La punizione di chi si disinteressa della vita pubblica è  quella di essere governato da persone inadeguate” (Aforisma attribuito a Platone).

Opportuno comportarsi da veri militanti della Democrazia liberale\sociale rappresentativa.

“Purtroppo c’è libertà di voto”, profilo Twitter di Alessio Villarosa, sottosegretario del Movimento 5 Stelle all’Economia.

“Da quando il bipolarismo politico è diventato antropologico, i fatti non sono più separabili dalle opinioni”,    “e lo stesso gesto, a secondo di chi lo compie e di chi lo guarda” può essere valutato differentemente. (Massimo Gramellini, Il Caffè, Corriere della Sera).

“La prima cosa che oggi la Democrazia deve fare, condizione della sua stessa sopravvivenza, è assicurare sicurezza sociale”. “La grandezza della Democrazia è nell’equilibrio tra capacità di decisione dell’esecutivo e forza di controllo del Parlamento”. (Walter Veltroni, Covid e Politica: l’Estate del nostro scontento, Corriere della Sera, 11 Agosto 2020).

Il No è una buona ragione. Schierarsi per le ragioni del “No” non è in contraddizione con alcunché se non con il taglio lineare del numero dei Parlamentari e con l’antipolitica. Ogni votazione in Democrazia è un’occasione.

Opportuno desiderare “con forza di vivere tempi nuovi” (Giovanni Pepi).

Fra due giorni  dobbiamo andare a votare per il Referendum sul taglio lineare del numero dei parlamentari. Come le precedenti tre riflessioni, il cui contenuto è qui richiamato integralmente, con la speranza che siano ricordate, anche questa è protesa ad illustrare le ragioni del voto “No” al Referendum.

Quando andremo a votare servirà riflettere sulle battaglie combattute per avere il diritto ad esercitare il “Diritto di voto”, per avere una Democrazia liberale\sociale rappresentativa come la nostra in cui il diritto ad avere diritti sia un valore, per avere una Costituzione tanto liberale come la nostra, sapendo che l’alternativa potrebbe in futuro diventare i “pieni poteri” ed il “voto deliberativo ai sei capi partito”, la modifiche alla collocazione internazionale, la ripresa del contenzioso con l’Europa.

Dal Porcellum in poi, fino al Rosatellum vigente, la legge elettorale produce soprattutto dei nominati, vuoi attraverso listini precostituiti dai leader dei partiti, vuoi attraverso premi di maggioranza.

L’esito del Referendum è parecchio incerto, a prescindere dai sondaggi, cresce il numero dei pronunciamenti verso le ragioni del “No” dei partiti,  di quello analogo trasversale nei partiti e sempre più frequenti nella collettività dei votanti. “La rimonta del “no” c’è ed è palpabile, viaggia nelle parole degli analisti, più che su numeri che non possono essere divulgati” (Emanuele Lauria, Il No tenta la rimonta nella sfida del Referendum, la Repubblica, 11 Settembre 2020). Del che una concisa rassegna.

“Voto fermamente “No” perché sono altre le riforme istituzionali importanti e necessarie”. Don Luigi Ciotti.

“Il No è una forma di rispetto verso la Costituzione più bella che ci sia in Europa” Pierpaolo Capovilla, Musicista..

“Ogni volta che non sia necessario, la Costituzione non va manomessa; questa volta non è necessario” Salvatore Lupo, Storico.

“In questo momento il problema è la cultura Politica” Christian Raimo, Scrittore.

“Il No è una rivalutazione della Politica contro l’antipolitica” Emanuele Macaluso, Politico di lungo corso.

“Tagliando il numero dei Parlamentari si assecondano le pulsioni antipolitiche ed antipartitiche della gente e ciò rappresenta la patologia, forse, più grave della Politica attuale”. Giovanni Fiandaca, Giurista.

“Bisogna ricostruire la distanza tra Società Civile e rispettivi rappresentanti in Parlamento” Helena Janeczek, Scrittrice..

“Non abbiamo bisogno di minori rappresentanti, ma di rappresentanti migliori”. Giulia Blasi, Scrittrice.

“Voto No, perché non è questo il problema”. Roberto Vecchioni.

“Votare “No” al Referendum sul taglio dei Parlamentari è un’obbligazione politica”. Mario Tronti, Filosofo.

“Il taglio lineare non solo non porta alcun vantaggio, ma rischia di compromettere una parte di dibattito democratico” Michela Marzano., Filosofa.

“C’è un alto valore simbolico, secondo me sottovalutato, dietro il Sì; se dovesse vincere, passerebbe il messaggio di fondo dell’antipolitica”. Donatella Di Cesare, Filosofa.

“Il taglio senza contrappesi istituzionali produrrà guasti e scompensi sull’intero sistema” Roberto Esposito, Filosofo.

“Con il taglio dei Parlamentari tutto il Potere va ai Capi e la partitocrazia fa festa” .Massimo Teodori, Storico.

“Nel Paese c’è bisogno di pluralità, che con il taglio dei Parlamentari passerebbe in secondo piano”, Giorgio Battistelli, Compositore.

“Dobbiamo evitare che si riducano gli spazi di rappresentanza di tanti mondi che danno sfaccettature e senso alla Politica; ed in un mondo in cui sempre più frequentemente le Democrazie tendono a trasformarsi in “Democrature”, (Orrenda crasi tra Democrazie e Dittature, Nota di chi scrve.) credo di sapere da che parte stare”.  Max Casacci, fondatore dei Subsonica.

“Più c’è la possibilità di essere rappresentati, meglio è”, Luca Ribuoli, Regista.

“Il Parlamento è importante per rappresentare tutti i pensieri diffusi”.  Dijana Pavlovis, Attrice.

Notizia dell’ultima ora: Giancarlo Giorgetti, Vice Segretario vicario ed elemento di spicco della Lega, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha annunciato il proprio voto “No” al Referendum per la riduzione del numero dei Parlamentari: “Voterò no, convintamente. Un semplice taglio dei Parlamentari in assenza di altre riforme è improponibile; una deriva da evitare, darebbe un potere senza limiti alle segreterie dei Partiti”. Fino al 10 Settembre, nella Lega, la posizione, convintamente a favore delle ragioni del “No” era largamente condivisa, ma espressa pubblicamente solo da Claudio Borghi.

L’ex Ministro Gian Marco Centinaio: “Voterò “No”; sono fermamente convinto che questa non sia la riforma giusta della nostra Costituzione”.

Neanche Luca Zaia ed Attilio Fontana sono descritti come tifosi del “Si”.

Di giorno in giorno, la crepa Giorgetti si allarga. Le parole con le quali Giancarlo Giorgetti spiega il suo No, richiamano una nuova fase nella vita politica del Paese, senza che si preveda un passaggio elettorale in questo periodo finale della legislatura.

Ora anche il Leader della Lega, Matteo Salvini ha dichiarato: “Voto “Sì”, ma anche altre opzioni sono ammesse e non mi offenderei”, “il Referendum è il trionfo della Democrazia, la Lega non è una caserma, fortunatamente”.

Giorgia Meloni, Leader di Fratelli d’Italia: “Non me ne farei un cruccio”, dichiara, rispetto alla possibilità di un buon risultato delle ragioni del “No”.

Silvio Berlusconi, che ha già criticato, come riportato in una precedente Riflessione le ragioni del “Si”, sta valutando in queste ore, studiando i sondaggi riservati, se schierarsi ufficialmente a favore delle ragioni del “No”; lo farebbe solamente ove si convincesse che la rimonta del voto “No” sia possibile.

E’ possibile trarre da queste affermazioni la sintesi che lo schieramento di Destra stia dando, ancorché non ufficialmente, il liberi tutti ai suoi elettori ?

“Sono contento di vedere tutti questi convertiti dell’ultima ora; ho sempre votato “No” al taglio dei Parlamentari”, (Pier Ferdinando Casini).

Emma Bonino, + Europa,  invita a”non cadere nell’errore di considerare il taglio lineare del numero dei parlamentari di per se una riforma; è soltanto il segno della presa del potere da parte di una maggioranza populista trasversale”.”Vedo una opinione pubblica che è disposta a difendere la centralità del Parlamento, più dei parlamentari e lo dico con speranza, ma anche con tristezza.”

“La Sicilia sarebbe la Regione meno rappresentata d’Italia, pur avendo una quota dell’8% in termini di popolazione e di territorio; questo un effetto perverso del Si; Fabrizio Ferrandelli + Europa;

Le Sardine, in piazza il 13 Settembre a Roma, hanno esposto con Jasmine Cristallo, le ragioni del “NO”; hanno parlato esponendo le ragioni del “No” anche il renziano Roberto Giachetti ed il Dem Matteo Orfini,.

“Voto No con convinzione!” Carlo Calenda, Europarlamentare. La7, Otto e Mezzo, 12\9\2020.

“Il taglio dei Parlamentari riduce di molto la rappresentanza dei territori; allo stesso tempo danneggerà il funzionamento delle commissioni parlamentari e renderà senatori e deputati più controllabili dai Leader di Partito” (Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Corriere della Sera, 11 Settembre 2020, Sul taglio dei Parlamentari io e tutta la mia giunta per il “No”).

Condivisibile l’orientamento del senatore del Partito Democratico Luigi Zanda che ha dichiarato al Corriere della Sera del giorno 8 Settembre che voterà “No” per due ragioni : “La prima riguarda la mancata rettifica della platea che elegge il Presidente della Repubblica ed alcuni componenti della Corte Costituzionale, la mancata revisione dei regolamenti parlamentari ed infine la mancata approvazione di una legge elettorale  (presupposti degli accordi tra il Partito Democratico ed il Movimento 5 stelle ed in mancanza dei quali non ci sono patti da assecondare; Nota di chi scrive), per impedire che minoranze del Paese, attraverso alchimie e marchingegni, si impossessino di maggioranze qualificate di rappresentanza che consentano di modificare la Costituzione;  la seconda consiste nel nodo irrisolto tra parlamentarismo ed antiparlamentarismo.”

Una piccola, parziale ma positiva buona notizia: la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha approvato il 10 Settembre il testo base della legge di riforma elettorale che introduce nella nostra legislazione il sistema Proporzionale con lo sbarramento al 5%. Benvenuto! Ma la strada che condurrà all’approvazione definitiva si preannuncia lunga e probabilmente soprattutto la soglia di sbarramento verrà, ad avviso di chi scrive, rimessa in discussione..

Consideriamo la vittoria delle ragioni del “-No” il primo passo di un lungo difficile percorso teso ad ottenere il rispetto dei patti intercorsi tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle e ciò la cui mancanza lamenta il senatore Luigi Zanda nel virgolettato di cui sopra.

Votare “No” al Referendum significa pensare di difendere la Costituzione e la rappresentanza democratica dagli attacchi delle proposte demagogiche, dallo strapotere dei capi partito, pensare di difendere la stessa esistenza dei Partiti di minori consensi, contribuire ad evitare l’esclusione di alcuno dalla rappresentanza politica.

Registro come sia largamente diffuso tra i cattolici democratici ed i popolari l’orientamento a favore delle ragioni del “No”.

Come esponenti della Comunità nazionale degli aventi diritto all’irrinunciabile voto, consapevoli di cui andremmo incontro secondo Platone se ci astenessimo, fautori di una buona politica che ci conquisti con i risultati, attenti a non cedere diritti e prerogative, a non assecondare pulsioni autoritarie, sovranismi, cancellazioni del “vincolo di mandato imperativo” o del “voto segreto”, andiamo a votare.

La sintesi della nostra odierna proposta alla classe dirigente politica: dalla valorizzazione della Democrazia liberale\sociale rappresentativa alla valorizzazione del Parlamento, attraverso la definizione legislativa della “struttura interna effettivamente democratica” dei partiti (da cui, nel rispetto dell’articolo 49 della Costituzione tutto dipenderà), l’approvazione di idonea allo scopo legge elettorale, con sistema proporzionale, con collegi di dimensioni inferiore agli attuali, senza liste bloccate (contrastanti, come è noto, con le previsioni dell’articolo 48 della Costituzione) ma con le preferenze, con ballottaggio oppure con soglia di sbarramento, con gestione oculata del premio di maggioranza se necessario alla governabilità, con miglioramento del bicameralismo perfetto, con riduzione degli incongrui privilegi dei parlamentari, con la soppressione della possibilità di cambiare partito durante la legislatura, con l’obbligo di documentare e rendicontare l’attività parlamentare svolta con cadenza semestrale.

Il 20 e 21 Settembre rechiamoci dunque compatti ai seggi del Referendum, convinti della opportunità della vittoria delle nostre Ragioni del “NO” e fieri di avere in mano l’arma che riteniamo vincente nei futuri combattimenti democratici che ci attendono da cittadinanza attiva, competente e desiderosa di essere “sale della terra e militante della Democrazia liberale\sociale rappresentativa”: la matita copiativa.

Massimo Maniscalco

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