Uniti, maggioranza coesa, maggioranza compatta. Grida che sentiamo da mesi e mesi a dispetto della verità e dello stato delle cose. Un tentativo patetico per spacciare per qualcosa di serio la vera e propria farsa in cui la destra è coinvolta sull’atteggiamento che le componenti dell’Esecutivo Meloni tengono sull’Europa.

C’è da dire che la figura meno deprimente la fa Matteo Salvini. Ambiguo su tanto altro, su questo non demorde e dice che il re è nudo: la destra la pensa diversamente su Bruxelles e sulla possibilità di partecipare alla eventuale prossima riconferma di Ursula von der Leyen alla della Commissione che prende proprio il suo nome,”ursula”, frutto dell’accordo dei popolari europei con socialisti e ad altri. In funzione anti populista e anti sovranista. Salvini non la votò cinque anni fa, e da allora iniziò il suo declino e non la vuole rivotare neppure il prossimo giugno.

Più patetica appare la Meloni. Ha sempre veleggiato con populisti e sovranisti e da tempo, a dispetto della politica seguita in Italia, coltiva un suo rapporto personale, improvvidamente corrisposto, con la Presidente della Commissione. E’ il barcamenarsi tra la necessità di mantenere un buon rapporto con chi ha inondato l’Italia di euro e la vocazione a restare nella destra antieuropeista dei conservatori. Ma la palma d’oro per  questo farsa va sicuramente ad Antonio Tajani e ai suoi di Forza Italia: devono tenere insieme gli interessi di bottega di casa e l’adesione all’ala più conservatrice del Partito popolare. E così giocare le due parti in commedia che non sono sempre conciliabili tra la politica europea e quella domestica.

Poi ci lamentiamo che non ci prendono sul serio al di là delle Alpi. Coerenza … vo cercando che è si cara …. Ovviamente, chi come noi è davvero aderente alla tradizione del popolarismo solidale ed inclusivo aspetta solo che i risultati elettorali, come ampiamente previsto, spazzino via tutte queste miserevoli cose.

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