Ci sono tre immagini che mi affascinano. Sono tre icone.

La prima è di Papa Giovanni XXIII:

“ Se lungo la strada incontri un viandante non chiedergli da dove viene; chiedigli dove sta andando. Se va nella tua stessa direzione, cammina con lui”.

La seconda è una canzone ( del 1994) di Giorgio Gaber:

“ E pensare che c’era il pensiero…Un mare di parole…ma parlano solo i deficienti”

La terza è un proverbio cinese che ho tratto dal libro di Enrico Letta “ Ho imparato”:

“Quando soffia impetuoso il vento del cambiamento c’è chi alza muri e chi, guardando avanti, costruisce mulini a vento”

La prima icona pone in primo piano la persona e sullo sfondo la necessità di camminare insieme, dialogando, con tutti gli uomini di buona volontà. Cristiani e non cristiani; cattolici e non cattolici; purchè si vada ( e fin tanto che si va )  nella stessa direzione.

Il dialogo nasce dalla curiosità e si fa tra persone a partire dalle cose concrete e non dalle teorie. Il curioso è un ricercatore che non si ferma alla superficie ma va diretto alla radice dei problemi, rispettando l’altro, come persona, amico, fratello.

Ma per dialogare è necessario partire dalle rispettive identità mettendo in evidenza ciò che si ha in comune  senza nascondere ciò che rende diversi.  Non si deve aver paura delle differenze. D’altra parte ci si innamora perché si è diversi non perché si è uguali!

Allora, perché  camminare , sul margine destro o sinistro della strada  comune senza rivolgersi la parola ? Rinunciare al vicendevole  arricchimento non sarebbe neppure  ragionevole perché il dialogo è qualcosa che  ci rende migliori di quanto eravamo prima.

La seconda icona ha il merito di rappresentare la realtà. C’era una volta il pensiero; ora,invece,solo un mare di parole. Chi pensa non parla o se parla  la sua voce si perde “nel mare di parole…”

Non vi è dubbio che l’attuale scenario politico,tutt’ora soggetto a mutamenti e assestamenti,pone specifici problemi a quanti vogliano , da cristiani, impegnarsi laicamente in politica.

Uno di questi riguarda certamente le forme e i modi attraverso i quali essere presenti nella vita politica nazionale o,più semplicemente,cittadina.

Di certo non si tratta di far carriera in quel o quell’altro partito; significativa, invece, è la presenza attiva ed autorevole di chi non chiede nulla per sé ma molto per il suo Paese che vuole dalla politica spirito di servizio, saggezza, trasparenza, metodo, coraggio, dialogo, discernimento nel giudicare, competenza, professionalità.

Tuttavia,nell’attuale fase della vita politica, è necessario prendere atto che la scena è dominata da politici molto capaci di vaniloquio ma totalmente assenti sul piano progettuale. E’ necessario prendere atto di questo dato di partenza per cercare di coglierne i limiti e le opportunità offerte dal vento del cambiamento.

La terza icona ci dice che le idee,da sole, non bastano.Occorrono anche le persone che le facciano circolare e la volontà di realizzarle.

Occorrono persone che aspirino a ricoprire cariche pubbliche con chiarezza e linearità di comportamenti e di intenti, che non si muovano più su basi ideologiche e particolaristiche che, spesso, nulla hanno a che fare con il bene comune.

Occorrono persone con capacità di confronto rigoroso, di dialogo franco e sincero che porti ad assicurare scelte volte a costruire un cammino concretamente possibile, realmente rivolto al bene comune, che denuncino gli intrallazzi, che non chiudano gli occhi per convenienza quando devono invece restare ben aperti.

Occorrono persone che camminino a testa alta, classe dirigente che non faccia uso di stampelle da offrire di volta in volta a chi comanda.

Ci vuole,insomma, il coraggio di azzerare tutto e ripartire costruendo ponti su pilastri nuovi con l’energia prodotta dai mulini alimentati dal vento delle opportunità offerte dal cambiamento.

Primo Fonti

Immagine utilizzata: Shutterstock

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