La festa dell’Epifania per noi del Partito Insieme ricorda anche una data importante: l’ anniversario dell’ordinazione episcopale di Mons. Gastone Simoni che, il 6 gennaio del 1992, ricevette per le mani di S. Giovanni Paolo II.
Il 6 gennaio del 2022 riuscì a festeggiare i suoi trent’anni da Vescovo trascorsi la maggior parte dei quali nella città di Prato. Nell’agosto del 2022 don Gastone ci lasciò.
Da un articolo apparso sul Sir, circa i festeggiamenti della città in quel 1992, riprendiamo una frase che caratterizzerà tutta la pastoralità del Vescovo Simoni.
“Il mandato di Simoni a Prato è durato vent’anni ed è terminato nel 2012 per limiti d’età. Nel suo primo incontro con i pratesi, il nuovo vescovo fece questo invito: “Restiamo tutti uniti gli uni agli altri fratelli e sorelle, siamo tutti uniti col cuore in mano gli uni agli altri. È così che serviremo davvero il Signore”.
L’amore per l’unità, il valore dell’essere e sentirsi comunità è stato sempre il filo rosso di ogni sua iniziativa, sia pastorale che sociale per arrivare a sentire forte l’esigenza di creare questa comunione di Bene soprattutto nei luoghi decisionali, quei luoghi dove il bene delle persone rischiava negli ultimi anni di non essere più una proprietà e priorità della politica, così malata di corruzione, protagonismo e ricerca di un potere opposto al servizio per il bene del popolo.
Nasceva così l’esigenza di attivare i tanti cattolici già impegnati nel sociale, dove il valore del “servire e non servirsi” era un esercizio già vissuto, per creare una forza nuova che riportasse la Politica ad essere rivissuta come il luogo delle buone pratiche e delle persone pronte ad interpretare quella Costituzione scritta con il lavoro di tanti uomini e donne che avevano rischiato la stessa vita per una Italia libera e democratica.
Con don Simoni abbiamo iniziato questa esperienza di Partito che nasceva certo da lontano. Abbiamo fatto ritiri spirituali con lui sempre a disposizione soprattutto nell’aiutarci a declinare la bellezza della DSC nell’azione politica.
Abbiamo affidato all’Immacolata Concezione ogni 8 dicembre tutte le nostre azioni ed ogni passaggio in più verso la nostra Assemblea costituente che dava i natali a questa esperienza folle agli occhi di tanti e pericolosa per altri qualora potesse diventare qualcosa di nuovo per la gente comune stanca di una politica di basso profilo.
Siamo arrivati poi alla perdita del nostro caro don Simoni nel 2022, ma sappiamo che dal cielo continua la sua opera con noi, sicuramente in comunione con altri sacerdoti come don Luigi Sturzo.
Questo 6 gennaio 2024 però per noi significa ricordare sia l’anniversario di Mons. Simoni, sia iniziare questa seconda fase di INSIEME che è pronto per vivere la sua epifania con i nuovi organi di Partito.
Lassù qualcuno “ci” ama e speriamo che anche quaggiù qualcuno possa ricredersi e guardare con occhi nuovi questo Partito che vuole solo risvegliare le coscienze, vuole solo suggerire un modello di programma che attinge alla DSC e alla Costituzione, che vuole solo portare una voce alternativa ai conflitti perché tutti gli uomini, donne e bambini vogliono la Pace e che basterebbe non dimenticare la Storia dell’umanità per non ricadere negli stessi errori.
Nella scelta del nome c’è la consapevolezza che solo insieme ad altri il sogno che diventa processo si trasformerà in realtà politica nuova, espressione di quella trasparenza d’azione che solo persone allenate alla gratuità potranno realizzare.
Ma basta con le sole dichiarazioni che pur son servite a preparare il terreno, basta con le teatralità di politici che non sono in grado neanche di mantenere una parola data con tanto di firma, basta con le dietrologie di chi dovrebbe costruire ponti tra i movimenti e associazioni e basta con i “Penelope” che tessono il giorno e poi la notte disfano progetti di comunione per impedire la loro realizzazione.
Questa Epifania 2024 sarà la “manifestazione” che fare nuova politica si può, si deve ed è urgente farla. Noi di Insieme abbiamo iniziato un progetto che partiva dal desiderio di alcuni laici chiamati a prendersi il difficile compito di attivare un processo culturale, educativo e dunque di trasformazione del Paese e ripensare ad una nuova classe politica. Altri hanno compreso e attivato altrettanti progetti che auguriamoci naturalmente andranno a convergere, magari in un Patto federativo dove ognuno metterà a servizio il proprio sapere mantenendo la propria storia ed autonomia.
Epifania allora tradotta oggi come esserci, perché urge manifestare un Bene più grande.
Caro don Simoni festeggiamo con te oggi il 6 Gennaio riprendendo alcune tue considerazioni del 9 settembre del 2017 scritte al Direttore di Avvenire.
“Caro direttore,
sia chiaro, non sogno “il partito cattolico”; meglio non parlarne nemmeno. Ma desidero – questo sì – un partito di vera ispirazione cristiana, che coniughi di nuovo il sistema dello Stato di diritto e della democrazia rappresentativa e partecipativa con l’ispirazione cristiana, quella vera, quella cioè di sostanza, che animi sia le motivazioni soggettive dell’impegno politico, sia le idee progettuali e
programmatiche – ricavate dall’intera dottrina sociale della Chiesa – e sia, al tempo stesso, i comportamenti politici. Qualcuno, per la verità, preferirebbe la presenza di due formazioni politiche di ispirazione cristiana, una operante più sul centrosinistra e una più sul centrodestra, e ciò anzitutto attraverso la “conversione” alla piena ispirazione cristiana di forze, pur limitate, già in campo. Certo, sarebbe qualcosa di nuovo se di fatto succedesse.
Ma a me piace pensare a qualcosa di unitario, che si ponga coraggiosamente nel cuore della società, e sia composto da persone e gruppi di varia provenienza – anche di provenienza democristiana e popolare – capaci di stare insieme intorno a un programma comune seriamente identitario (ma non settario) e veramente aderente alla concretezza dei problemi attuali. Un patto serio dovrebbe caratterizzare quest’unione, tale da favorire la coerenza e solidità interna, l’indipendenza e il senso della responsabilità e della coesione nazionale. Si può essere indipendenti senza essere programmaticamente divisivi nel linguaggio e nelle scelte, e cultori del senso di responsabilità nazionale senza essere ingenui e carenti di una giusta scaltrezza politica. Non è vero, a mio parere, che una compagine del genere – per il fatto di essere caratterizzata dall’ispirazione cristiana più che preoccupata di porsi al centro o a sinistra o a destra – non avrebbe una propria specifica identità culturale–politica, la quale, è vero, distingue una formazione politica da un comitato elettorale.
Chi capisce cosa significa partito di ispirazione cristiana sa che esso è irriducibile al liberalismo e al liberismo, pur essendo decisamente democratico in politica e in economia, così come al socialismo di vario colore pur essendo fortemente sociale. C’è sempre bisogno di vigilare sulla tenuta delle libertà democratiche minacciate da antiche e nuove forme dispotiche; e la liberazione delle immense moltitudini di poveri unitamente alla resistenza di fronte alle forze guerrafondaie sono tuttora un obbligo. D’altra parte le “contaminazioni” ideologiche sono inevitabili anche per una compagine identitaria, ma non – se lo si vuole – fino a cancellare i connotati essenziali della sua fisionomia.
Da aggiungere che il programma di un partito di ispirazione cristiana non è la mera ripetizione dei princìpi e degli orientamenti della dottrina sociale della Chiesa: esso è dato dalle risposte ai vari problemi della società illuminate, certo, dalla dottrina, ma razionalmente elaborate e discusse in mezzo alle vicende e alle varie situazioni. Di un tale partito, secondo me, ci sono le premesse. Non siamo all’anno zero. Guardo fuori dall’attuale scena politica, è vedo che non mancano le persone che pensano e hanno capacità politica, e che sono oneste e cristiane nell’anima. Certo, il vero problema è riconoscerle e favorirne l’incontro e l’unione, e individuare volti autorevoli e credibili. Il vero problema è volere davvero “qualcosa di nuovo” che si apra uno spazio e si offra alla fiducia della gente. Non è poco, lo so. Allora? Allora bisogna cambiare registro mentale nella cattolicità italiana ed europea aiutando le nostre società a uscire dalla dittatura dei condizionamenti secolaristici e del “pensiero debole”, dalla eccessiva crisi della verità etico– sociale e dalla paralisi che ne deriva…(segue)”.
Buon anniversario don Simoni. Buona Epifania a tutti noi!
Eleonora Mosti