In risposta al disegno di legge del ministro Roberto Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato in prima lettura dal Senato, bisognerebbe promuovere uno ‘sciopero del prosecco e dello spritz, di cui il prosecco è uno dei componenti, e diffondere l’iniziativa sui social partendo dalla Puglia e dalla Campania e coinvolgendo anche le altre regioni del Sud e del Centro Italia. I bar, i supermercati, le enoteche, i consumatori, i giovani più avvezzi all’aperitivo, i luoghi in cui il prosecco si serve e si vende dovrebbero fare la loro parte: proporre, al posto del prosecco, vini spumanti del territorio che, pur difettando di politiche di marketing, sono ugualmente validi. Qualcuno sorriderà e penserà che si tratti di una boutade. Ma non c’è proprio niente da ridere, è semmai una protesta civile al pari della marcia dei neri su Washington per il lavoro e la libertà del 28 agosto 1963 durante la quale Martin Luther King Jr. pronunciò lo storico discorso ‘I have a dream’. Di una iniziativa del genere il Sud ha bisogno di fronte all’arroganza irrefrenabile del Nord e suonerebbe come una rivolta morale contro i tentativi di secessione.
Il Senato, approvando l’autonomia differenziata, anziché esprimere un surplus di saggezza istituzionale, ha mostrato la pochezza ideale della classe politica che vi siede. Non c’è dubbio che con l’autonomia si voglia colpire il Sud e con esso anche i principi fondamentali della Costituzione italiana, in particolare l’uguaglianza esplicitata sia dall’articolo 3, “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”, che dall’articolo 4, “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”.
L’autonomia differenziata, concepita dal ministro Calderoli, sbeffeggia senza alcun dubbio la Costituzione e sembra riproporre, in forme nuove, la configurazione di un’Italia pre-risorgimentale. Insomma, un tradimento della storia. Bisognerebbe allora chiedersi a cosa sia valso il sacrificio di migliaia di soldati del Sud morti per l’unità d’Italia soprattutto nella prima guerra mondiale. Domanda retorica? Forse. Però dal sapore attuale. In quest’ottica, una rivolta morale del Sud non avrebbe più il significato di una mera rivendicazione di bottega, come è quella del Nord, ma un’azione civile per l’unità del Paese, in nome della Costituzione e della dignità dei meridionali e dei più deboli. Lo sciopero del prosecco è certo un atto simbolico, ma i simboli, spesso, danno sostanza epica alla storia. Così è stato per la marcia di Washington.
Pasquale Pellegrini
Pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno