Della “Storia della Democrazia Cristiana” (G.Formigoni, P.Pombeni e G. Vecchio- Il Mulino 2023) voglio  sottolineare il riconoscimento del merito di De Gasperi di aver saputo proiettare l’Italia, dalla catastrofe del fascismo e della  guerra, in un inedito orizzonte europeo. Non ricorro alla  nostalgia ma alla  necessità di riflettere sulla lezione del passato ancor attuale oggi con l’Europa, realtà operante, tanto che ha bocciato l’ultima Legge di Stabilita, intimando all’Italia di rimettere in linea i conti pubblici.

Che fare? Non servono le  passarelle elettorali di Giorgia Meloni con Ursula  von der Leyen, ma l’aiuto  dallo schema riformista col quale De  Gasperi seppe realizzare detta proiezione, nonostante la sua  avversione  per l’economia. Mio padre mi ha raccontato, che quando De Gasperi partecipava alle assemblee dei gruppi parlamentari, chiamate all’approvazione di importati riforme economiche, interveniva, rimanendo però visibilmente  mortificato,  perché confondeva  i milioni con i miliardi e con le migliaia di lire. La risposta era un lungo e caloroso  applauso dei parlamentari  che approfittavano del suo disagio per  testimoniargli  la massima fiducia nella sue capacita di riformatore della politica economica.

Una fiducia ben risposta perché De Gasperi  aveva sempre impostato il  suo impegno politico sulla necessità  di non limitarsi alla semplice  statuizione di principio, ma di completarla con l’indicazione  delle norme  di comportamento  atte a garantirne  l’effettiva realizzazione. Cosi la sua campagna elettorale per l’elezione al Parlamento di Vienna si distinse da quella del socialista  Cesare Battisti, non solo per un programma ispirato all’Enciclica  Rerum Novarum  ma anche per  la creazione delle casse rurali  che sottrassero i contadini trentini  dalle angherie  degli usurai e dall’incuria  del governo  di Vienna.

Pertanto. poiché  l’arretratezza dell’Italia, paese agricolo e ridotto in misera dalla guerra, non poteva essere aggredita solo con la statuizione di principio ma con norme di comportamento profondamente innovative, affidò l’elaborazione degli strumenti  della nuova politica economica  a due illustri economisti.  Ezio Vanoni che elaborò  il suo Schema di Piano e  Donato Menichella che creo con la Casmez  uno strumento di gestione dell’intervento per il Mezzogiorno  alternativo  a quello  tradizionale  dei Ministeri. Inoltre ,a differenza della  Tennessee Valley Autority di Keynes,  non dipendeva   dagli stanziamenti del governo perché, dotata di un’anima bancaria, poteva  andare  sul mercato a fare provvista finanziaria.

Questo schema riformista, abbandonato per affidarsi alla “spesa storica” produttrice solo di consensi, riemerse come un fiume carsico nel 2007 col  Governo Prodi 2 .Con il “Libro Verde della Spesa Pubblica” definì  una sistematica revisione della spesa pubblica (spending review), intervenendo sui meccanismi profondi di generazione. Anche questo schema scomparve con la caduta del Governo Prodi 2 per riemergere con la fine dell’impermeabilità alla Scienza Economica della P.A.(Bernardo  Mattarella 2017) determinata dalla la riforma costituzionale del 2012 .  La vecchia  “Pubblica Amministrazione per Procedure “ fu sostituita dalla  Pubblica Amministrazione per Risultati” che pone al centro  dell’analisi  l’esperienza amministrativa, i suoi risultati e la relativa valutazione.

Tuttavia, questa novità ha incontrato notevoli difficoltà nel mondo politico ed in quello della burocrazia comunale che, legati ad un’ottica essenzialmente giuridica, non sono stati capaci di  coniugare il profilo analitico con quello quantitativo, imposta dalla nuova P. A..

In realtà, come risulta dalla verifica empirica da me compiuta, il problema è stato risolto dall’evoluzione normativa determinata dal Libro Verde che  indica come calcolare l’equilibrio di bilancio ed il concorso alla stabilita del debito pubblico. Così, nell’esame dei risultati dell’attività dell’ente locale, garantisce la coniugazione del  profilo analitico con quello quantitativo. La tecnicità del calcolo non stende un ombra di opacità ma, al contrario, consente ex ante di valutare gli effetti e correggerli nella maniera migliore ,evitando risultati inattesi ed ormai non più modificabili.

In conclusione  la  traduzione  in termini attuali  del riformismo degasperiano con la completa attuazione del Libro Verde di Romano Prodi ,  assicura il conseguimento  di obiettivi di natura quantitativa, verificabili sulla base di riscontri  oggettivi. Pertanto, il   Sistema delle Autonomie locali, viene abilitato a concorrere  alla stabilità del Debito Pubblico  per attuarne  il Piano di Aggiustamento, necessario   per  riconquistare  la fiducia dell’ UE.

Antonio Troisi

About Author