Sui giornali, sia quelli favorevoli al governo, sia quelli contrari o neutrali, si continua a parlare dei
risparmi “congelati” in banca, come se dormissero, si riposassero, non lavorassero per lo sviluppo
dell’economia reale. E giù critiche contro chi consente una simile stupidaggine…
Ma nella realtà è una stupidaggine che non esiste, perché nessun risparmio depositato in banca può
permettersi il lusso di non essere impiegato, di “dormire”, di non “lavorare”, come per loro fortuna
fanno invece gli orsi nel duro periodo invernale. Ma per questi è una necessità obbligata dalla natura,
mentre le banche fallirebbero, se consentissero un simile ozio al denaro da loro raccolto.
Pertanto quasi tutti i 1.600 miliardi di depositi bancari cosiddetti “liquidi”, perché in teoria
prelevabili subito dai risparmiatori e dalle imprese, sono “condannati” a essere investiti dalle banche.
E dove vanno? In gran parte allo Stato per l’acquisto dei Buoni (sperando sempre che lo siano…) del
Tesoro e in parte alle imprese e alle famiglie con prestiti a breve termine.
Invece il vero congelamento, senza virgolette, si avrebbe nel caso in cui i risparmiatori preferissero
mantenere i loro soldi in casa (sotto il materasso o in cassaforte) e in banca (cassette di sicurezza) per
il timore di non potere più disporre liberamente del loro “cash” e di venire tassati per prelievi di
contante superiori a un certo importo, come sta ora pensando di fare il governo. In tal caso il denaro
cosiddetto “circolante” (le banconote di carta), oggi pari a circa 200 miliardi, diventerebbe più raro e
costringerebbe la Banca Centrale Europea ad autorizzare la Banca d’Italia a stampare più euro per
ridurre il danno del congelamento. Se ciò dovesse avvenire, l’Italia farebbe una pessima figura e gli
investitori stranieri si allarmerebbero ulteriormente.
Come evitare il pericolo e dare fiducia ai risparmiatori? La soluzione più intelligente è varare una
politica economica che dia fiducia alle imprese, che incoraggi, “scateni”, la loro grande creatività, già
dimostrata in migliaia di casi di successo, e che molti paesi stranieri ammirano e ci invidiano da
tempo. Una politica economica che sia di spinta e non di freno a questa nostra “miniera d’oro”, così
da creare una grande alleanza tra il risparmio delle famiglie e gli investimenti delle imprese.
Solo questa alleanza può fornire la necessaria benzina al motore dello sviluppo economico-sociale e allo
scongelamento produttivo della più importante materia prima italiana: il notevole risparmio delle
famiglie e la straordinaria creatività di tanti imprenditori.
Alla Fiera di Rho il 29 e 30 ottobre, alla presenza di 10.000 partecipanti attivi della nostra
economia reale, si svolgerà un evento molto istruttivo, anche per il governo: “L’arte di fare impresa”.
Cliccare su “expo.azimutliberaimpresa.it” per capirlo.
Giovanni Palladino