Se verranno confermati i dati, diffusi in questi giorni, che segnalano una impennata  degli abbandoni scolastici, dobbiamo renderci conto che siamo davanti ad una situazione francamente allarmante. Dopo quello dei decessi, e con la perdita dei posti di lavoro, si tratta sicuramente dell’indicatore più grave che ci viene servito dalla pandemia. A conferma del fatto che non solo gli anziani sono stati falcidiati.

Un dato a maggior ragione allarmante perché, almeno in capo ai ragazzi che già ne sono coinvolti, configura una condizione più difficilmente sanabile della stessa perdita occupazionale.

Per quanto statisticamente nei prossimi  anni potremo risalire la china e recuperare – almeno così è lecito sperare – questo preoccupante scivolone, intanto che ne è, oggi, di una generazioni umiliata, che non appena approderà all’età adulta si renderà conto dell’ingiustizia subita e la vivrà come un fallimento personale di fronte alla prima vera prova della vita, la subirà con rimpianto ed con un avvilito sentimento di frustrazione e di smarrimento della propria autostima?

Qual è la distribuzione per fasce sociali e di reddito delle famiglie di questi ragazzi? In definitiva, purtroppo o per fortuna – ma, in definitiva, grazie alla pandemia – i nodi vengono al pettine. Infatti, la pandemia non è la causa diretta della crescita abnorme dell’abbandono scolastico, bensì la condizione estrema che mette a nudo le condizioni latenti che la rendono possibile. Sono queste ultime che bisogna contrastare senza posa.

Una forza politica che, come INSIEME, assume come asse portante della propria proposta politica e programmatica, la Persona, il suo valore da promuovere in ogni attività sociale, in ogni ambito civile, di fronte ad un fenomeno che ferisce la dignità di tanti ragazzi, non può che invocare un’alleanza “bipartisan” per combattere questo fenomeno. A cominciare dagli stessi comuni, non solo da parte degli organi centrali dello Stato e ci auguriamo che la tornata autunnale di elezioni amministrative assuma questa tematica come centrale e prioritaria.

Se vogliamo essere seri dobbiamo riconoscere che, al di là del chiacchiericcio quotidiano in cui spesso indugia la politica, vi sono giustamente argomenti divisivi, ma se ne sono anche altri talmente dirimenti da proporsi necessariamente come unitivi e che, quindi, come tali, vanno schiettamente riconosciuti. Il destino e la vita di troppi ragazzi che, abbandonando prematuramente la scuola, rischiano seriamente di compromettere il loro futuro è tra questi.

Un partito, come il nostro, di ispirazione cristiana non può sottrarsi alla responsabilità di un appello ad un impegno comune, cui in nessun modo faccia velo la doverosa ed ovvia dialettica che persiste anche in tempi di unità nazionale.

Domenico Galbiati

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