l’inflazione galoppante che sta erodendo le risorse delle famiglie.

In più, è chiaramente in atto una campagna elettorale continua tra la Meloni e Matteo Salvini su chi solletica di più la pancia dell’estrema destra e degli egoisti sociali. Quelli che nel deserto delle urne hanno consentito alla destra di vincere le elezioni.

Giorgia Meloni si deve trincerare dietro un’inesistente terzietà della Commissione di Garanzia Sciopero, che guarda caso non interviene a seguito dell’interminabile sequela di scioperi indetti selvaggiamente da sindacati da burletta, perché sa che tutto quel che avviene finisce sotto la lente d’ingrandimento del resto delle democrazie europee e mondiali. E così deve subire Salvini, ma ha bisogno della foglia di fico dell’organismo terzo per allontanare da se l’amaro calice.

E questa vuole rivoltare l’Italia come un pedalino…? Sarà il caso di turarsi ancora di più il naso?

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