Tutto è bene quello che riesce a sistemare uno degli aspetti del nostro Paese che ci può far mettere nel novero di quelli da considerare con una democrazia a metà. E’ proprio il caso della nostra Giustizia. Da decenni uno dei punti dolenti del nostro vivere comune, dell’economia, dei rapporti tra poteri e poteri, tra cittadini e cittadini.
Una questione sempre strutturalmente aperta. E non solo perché fa parte delle grandi questioni dell’umanità, visto che, come si dice, la Giustizia non è cosa di questo mondo. Noi abbiamo le leggi, tante leggi, ma siamo spesso, nelle cose piccole e grandi, a dirci che siamo ben lontani dall’assicurare a tutti il famoso detto dell’essere uguali di fronte alla Legge. Per non parlare del funzionamento di tutto ciò che fa parte del mondo giudiziario.
Siamo all’ennesima riforma su una questione diventata particolarmente accesa nel trentennio del bipolarismo nato, e sviluppatosi, con un particolare riferimento alla discesa in campo di Silvio Berlusconi per le tante vicende che lo hanno coinvolto anche sotto questo profilo.
Vedremo nel dettaglio delle conseguenze di questa riforma presentata nel Consiglio dei ministri di ieri. E’ un tema tanto complesso che bisognerà attendere l’analisi lucida ed indipendente, ringraziando il cielo in Italia non manca chi è in grado di farla, per addentrarci nei meandri di un provvedimento che finisce per completare il grande affresco delle principali cose che la maggioranza di governo intendeva raggiungere sulla base di una sostanziale “spartizione” a tre.
Ai Fratelli d’Italia interessava trasformare la Costituzione, anche se dal Presidenzialismo sono stati costretti a rinculare su di un Premierato che si presenta ogni giorno di più come un pasticcio. Comunque, sono riusciti a porre sul tavolo la questione della “mutazione” costituzionale con un’impronta dirigistica, come se già oggi non avessimo il totale svilimento del Parlamento, tanto cara alla destra neofascista almirantiana e alla P2. I leghisti hanno avuto la loro Autonomia differenziata, anche se devono ora affrontare la più o meno palese rivolta dei quadri meridionali.
Ora è la volta della soddisfazione per Forza Italia che non poteva certo rimanere a bocca asciutta per realizzare quello che il Ministro Tajani ha definito il “sogno” di Berlusconi
Ma la famosa divisione delle carriere, la creazione di due Csm e tante alate cose, però, risolvono quel “grido di dolore” che da decenni e decenni, vogliamo dire già da subito dopo la nascita dello Stato unitario?, chiede una Giustizia equa, veloce, certa, a portata dei singoli cittadini? Non dunque la Giustizia di loro signori, ma quella per noi, poveri cittadini destinati a restare perennemente in attesa di una Giustizia giusta, chiara e certa, ed amministrata possibilmente in tempi ragionevoli, in modo da farci parlare di un’Italia davvero in piena democrazia sostanziale? E’ chiedere troppo dopo che qualcuno pensa di aver risolto … i fatti propri?