Scomodiamo il Carducci, con la sua Faida di Comune: “ Parlan tutti in una volta!”.

Indagato un sottosegretario leghista, cui sono state ritirate le deleghe e , quindi, non si capisce cosa resti a fare nel Governo.

Salvini (“ Tutto ferro l’ampio busto, Ed il grande capo ignudo, Sta su ’l grande caval bianco
E imbracciato ha il grande scudo”) risponde con j’accuse contro Virginia Raggi, a sua volta accusata di aver fatto pressioni su quel gioiello di gestione che è l’Ama.  La Sindaca di Roma (“ Stava presso la candela, Tremolante nel bagliore, Co’ pennoni del comune A cavallo un banditore. E sonava a più riprese De la tromba, e urlava forte Viva il popolo di Pisa A la vita ed a la morte!)  risponde per le rime.

Di Maio non sa più come regolarsi in questo caos e vede che non può fare come Banduccio di Buonconte che “ Con un cenno di comando Frenò l’ire”.

Viene, intanto il dubbio che piuttosto col continuare a cercare assonanze con la Faida di Comune meglio sarebbe richiamarsi alla grande stagione del cinema delle torte in faccia e ripensare ai tempi della retorica sul Contratto del Governo del cambiamento.

Proprio un bel cambiamento, in cui emerge la figura grandiosa di Nello merciauol popolaruccio che ancora , però, non siamo riusciti ad identificare in mezzo a tutta questa “ masnada” in attesa che all’improvviso, chissà come, finirà a tarallucci e vino(  Vincitori sì, ma stanchi Di contese e cristiani, Noi veniamo a segnar pace Co’ lucchesi, noi pisani..  )

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