Il Coronavirus non guarda in faccia a nessuno e porta ulteriori avvelenamenti nello scontro frontale tra i democratici e Donald Trump, in vista delle prossime presidenziali di novembre.

Il Presidente statunitense è sotto attacco per le sue minimizzazioni e per gli scarsi fondi messi a disposizione di una battaglia entrata nel vivo dopo che la città di San Francisco, la quarta più grande della California e la seconda per densità di tutti gli Usa, dopo New York, ha deciso di adottare misure preventive straordinarie.

Donald Trump dice che la sua amministrazione è pronta a valutare il blocco dei voli provenienti da Italia e Corea del Sud, paesi che vede in “difficoltà” nel contenimento della diffusione del virus. Intanto se la continua a prendere con la stampa che, a suo avviso, lo ricorda anche il New York Times ( CLICCA QUI ), “sta facendo tutto il possibile per far sembrare il Coronavirus più cattivo possibile”.

E’ vero che il Presidente, guardando soprattutto molto all’andamento dei mercati finanziari, rassicura sostenendo che la sua amministrazione sta facendo “un grande lavoro” al riguardo, ma è anche vero che il suo stesso Ministro alla Salute. Alex M. Azar II, era già intervenuto con franchezza rendendo noto che sono già esauriti i 105 milioni di dollari stanziati finora e ne ha chiesto altri 136.

La scena, così, se la prendono i democratici. Attraverso il loro capo al Senato, Chuck Schumer di New York, propongono di far salire addirittura a 8,5 miliardi i finanziamenti. Nancy Pelosi, la Presidentessa della Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica, ha risposto alle dichiarazioni di Trump, secondo cui il virus è sotto controllo, con una lapidaria replica:” Non penso che il Presidente sappia di cosa sta parlando”.

Del resto, martedì scorso, Nancy Messonnier, direttrice del Centro nazionale per le immunizzazioni e delle malattie respiratorie, aveva lanciato l’allarme invitando le autorità statunitensi a non baloccarsi dietro il “se accade”, perché anche negli Usa la vera questione è “del quando”.

Per il momento sembra che in tutti gli Usa siano stati fatti circa 400 controlli. Il timore è che la diffusione del Coronavirus possa rivelarsi più ampio del previsto perché il sistema sanitario è caro al punto che è risaputo il fatto che moltissima gente si presenta negli studi medici e negli ospedali proprio quando finisce in situazioni estreme.

Trump ora dovrà correre ai ripari. Egli sa benissimo che il giungere della prima notizia su un caso di contagio, che non riguardi statunitensi all’estero, o, speriamo di no, su un decesso per Coronavirus entri i confini Usa avranno un effetto deflagrante sulla sua campagna elettorale e la possibilità di essere rieletto.

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