Giancarlo Infante lo ha scritto spesso: i politici, ma adesso aggiungiamoci anche chi è ai vertici delle istituzioni, dovrebbero avere un portasilenzio più che un portavoce. Il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha confermato la cosa.

Ha pensato bene di intervenire, alla fine di ottobre, sul 25 aprile. Si è avviato, insomma. Ed ha pensato di farlo proprio mentre da Predappio saliva l’eco dei neofascisti che ricordavano il 28 d’ottobre di cent’anni fa davanti alla tomba di Mussolini.

“Povera” Giorgia Meloni che deve soprattutto guardarsi dal “fuoco amico”. Quello dei nostalgici impenitenti da cui prende le distanze; quello di coloro che ha mandato al vertice delle istituzioni e che hanno cominciato a parlare un po’ a ruota libera, visto quanto è difficile sottrarsi all’ebrezza delle prime interviste dopo l’assunzione del ruolo. “Fuoco amico” che probabilmente la impensierisce meno di quello appiccato, un giorno sì e l’altro pure, dal quel grande amicone di Matteo Salvini, il quale sembra prenderci proprio gusto nell’anticipare idee e proposte di governo, o delineare scenari, senza neppure avvertirla.

La storia del 25 aprile “fuori stagione”, buttata lì da Ignazio La Russa, non serviva proprio. Anche perché non aggiunge niente di nuovo al modo di fare di una certa destra. Quella che non vuole sentirsi dare del fascista e che sottolinea la condanna feroce delle leggi razziali del ’38,come se al fascismo ci fosse solo quello da addebitare, e poi non riconosce pienamente, e non dice di aderirvi senza se e senza ma, alla celebrazione del 25 aprile.

Quella è la festa che segna la liberazione dal nazifascismo e ricorda il giorno in cui l’Italia s’è data la Costituzione per cambiare pagina. Che ci vogliamo fare? Può diventare festa di tutti, come reclama il Presidente La Russa oggi, come reclamava Silvio Berlusconi a suo tempo, se pure quelli che vengono dal Movimento Sociale se ne fanno una ragione e sono loro a riunirsi agli altri in un giorno di condivisa democrazia per tutti.

In ogni caso, mi chiedo: ma era proprio necessario sollevare un inutile polverone a ridosso del 28 ottobre e con sei mesi d’anticipo?

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