Dopo la doppia batosta elettorale registrata, quella della sconfitta ufficiale registrata con la perdita in città molto importanti e quella per non essere riuscito a richiamare al voto quelli che tutti giorni sono loro accreditati dai sondaggi elettorali, il centrodestra italiano continua con la pantomima di essere unito. Da abile commerciante qual è, Matteo Salvini vende la sua merce con encomiabile disinvoltura: “abbiamo il 45 % dei voti necessari per eleggere il Presidente della Repubblica. Devono tutti passare da noi”. Sembra tornare al Ghino di Tacco di craxiana memoria…
Peccato che quel 45% è fatto da tante teste diverse. La foto di famiglia che, dopo tanto tempo, ha ritratto assieme il capo della Lega, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, riunisce quello che in realtà resta diviso. La Meloni con i suoi Fratelli d’Italia è furiosamente contro il Governo Draghi. Probabilmente, neppure voterà per Mario Draghi al Quirinale. Salvini sta al Governo a modo suo. In maniera ancora diversa c’è Berlusconi. Una riproposizione delle Tre Grazie, del Botticelli o del Canova fate voi, ma che di unità sostanziale ne conferma poca.
E’ comunque interessante, anche sotto un profilo psicologico, vedere questo sottile gioco in base al quale ciascuno dei tre è pronto a rappresentare, a modo suo, un esercito fatto di tanti drappelli diversi, ciascuno mostrante il proprio amato vessillo.
A sinistra non sono da meno. Continuano a credere di aver vinto davvero alle recenti amministrative, come se avessero trovato nelle urne il 60% dei voti di tutti gli aventi diritto, mentre sappiamo che così non è e che tutto dovrebbe essere più realisticamente ricollocato attorno al 25%. Ma si sa, non peggior sordo di chi non vuol sentire. Così, al Nazareno si finge di credere nella possibilità di riattivare il vecchio concetto del centrosinistra unito attorno ad un Ulivo che era fatto di legno vero, nonostante tutto, perché pensava davvero di mettere insieme diversi filoni di pensiero con un qualche fondamento storico e di cultura politica.
Oggi, invece, si potrebbe trattare tutto al più di una pianta costruita con i pezzi del vecchio, caro Meccano, giacché dovrebbe mettere insieme Pd, 5 Stelle, Calenda e Matteo Renzi. Quest’ultimo, comunque, fa sempre gioco a sé, visto che oramai l’Italia gli sta stretta e gli piace spaziare persino fino … all’Arabia.
La conclusione comunque qual è? Che per tenere in piedi la pantomima di queste coalizioni ectoplasmatiche non possono che attaccarsi al maggioritario. Così, dopo Letta, anche Salvini, Berlusconi e la Meloni fanno il sacro giuramento di essere “irrevocabilmente” contrari alla introduzione di una legge elettorale proporzionale… e ci credo!!!!