Non c’è alcun dubbio che le elezioni sia meglio vincerle, dato che solo accedendo a ruoli istituzionali si può esercitare il “potere” necessario a tradurre sul piano legislativo gli ideali, i valori ed i programmi che motivano il proprio impegno politico. Eppure una prova elettorale non può essere del tutto e solo ascritta alla classica logica dei “vincenti e dei perdenti” che, se assunta come unico parametro di riferimento, diventa retorica.
C’è un livello sovraordinato di ordine morale che precede e giustifica la generosità di una franca e personale esposizione al confronto elettorale, soprattutto, come nel nostro caso, laddove sia fatta propria sì ragionevolmente, eppure a prescindere dall’ attendibilità o meno della speranza di successo che pur legittimamente si coltiva.
Con quel po’ di spregiudicatezza – e, cioè, almeno senza la paralizzante preoccupazione per il proprio personale prestigio – che dà vita e respiro all’ impresa politica, sottraendola all’ imbarazzante computo delle proprie personali convenienze. In altri termini, non è mai sconfitto, ma, se mai, semina, chi osa assumere una posizione – soprattutto ove sia non scontata e non omologabile al comodo andazzo della logica al momento dominante – ed avanzare una proposta che ampli il ventaglio delle opzioni cui l’elettore può accedere.
E’ questa la prima lezione che abbiamo ricevuto dai nostri candidati, che in Lombardia, per quanto in un contesto che avremo immaginato più gratificante, hanno affrontato la prima prova elettorale di INSIEME. E di questo siamo loro grati e riconoscenti.
Hanno condotto una campagna elettorale “nuova”, argomentata, pacata, senza strepiti e demonizzazioni dell’avversario, povera di propaganda, ricca di proposte e di contenuti, condotta non attraverso manifestazioni elettoralistiche, ma con convegni tematici. A Milano, a Brescia, a Varese, a Mortara in Lomellina, ad Erbusco in Franciacorta o piuttosto a Cremona. Del resto, i nostri candidati ci hanno offerto, testandole sul campo, altre sollecitazioni, rilevanti nella prospettiva dei nostri prossimi impegni. Hanno rafforzato la nostra fiducia in un partito di ispirazione cristiana e la convinzione che i credenti non debbano trattenere il loro impegno sul piano sociale e formativo, ma piuttosto a piene vele dispiegarlo sul terreno della politica.
A questo proposito nelle settimane della campagna elettorale, sulla chat dei candidati di INSIEME, si è sviluppata una riflessione circa il rapporto dei cristiani che assumono l’onere della militanza politica, nelle forme di un partito, con il mondo ecclesiale. Ne è scaturita una riflessione, approdata ad una domanda forse inedita, che esige una risposta. Non dovremmo – in qualche modo parafrasando un’antica espressione di Kennedy – anziché chiederci indebitamente che cosa la Chiesa possa fare per noi, quale “endorsment” attendere o pretendere, domandarci, al contrario – come suggeriva un amico – che cosa possiamo fare noi per la fede che professiamo?
Ad esempio, chiedendoci come – quasi a conferma, sia pure così indiretta, della sua verità – possiamo mostrare l’efficacia sul piano storico di quell’ispirazione cristiana che motiva e giustifica il nostro lavoro politico? Infine, i nostri cinque candidati hanno sperimentato nel vivo della competizione elettorale, quella nuova forma di partito cui dobbiamo pensare, nell’ attuale frangente storico. Hanno creato un’ importante rete di rapporti e di reciproca affidabilità, provincia per provincia, dalle imprenditrici del riso, ai viticultori, dai dirigenti scolastici, ad una pluralità multiforme di associazioni culturali milanesi, in una biunivoca relazione di competenze.
Insomma, con l’attivo concorso degli amici che aderiscono al partito, non più un pesante apparato di iscritti che militarizzano il campo della propria area di riferimento culturale, secondo una modalità strutturale rigidamente gerarchica e piramidale, bensì’ un agile e snello soggetto collettivo di persone e di relazioni paritarie con le espressioni del più vasto contesto sociale.
E da qui, confortati dall’ impegno dei nostri cinque candidati, INSIEME riprende il proprio cammino in Lombardia.
Domenico Galbiati