Nel 2023 le spese militari mondiali hanno raggiunto i 2.443 miliardi di dollari con un aumento del 6,8%, l’aumento percentuale  in assoluto più elevato dal 2009 ad oggi. Questo è quanto rende noto il rapporto annuale dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) intitolato “Trendes in World military expenditure” (CLICCA QUI).

Il rapporto sfata alcuni luoghi comuni come quelli che vogliono dipingere un Occidente disarmato. Sono stati esaminate, infatti, le spese militari di 40 paesi, di cui 17 fanno parte della Nato.

Gli Stati Uniti è in cima alla classifica con 916 miliardi di euro pari al 40,8% dell’intera spesa militare mondiale. La Cina è subito dietro con 296 miliardi di dollari, mentre l’Italia è stata nel 2023 la 12sima nazione al mondo per spese militari per 35,5 miliardi di dollari. Il nostro paese, comunque, l’Italia è tra i membri della Nato  che non hanno rispettato la richiesta Nato di destinare agli armamenti almeno il 2% del Pil.

I paesi che, nel 2023, hanno incrementato in maniera notevole gli investimenti in armi sono stati l’Algeria, con un balzo del 76% e la Polonia con una crescita del 75% e per un ammontare pari a  31,6 miliardi di dollari. In forte crescita anche le spese nel settore da parte della Finlandia, appena entrata a fare parte della Nato, dell’Ucraina che registra con 64 miliardi di dollari un aumento del 51%, ovviamente anche a seguito del conflitto in cui è stata trascinata dopo l’invasione russa. In termini di percentuali rispetto al Pil, la Polonia è quella che precede tutti gli altri con un incremento del 3,8% ed è seguita da Usa con il 3,4%, dalla Grecia, 3,2%, mentre Italia, Romania e Norvegia chiudono questa speciale classifica con l’1,6.

Appare comunque chiaro che tra Occidente e i suoi principali “competitor” c’è ancora una volta una partita senza storia, visto il ben più ampio arsenale militare che è in grado di dispiegare e su cui continua ad investire più degli altri, in particolare, Russia e Cina.

 

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