Prendiamo atto della decisione assunta da Letizia Moratti che rientra – significativamente dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi – nel suo partito d’origine, in un ruolo di rilievo, immediatamente a fianco del segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.

Per parte nostra, abbiamo, a suo tempo, in occasione delle elezioni regionali lombarde dello scorso febbraio, apprezzato la sua presa di distanza dal bipolarismo imperante anche nella nostra Regione. Da qui il nostro convinto appoggio alla sua candidatura e, in modo particolare, il grande, generoso impegno dei nostri candidati, che, ancora una volta, ringraziamo.

Abbiamo, altresì, accettato l’invito che Letizia Moratti ci ha rivolto per il successivo incontro di San Patrignano (25 marzo) destinato a confermare, assumendo un’iniziativa di carattere nazionale, l’indirizzo “autonomo” di cui sopra e a raccogliere attorno a questa nuova prospettiva una significativa pluralità di forze politiche, di mondi associativi e, soprattutto, esponenti del mondo civico locale. Il rilevante interesse di questo progetto era il suo carattere “sistemico”, la capacità di articolare il nostro sistema politico oltre le forche caudine di una polarizzazione pregiudiziale, necessariamente destinata ad una radicalizzazione cieca del confronto politico, del tutto incapace di interpretare il vero sentimento del popolo italiano. Per quanto ci riguarda, nulla resta di tale impianto e del disegno politico che la signora Moratti ci aveva proposto, nella misura in cui la sua azione, rientrando organicamente nello schieramento di centro-destra ( per la verità: molta destra, ben poco centro), contraddice quel presupposto di “autonomia” che rappresenta un punto fermo del nostro progetto.

A Letizia Moratti auguriamo buon lavoro e, per parte nostra, constatiamo che spesso la buona fede e la fiducia, anche in persone che meritano la nostra stima, finiscono per scivolare nell’ingenuità.
Quest’ultima in politica è un peccato, ma noi lo commettiamo volentieri.

Domenico Galbiati

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