Pubblichiamo a firma di Alfonso Barbarisi, che ha coordinato i lavori, la prima parte del documento che contiene le proposte del gruppo di studio di Politica Insieme su Scuola, Università, Ricerca scientifica 

Il piano programmatico sull’Educazione (Scuola, Università, Ricerca) di POLITICA INSIEME si richiama ad una concezione del Sistema Scolastico come luogo dove si garantiscono il diritto allo studio e le pari opportunità di successo formativo, nonché il riconoscimento e la valorizzazione dei talenti di ciascuno per una solida crescita culturale dei futuri cittadini del mondo. Non vuole, per altro, concorrere all’ennesimo “epocale” cambiamento riformistico, come la legge della “Buona Scuola” e le due “riforme”, meno recenti, riguardanti l’Università, per non accentuare la instabilità normativa dei Sistemi, causata dalla relativa volatilità delle norme e regolamenti avutasi. Per altro, specie nell’Università, l’instabilità ha favorito una tendenza di molti operatori a rimanere “fedeli” a riti e metodologie consolidate della tradizione ottocentesca dell’Accademia, producendo, un deleterio effetto paradosso di
tenace conservatorismo. Va, quindi, rispettato, per quanto possibile, una opportuna decantazione delle norme stesse.

Ci si soffermerà semmai su alcune criticità per riaffermare la centralità di alcuni principieducativi, pedagogici e valoriali mancanti e/o ideologicamente modificati, che han finito per alterare la vita scolastica e l’intero sistema educativo nella sua autentica concezione.

La Scuola e l’Università devono tornare ad essere luoghi di educazione e non solamente di istruzione. È necessario predisporre un patto educativo, che definisca, in termini attuali ed in una visione olistica, la mission di tutto il Sistema. Esso deve scaturire da un Patto tra Stato-Regioni-Realtà locali e tra Docenti-Discenti/Genitori ed, ancora, Mondo Lavorativo. Ci sono valori condivisi da tutte le persone, che vogliono vivere pacificamente in una società
“civile”. Il non averli coltivati, con laica responsabilità ed apertura, ha portato alla loro eliminazione dal percorso educativo. Tutto ciò sta conducendo ad una società variabile/dinamica, non aperta agli altri, alla collaborazione, all’impegno civile, ripiegata sul consumismo esagerato e alla ricerca compulsiva del profitto.

Di fatti, dopo un periodo di esclusiva attenzione per gli esiti dell’apprendimento in termini cognitivi, elemento fondamentale, ma non esclusivo dell’educazione, si è giunti alla consapevolezza che ai giovani vada fornita una formazione integrale che susciti in loro il desiderio di un sincero, e competente, impegno sociale e civico. Si avverte una forte necessità di esprimere, in termini moderni, la dimensione simbolica dell’Educazione. I concetti di “pensiero critico”, di “curiosità”, di” creatività”, così spesso richiamati dagli educatori, possono rifulgere di luce assiologica solo se si articolano tra loro armonicamente e vengono indirizzati verso nuove accezioni educative del Civismo, della Cittadinanza, della formazione della personalità (Caracter) dei giovani.

In un contesto sociale e globale dominato dalla complessità, che non ha corrispettivo nel passato e che comporta instabilità e fragilità, nonché una insoddisfazione di fondo dei metodi formativi-educazionali, occorre riportare al centro di ogni ordinamento legislativo il valore della Persona, sia essa Docente o Discente.

Molti concetti ed osservazioni riguardanti la scuola, presenti nella prima parte di questo progetto, vanno
considerate anche per l’Università per quell’impostazione unitaria dell’Educazione, che qui si propone e, per
tanto, non saranno ripresi, se non indirettamente nelle parti successive.

SCUOLA – Keywords: Unitarietà, Ecologia, Autonomia, Ibridazione, Formazione, Valutazione

Unitarietà: Il progetto educativo è un unicum, che vede al centro il giovane, dall’infanzia pre-scolare alla gioventù, fino al giovane adulto. Vanno ricercate collaborazioni dinamiche a vari livelli educativi e riprendere una attenzione olistica verso la Cultura. Bisogna evitare le fratture e contrapposizioni, che si sono create, sempre più e a vari livelli educativi, nella Scuola e tra questa e l’Università. Proposta: Favorire scambi, trasversali e longitudinali, a livello locale, nazionali ed internazionali, fin dai primi anni della Scuola secondaria; iniziare presto un percorso, strutturato e condiviso, di orientamento dei giovani alle scelte professionali e lavorative.

Ecologia: I problemi ecologici, a cui i giovani dimostrano già un vivo interesse, sono la grande criticità del terzo millennio e non possono essere ignorati in ogni momento dell’educazione delle giovani generazioni. L’ecologia in sé deve essere il leitmotiv di tutto il progetto educativo, orientato verso la scoperta del senso dell’ambiente, in cui viviamo e dei commons in genere. Questi “rinnovati valori” vanno messi al centro della cultura moderna. Proposta: Bisogna che la visione ecologica sia la lente attraverso cui vedere la realtà e gli avvenimenti dell’oggi. Favorire l’organizzazione di corsi, seminari, progetti e summer schools, dando il giusto rilievo a tali temi, unitamente all’economia circolare, che ne è un concreto modello/soluzione di sviluppo integrato, premiando la frequenza e il profitto.

Autonomia: L’autonomia della Scuola, è stata un grande conquista del sistema, ma va resa matura e centrale. È necessario rendere la Scuola vero “presidio pedagogico del territorio” e ridare vigore alla sua funzione di mobilità sociale. L’autonomia si valorizza al meglio nel contesto di sussidiarietà, federalismo e autonomia differenziata. C’è bisogno dimeno burocrazia, a tutti i livelli e di dinamicità gestionale. Proposta: Direttori generali, che posti al vertice della govenance strategica di macro-agglomerati scolastici, dinamizzino il sistema, similmente all’esperienza positiva della riforma Franceschini. L’autonomia valorizzerà alcuni ruoli coordinativi-dirigenziali, che vanno invece resi elettivi.

Ibridazione: Aspetti validi delle due realtà (Scuola, Università) devono interessare tutto il percorso educativo. Proposta: fare acquisire la “Terza Missione*” dell’Università anche alla Scuola, per un’esperienza diretta dell’ambiente esterno, sociale e lavorativo da parte degli adolescenti.
*Interazione tra Istituzioni universitarie ed Istituzioni esterne nei settori del privato, pubblico e del volontariato,
oltre che con la società nel suo insieme (Higher Education Funding Council for England, 2009).

Formazione: La formazione post-laurea del Docente, che oggi si esaurisce in gran parte con l’acquisizione dei 24 crediti formativi, deve essere, invece, continua e dinamica, perché la situazione sociale, dall’ultimo dopoguerra, è caratterizzata dalla numerosità di nuove conoscenze, ma anche, ed ancor più, dalla accelerazione della loro acquisizione. La vita  lavorativa del Docente di oggi, pertanto, è contrassegnata da un confronto con diversi
sistemi socio-culturali. Una delle cause della crisi del docente deriva dal fatto che la sua soggettività non riesce a gestire i rapporti con questa realtà cangiante, che la circonda, e, pertanto, non produce più visione del futuro, su cui ancorare la fiducia dei discenti. Si è avuto una perdita di senso della missione educatrice, un indebolimento della figura del docente e del ruolo sociale dell’intero sistema scolastico, come ascensore sociale. Ciò contribuisce alla disattenzione delle Famiglie e dei Giovani verso il Sistema educativo in generale, considerandolo un passaggio obbligato per ottenere un titolo ed è la radice vera della dispersione, non solo scolastica, ma anche universitaria. Proposta: Al docente va fornito, in continuo, durante la sua carriera, una formazione pedagogica, che affianchi e
fortifichi la sua attività e favorisca una sua modalità didattica attiva, partecipata, laboratoriale, riflessiva e per competenze.

Valutazione: Per un Docente, impegnato responsabilmente, vi è il dovere e la necessità di riconoscere il suo merito e riconoscere vuol dire valutare per premiarlo. Occorre costruire presto un sistema di valutazione, il più possibile equilibrato: un learning by monitoring, multilivello, in cui la valutazione tra pari, l’auto-valutazione, l’intervento di esperti e la valutazione da parte dei soggetti, sui quali il lavoro del docente ha una diretta ricaduta (famiglie e alunni) siano in armonia. L’istituzione di una Agenzia ad hoc, indipendente, potrebbe essere il luogo di interrelazione dei vari stakeholders ed un modo di rendere trasparenti i loro risultati. L’incentivazione economica premiale sarà il giusto compendio a questo sforzo di miglioramento della Didattica.

Proponiamo per il Comparto Scuola

Un provvedimento, immediatamente fattibile: svolta ecologica educativa, uno urgente manutenzione straordinaria degli immobili di Scuola, Università e Ricerca, in rapporto agli interventi di rilancio economico post Covid19 e, prospetticamente, rendere effettivo per tutti l’attuale obbligo formativo fino ai 18 anni, realizzando una reale integrazione tra il sistema dell’istruzione e quello della formazione professionale, che valorizzi appieno, in chiave di inclusività, le diversità dei talenti e degli stili di apprendimento, e due proposte, di fondo ed a medio tempo.

PRIMA PROPOSTA: riequilibrio del sistema basato su: svolta per una governance creativa, sburocratizzazione, distinzione dei ruoli.

Lo Stato deve abbandonare l’organizzazione burocratica per assumere un ruolo funzionale,
perché anche la Scuola (e Università) è, insieme a tante altre strutture pubbliche, un “sistema ingessato”, in cui le risorse economiche sono al tempo stesso carenti e sprecate. La semplificazione organizzativa è centrale per un assetto più efficiente del Sistema. A livello ministeriale va ripreso, innanzitutto, il riaccorpamento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica e va perseguita una riduzione dei Dipartimenti e delle
Direzione Generali, una revisione delle linee di comando tra centro e periferia.

Due direttive vanno focalizzate concretamente: internazionalizzazione (conoscenza reale della lingua inglese, come lingua franca, equiparazione ed equivalenza del sistema italiano con gli standars europei per il riconoscimento dei Titoli di Studio, incremento degli scambi culturali, ecc.) e, non ultimo, poi, una reale digitalizzazione del sistema (v.Nota) ed una revisione dell’edilizia scolastica, che potrebbe rientrare nei programmi di sviluppo post-Covid19.

La separazione dei ruoli nella Scuola dovrà prevedere tre ambiti: Docenza, Amministrazione, Facilitazione. La Docenza deve avere il ruolo centrale, che le spetta, un’autogestione con elezioni delle figure di coordinamento, sistemi di autovalutazione e formazione pedagogica in itinere. Le funzioni trasversali, non prettamente di insegnamento, vanno sgravate dai compiti della funzione docente e valorizzate in un ruolo a sé stante di (v. seconda proposta). Il ruolo amministrativo, pur incardinato in unico ufficio, deve prevedere una articolazione centrale regionale ed una periferica, senza sovrapporsi alle competenze tecniche didatticoscientifiche.

La vera rivoluzione, mediata dalla felice riforma Franceschini per i Beni Culturali, è una nuova funzione dirigenziale, con il massimo status amministrativo, espressa su aggregazioni scolastiche, organizzate in macro-aree. Coloro che ricopriranno tale funzione saranno scelti, sulla base della esperienza e capacità gestionale, creativa, strategica, per
concorso pubblico, per un periodo temporale di 5 anni. Dovranno esprimersi in una direzione meno legata alle procedure, ma responsabilizzata dalla trasparenza dei risultati e la verifica di essi. La governance valorizzerà un Sistema educativo, basato non sulla competizione, ma sulla cooperazione e distintività tra tutte le risorse presenti nel sistema stesso.

SECONDA PROPOSTA: ruolo della funzione di Facilitazione/ammodernamento.

I docenti devono essere sollevati dalle mille funzioni attualmente a loro attribuite, non strettamente connesse alla docenza ed alla formazione pedagogica continua. Tutte quelle funzioni integrate nel progetto educativo, ma non di funzione strettamente didattica, devono essere valorizzate da persone, che hanno scelto di promuoverle, come espresso oggetto del loro impegno lavorativo. Si tratta di facilitare e sviluppare una serie di azioni trasversali
indispensabili per una educazione moderna, che coinvolgeranno allievi e docenti. Si propone, pertanto, l’istituzione di figure di sistema e di rete: i “Facilitatori”, come ruolo definito ed autonomo, con possibile osmosi con la docenza. Si tratta di un ruolo innovativo,distinto e definito, complementare e cooperativo con la Docenza, che riduce così le sue tante competenze. I Facilitatori dovranno spendersi per un arricchimento della funzione educatrice su direttive ed impulso dei Direttori strategici. La loro azione, trasversale e di interconnessione, deve vertere fondamentalmente sull’interazione tra le varie istituzioni scolastiche della macroarea di appartenenza, della regione e nazionali ed ancora tra queste e quelle universitarie ed istituzioni esterne dei settori del pubblico, del privato e del volontariato. Inoltre promuoveranno e meglio valorizzanno lo sport, come progetto educativo di vita regolata, la convergenza (non l’alternanza!) scuola-lavoro, l’orientamento alle scelte professionali e di lavoro, scambi culturali in ambito nazionale ed internazionale. Bisognerà promuovere una reale conoscenza dell’Inglese, come lingua franca, promuovere
crowdfunding, ecc. Una particolare attenzione dovrà essere prestata per una globale ed adeguata digitalizzazione del sistema (v.Nota). Ruolo fondamentale potrebbero svolgere in questo ambito i Dottori di Ricerca.

Alfonso Barbarisi

About Author