La prova definitiva che la morte della Scuola italiana al 90% è di natura politica è finalmente servita non su piatto d’argento ma su un piatto decorato a tema natalizio.

“Prima di prendere questa decisione, ho atteso il voto definitivo sulla Legge di Bilancio, in modo da non porre tale carico sulle spalle del Parlamento in un momento così delicato. Le ragioni sono da tempo e a tutti ben note: ho accettato il mio incarico con l’unico fine di invertire in modo radicale la tendenza che da decenni mette la scuola, la formazione superiore e la ricerca italiana in condizioni di forte sofferenza”(Askanews).

Con queste parole, il Ministro (M5S) dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti lascia il suo incarico, non avendo portato a “casa” la sua richiesta di 3 miliardi dal Bilancio, per risanare la Scuola. In realtà da altre fonti (Corriere.it)si tratterebbe di un ultimo tentativo dell’ex(?)ministro.

“Lo fa in un momento ben preciso e cioè alla vigilia dell’approvazione del decreto Milleproroghe, l’ultimo pezzo della finanziaria in cui di solito si recuperano dimenticanze, errori e altri problemi. Ora la parola passa a Conte: se può e vuole trattenere il suo ministro uno spiraglio ancora c’è: in questi giorni di fibrillazioni e di addii dentro il M5S, il premier ha un certo interesse a non perdere altri pezzi anche se il ministro è accreditato di un progetto di gruppo parlamentare autonomo ma filogovernativo”.

Ma tornando ad alcune dichiarazioni di Fioramonti, appena eletto Ministro, circa la sua idea su come reperire i fondi necessari ( 2 miliardi per la scuola e 1 per l’università), già al tempo avevano suscitato non poche perplessità: «Non voglio togliere soldi a nessuno. Vorrei delle tasse di scopo: per esempio sulle bibite gasate e sulle merendine o tasse sui voli aerei che inquinano. L’idea è: faccio un’attività che inquina (volare), ho un sistema di alimentazione sbagliato? Metto una piccola tassa e con questa finanzio attività utili, la scuola e stili di vita sani».

Questo è quello che si meritano Dirigenti scolastici, docenti,studenti del Bel Paese e tutti gli altri attori che ogni giorno operano negli Istituti comprensivi, Licei,Istituti professionali e quant’altro, per portare in scena la commedia del Sapere…peccato però che ancora una volta il soggetto è di pirandelliana memoria, “Uno,nessuno,centomila”., maschere e follia.

Ancora una volta, la scuola è teatrino di diatribe di scarso valore politico, dietrologie che ormai dichiarano la devastante conclusione dello stile di chi è arrivato al potere senza un programma politico costruito non dico da statisti,ma almeno da menti pensanti, con amor di patria.

Così, pur non trovandoci su “Scherzi a parte”, la Scuola si ritrova orfana a pochi mesi dall’ex ministro Bussetti.
Il vissuto di abbandono che la Scuola sta vivendo ormai non potrà che aggravare la posizione di un mal Governo annunciato già dal suo primo insediamento.

Cosa fare ora? Attendere modifiche che il futuro ministro cercherà di apportare per riprendere il cammino nel labirinto infinito della burocrazia scolastica costruita ad hoc per distruggere la scuola italiana? Interverrà la commissione europea per ritrovare l’equilibrio perso?

Intanto tra qualche giorno e il senso è ironico, brinderemo al nuovo anno, al 2020 e nel cuore dei professionisti di scuola tanti saranno i cin cin con i calici alzati.

Brinderanno alla fine del precariato, brinderanno alla modifica dell’età pensionabile, brinderanno alla messa in sicurezza delle scuole,brinderanno alla fine dei dirigenti scolastici stressati e stressanti ,dallo stile manageriale poiché le stesse scuole torneranno ad essere veri luoghi di cultura e di educazione delle future generazioni.
Non si preoccupi comunque,caro ministro Fioramonti, il carrozzone tanto va avanti da sé, direbbe Renato Zero.

Dopo di lei…altri in scena. I docenti sanno benissimo che la Scuola da vent’anni e più è retta dalla volontà di tanti “missionari” che ogni giorno amano il proprio lavoro d’aula e che con Viale Trastevere hanno poco rapporto, grazie al proprio istinto di sopravvivenza.

Cosa fa più male? Il vedere che la politica ancora una volta esprime un delirio interno che arriva diretto nel vissuto degli italiani creando ancora una volta disorientamento, perché ancora una volta si sentiranno traditi dall’incompetenza e dall’assenza di una visione di bene futuro del Paese.

Eleonora Mosti 

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