La Consulta regionale delle Aggregazioni Laicali siciliane ha inviato una lettera ai vertici dell’Assemblea regionale in merito alla decisione di aumentare l’indennità dei suoi componenti. Di seguito il testo della missiva
Al Signor Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana On. Gaetano Galvagno
E p.c. Ai Signori Presidenti dei gruppi parlamentari dell’ARS
E p.c. Agli Organi di stampa e di informazione pubblica
Onorevole Presidente Galvagno,
è di dominio pubblico e piuttosto conclamata la notizia, riportata anche da numerosi organi di informazione, che l’Assemblea Regionale, approvando il proprio bilancio interno, ha previsto per il 2023 l’adeguamento ISTAT delle indennità dei deputati pari, in cifra, a 890 euro lordi circa pro capite, che verranno ad aggiungersi alla rimunerazione attuale di 11.100 euro (tra indennità e diaria), con una rimodulazione in aumento della relativa spesa annua complessiva da euro 10.450.000 del 2022 a euro 11.200.000 del 2023.
Nulla da obiettare sul piano formale, ma resta il fatto che una tale misura rischia di rappresentare – come ai più sembra – una manifesta provocazione nei confronti di quanti – una moltitudine! – con il proprio salario di fame, corroso finanche dall’inflazione, faticano a giungere a fine mese! Sì, il fatto non può non suscitare sconcerto e indignazione e di tali generali sentimenti anche noi intendiamo renderci interpreti. Come Loro ben sanno, stiamo vivendo un momento piuttosto grave e delicato della nostra storia repubblicana: crisi economica, crisi energetica,
tantissime famiglie in affanno, troppi disoccupati, troppi lavoratori precari, troppi giovani stanchi e disillusi in fuga dalla nostra terra, molti gli artigiani e i professionisti che vivono nell’incertezza, molti coloro che sono rimasti senza casa.
I poveri, sempre più numerosi, bussano alle porte della Caritas, del Banco Alimentare e non solo … Di fronte a tali situazioni di disagio non possiamo rimanere in silenzio! Con l’aumento di indennità questa classe politica non soltanto rischia di apparire estranea ed insensibile alla gravità del momento, ma di esasperare la collera di quanti, nei fatti denunciati, vedono svalutata, negata la loro dignità.
Nel loro messaggio indirizzato a tutti i candidati e ai siciliani alla vigilia delle elezioni regionali dello scorso anno, così hanno scritto i Vescovi siciliani: “Sappiamo tutti quanto pericolosamente si stia allargando la forbice delle disuguaglianze, quanto improvvisamente e imprevedibilmente si sia diffuso il fenomeno delle nuove povertà, quanti altri pericoli porti con sé l’aprirsi di nuove zone di vulnerabilità. Non possiamo nascondercelo: i fenomeni criminali, a cominciare da quelli mafiosi, trovano terreno fertile proprio nelle situazioni di degrado, di disagio economico, e nel grave fenomeno della dispersione scolastica. Questa è per tutti noi una chiamata storica, e lo è anzitutto per voi, per la nostra politica. C’è un profondo rinnovamento che ci attende affinché la nostra terra torni ad essere una comunità di vita, di orizzonti, di speranze. È una responsabilità che condividiamo tutti”.
Anche noi, associazioni, movimenti, aggregazioni rappresentative del vasto mondo del laicato cattolico della nostra terra sentiamo e condividiamo tale responsabilità nella piena consapevolezza che di essa tutti dobbiamo farci carico per il comune vincolo di cittadinanza. Animati da tali sentimenti e da un sincero spirito di compartecipazione al Bene comune, chiediamo Loro, nell’ambito delle rispettive Funzioni, di voler assumere ogni iniziativa, politica,
parlamentare, di governo, perché, siano rimossi e/o “bonificati” gli effetti di un provvedimento improvvido, quale appare quello in questione, così che sia resa giustizia alla moltitudine dei poveri e degli svantaggiati della nostra terra e possa essere, anche per tale via, colmata la distanza che da tempo separa le Istituzioni democratiche dai cittadini, una distanza che rischia distruttivamente di dilatarsi e approfondirsi sempre di più. (La percentuale di astenuti alle
elezioni docet!).
Non è vano richiamare a tal proposito quanto ancora hanno scritto i Vescovi siciliani nel Messaggio citato dell’1 settembre 2022: “È tempo – ed è un sentimento di tanti – di rinnovare patti di lealtà fondati su un autentico desiderio di relazione tra rappresentanti e rappresentati, su una fiducia reale nelle risorse umane, valoriali, culturali e spirituali di ognuno”.
Chiamati in causa dalle parole dei nostri Vescovi, vogliamo dichiararVi che siamo pronti fin d’ora a stringere con Voi, con le Alte Istituzioni che rappresentante, un “patto di leale collaborazione”, pronti anche a confrontarci – se tale possibilità ci sarà data – sui tanti, gravi e complessi, problemi che affliggono la comunità siciliana per cercare di ridurre le diseguaglianze sociali, alimentare la sussidarietà e la solidarietà, valorizzare le risorse pubbliche e la famiglia, proteggere il futuro dei giovani, affrontare le sfide dell’emergenza educativa, del PNRR, dello sviluppo e del lavoro, migliorare le infrastrutture e le infostrutture, implementare le aree di sviluppo vocazionali della nostra terra, per custodire la bellezza dell’ambiente, valorizzare il turismo, l’artigianato e l’agricoltura…
Ripetiamo, siamo disponibili, a collaborare e confrontarci sulle questioni essenziali del territorio, ma nel contempo auspichiamo che nell’esercizio delle loro funzioni i parlamentari sappiano coniugare l’impegno programmatico con l’esemplarità comportamentale per essere veri promotori di giustizia sociale e architetti di una Sicilia più “bedda”.
Il ricco patrimonio valoriale rappresentato dalla Costituzione, di cui celebriamo il 75° anno, sia riferimento etico costante!
La Consulta regionale delle Aggregazioni Laicali
e per essa il Segretario Generale
Dr. Stefano Vitello