Di quel che succede in America tra politica e magistratura proprio non se ne parli. L’elezione popolare dei giudici e le nomine da parte dei politici di turno, a livello federale e dei singoli stati, ci porta spesso a leggere che quel magistrato è in quota di questo o di quel partito. In Pakistan si sta assistendo ad un tira e molla, nei diversi gradi di giudizio, in merito all’ammissione alle elezioni della formazione dell’ex Presidente Kahn che sta vivendo le sue vicissitudini giudiziarie.

In queste ore si è aggiunta la Polonia dove, comunque, da tempo è scontro aperto in materia giudiziaria anche con l’Unione europea che, giustamente, pretende il rispetto dei governanti della funzione indipendente della Magistratura. La situazione è giunta ai livelli del “calor bianco” dopo che la polizia ha proceduto con il clamoroso arresto dell’ex ministro degli interni, Mariusz Kaminski, e il suo vice, Maciej Wasik, fermati all’interno del palazzo presidenziale di Varsavia per l’esecuzione di una condanna a due anni di carcere per abuso di potere per fatti risalenti al 2007 quando dirigevano un ufficio anti-corruzione.

Il problema è che i due sono esponenti del partito Diritto e Giustizia (PiS) che ha appena perso la guida della Polonia. A favore di una coalizione filo europeista guidata dall’ex Presidente della Commissione europea Donald Tusk intenzionato a modificare completamente la linea seguita dal paese nel corso del decennio dominato dalla destra estrema che trova ancora però, nel Presidente della Repubblica, Andrzej Duda, un importante punto di riferimento.

Il Presidente aveva emesso un decreto di grazia per i suoi due compagni di partito, ma il tribunale ha proceduto comunque alla condanna e all’emanazione del decreto di arresto. Duda ha detto di non riconoscere la sentenza perché ritiene che l’indulto da lui concesso resti valido.

L’arresto dei due politici di destra è avvenuto nel Palazzo presidenziale dove erano stati chiamati da Duda per partecipare ad una cerimonia istituzionale. C’è stato quindi un tira e molla sull’arresto definito “incredibile” da Tusk secondo il quale la sentenza della corte deve essere rispettata e ha accusato Duda di aiutare i due ad eludere la giustizia.

Tusk  ha anche ribadito l’intenzione di riposizionare la Polonia nei rapporti con l’Unione europea e che rimarrà un fedele alleato degli Stati Uniti e della NATO.

About Author