Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, ha invitato a nome di tutti gli Ordinari di Terra Santa ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace e la riconciliazione per martedì 17 ottobre. Il Patriarca ha auspicato l’organizzazione di momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima.

“È questo il modo – ha detto il Cardinale – in cui ci ritroviamo tutti riuniti, nonostante tutto, e incontraci nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione. Il dolore e lo sgomento per quanto sta accadendo sono grandi. Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Siamo stati improvvisamente catapultati in un mare di violenza inaudita. L’odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più, e la spirale di violenza che ne consegue e creerà altra distruzione. Tutto sembra parlare di morte”. “In questo momento di dolore e di sgomento – ha concluso il Patriarca Pizzaballa – non vogliamo restare inermi. E non possiamo lasciare che la morte e i suoi pungiglioni siano la sola parola da udire”.

L’intervento del Cardinale Pizzaballa è giunto quasi in contemporanea con una dichiarazione dell’Ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede che ha ribadito le critiche rivolte alla presa di posizione dei patriarchi delle chiese cristiane di Gerusalemme a proposito della quale ha parlato ” immorale ambiguità.

Nel documento dei patriarchi cristiani veniva tra l’altro detto: Siamo solidali con i popoli di questa regione, che stanno sopportando le conseguenze devastanti dei continui combattimenti. La nostra fede, che si basa sugli insegnamenti di Gesù Cristo, ci obbliga a sostenere la cessazione di tutte le azioni violente e militari che danneggiano sia i civili palestinesi che quelli israeliani». Infine i leader delle chiese cristiane di Gerusalemme hanno espresso la loro ferma condanna  “per qualsiasi atto diretto contro i civili, indipendentemente dalla loro nazionalità, etnia o fede. Tali azioni vanno contro i principi fondamentali dell’umanità e gli insegnamenti di Cristo”.

 

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