La sostenibilità entra nei bilanci. Questo è il tempo di raccontarsi alla luce del nuovo paradigma dell’economia civile.  Si comincia a comprendere che il business tradizionale non funziona più da solo. I criteri Esg (ambiente, sociale, governance) trasformano il modo di fare impresa.

L’ imprenditore civile ha cura dell’ambiente, dei beni relazionali, della partecipazione dei collaboratori alla governance, della qualità della vita all’interno dell’impresa e nel territorio. Oggi i bilanci di sostenibilità raccontano l’importanza di questo processo, studiato in modo particolare da Bologna Business School. I 15 parametri della misurazione sono stati precisati da esperti di Aiccon, Asvis, Banca Etica, Forum della Finanza sostenibile, Impronta etica e Fondazione Sodalitas. Si tratta di una carta di impegni verso l’ambiente ed il territorio, una testimonianza verso i dipendenti e la comunità, di un valido strumento di reputazione verso azionisti e investitori finanziari. È uno strumento per comunicare il valore creato dall’ impresa per l’ambiente naturale e per la società. È una rendicontazione della sostenibilità.

Non esistono purtroppo standard riconosciuti da organismi internazionali indipendenti. Questo rende difficile confrontare le diverse imprese. Tuttavia sono stati individuati da BBS  15 temi legati ad aspetti ESG. Parliamo di obiettivi individuati già nell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile: sviluppo e coinvolgimento delle comunità, protezione del consumatore, sostenibilità delle materie prime, gestione dei rifiuti, politiche fiscali e anti- corruzione, politiche retributive eque, diversità e pari opportunità.

Misurare e confrontare consente alle imprese di capire dove si trovano e di alzare l’asticella. Nel settore dell’energia è in atto un vero e proprio laboratorio di transizione ecologica. L’obiettivo è azzerare in trent’anni le emissioni di gas a effetto serra, produrre in Italia l’energia riducendo la dipendenza da regimi autoritari. Si tratta di temi rilevanti che richiedono progettualità. Particolarmente attive sono imprese come IREN, TERNA, E. ON, ENGIE. Il fotovoltaico e l’eolico rappresentano scelte decisive, anche per la pace.” Oggi sappiamo che sono più convenienti anche dal punto di vista volatilità dei prezzi e per questioni strategiche.”, afferma Leonardo Becchetti. È una strada obbligata. Partiamo da un terzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

Nel settore agroalimentare sta crescendo la sensibilità ai temi ambientali.  Maggiore è l’attenzione ai fornitori, materie prime, Bio, gestione dei rifiuti. Entrano nelle analisi temi come tutela dei consumatori, sicurezza sul lavoro, retribuzione equa, inclusione di soggetti svantaggiati. Siamo al secondo posto nel mondo, dopo il Canada, per riduzione dello spreco alimentare, ridotto a 67 kg pro capite annuo, a livello domestico, 26 kg nella ristorazione, 4kg nella distribuzione (Food Sustainability Index). Occorre avere una chiara prospettiva. Creare valore con la sostenibilità fa crescere anche la competitività e fa emergere il sociale. Lo afferma Paolo Venturi, direttore Aiccon.

Per Stefano Zamagni: ” Non ci basta la responsabilità sociale dell’impresa, vogliamo andare verso una sua responsabilità civile che la spinga ad agire in direzione della sostenibilità.”  Ormai sta avvenendo un salto qualitativo storico: la contabilità integrata non considera solo la performance finanziaria ma anche quella sociale e ambientale delle imprese. È un salto quantico del capitalismo? Esg significa non inquinare, non sfruttare, non generare impatti negativi.

Anche il settore della moda sta diventando circolare, solidale e paritario. Al primo posto per sostenibilità troviamo OVS, che produce capi ” circolari”, con il contenitore nel negozio per depositare capi usati, seguita da Moncler. Parliamo di una industria considerata molto inquinante. Oggi il settore Moda sta cambiando catena di forniture, impatto con investimenti sulle rinnovabili, filiere certificate, recupero materiali. Molta attenzione viene posta al riciclo per evitare spreco di fibre. Interessante l’esperienza Camst, leader nella ristorazione scolastica, aziendale, socio- sanitaria, con mense senza sprechi grazie all’algoritmo. L’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità è per banche, assicurazioni, società quotate in un mercato regolamentato, che abbiano o più di 500 dipendenti o un totale di bilancio di 20 milioni di euro.

Non si tratta di fare una classifica tra imprese ma di indicare una strada green nella transizione ecologica in atto e di stimolare sempre nuove imprese. Non è in genere un dovere ma una scelta di campo. Molto positiva quindi, in conclusione, l’iniziativa di Aiccon e di Bologna Business School, con la collaborazione di Asvis, Banca Etica, Fondazione Sodalitas, Forum Finanza sostenibile, Impronta etica, Corriere della Sera per il Premio Bilancio di Sostenibilità 2022.

Silvio Minnetti

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