Papa Francesco ha riconosciuto il martirio del magistrato Rosario Angelo Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990 in odio alla fede. Livatino era nato il 3 ottobre 1952 a Canicattì ed è stato ucciso da un commando mafioso sulla strada tra Canicattì ed Agrigento il 21 settembre 1990 mentre con la propria vettura, e senza scorta, si recava al lavoro.

La decisione del Papa è stata comunicata al termine dell’udienza con il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

Il Centro Studi Rosario Livatino ( CLICCA QUI ) ha così accolto la notizia:

“Il Centro Studi Rosario Livatino esprime profonda gratitudine al S. Padre Francesco per l’autorizzazione alla promulgazione del decreto riguardante il martirio del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino ( CLICCA QUI ).

Ricordano le parole dello stesso Pontefice, durante l’udienza concessa ai componenti del Centro studi, il 29 novembre 2019, in occasione dell’annuale convegno nazionale: “Livatino è un esempio non solo per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro e per l’attualità delle sue riflessioni. (…) l’attualità di Rosario Livatino è sorprendente, perché coglie i segni di quel che sarebbe emerso con maggiore evidenza nei decenni seguenti (…), cioè lo sconfinamento de giudice in ambiti non propri, soprattutto nel materie dei cosiddetti “nuovi diritti”, con sentenze che sembrano preoccupate di esaudire desideri sempre nuovi disancorati da ogni limite oggettivo”.

Possa l’imminente beatificazione di Livatino essere di sprone e di incoraggiamento per  quei giuristi, e in particolare per quei magistrati, per i quali la Giustizia non è al servizio dell’ideologia o dell’interesse di una parte”.

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