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Un modello di città da declinare nelle realtà ( 3 ) – di Luca Lecardane

Concludiamo la pubblicazione dell’intervento di Luca Lecardane sulla città. I due  precedenti sono stati pubblicati rispettivamente due giorni fa ( CLICCA QUI )  e ieri ( CLICCA QUI )

 

Nelle  due parti precedenti ho scritto rispettivamente su come reperire i fondi per gli enti locali e attorno ad alcune idee sul come costruire una città che rispetti l’ambiente e abbia nella sostenibilità ambientale dei punti di forza che comportino, comunque, risparmi di uscite utilizzabili in tematiche molto più importanti.

In questa terza parte desidero affrontare con toccata e fuga i temi riguardanti l’edilizia scolastica, l’edilizia popolare, il “social housing” e le politiche sociali

Gli edifici scolastici italiani sono troppo fatiscenti, mancano di laboratori, palestre, troppo spesso mancanti di degni impianti di riscaldamento. Certamente servono i finanziamenti ed un impegno dei governi regionali e nazionale, ma un ente locale ha il dovere di mettere a disposizione degli alunni edifici degni reperendo costruzioni adatte o, ancora meglio, costruendo nuovi edifici rispondenti a tutte le caratteristiche di efficientamento energetico e di spazi adatti per il corretto sviluppo fisico, mentale, educativo dei bambini.

Le politiche sociali sono un tema delicato, che va affrontato in maniera complessiva, con un progetto che coinvolga vari aspetti e che non si può soffermare solamente sull’aspetto meramente economico e assistenzialistico. Bisogna rispondere alle esigenze di sostegno alle fasce più deboli, si deve, solo per fare un esempio non esaustivo, investire nell’edilizia popolare e nel social housing con eventuali regolamenti ad  hoc, con i quali gli alloggi popolari siano solo un momento di passaggio a sostegno di famiglie con momentanei problemi economici ovvero, in alcune zone del paese, visto lo spopolamento dei piccoli comuni, si potrebbe pensare a recuperare i tanti edifici non affittati, donare un campo abbandonato e così unire la risposta al bisogno di una casa e di un lavoro alla lotta al dissesto idrogeologico problema provocato anche dall’abbandono delle campagne.

Tutti i servizi forniti dal comune, in particolare alcuni indivisibili, dai rifiuti alla manutenzione del verde, dall’ufficio Europa alla manutenzione dei tombini, dal controllo della sosta nelle zone blu al decoro urbano dalla mobilità sostenibile alla manutenzione strade all’illuminazione pubblica, dovrebbero essere organizzati attraverso una partecipata pubblica, organizzata ai sensi del Decreto Legislativo 175 del 2016 e ss.mm.ii. che comporterebbe la gestione di questi attraverso criteri di efficienza e di efficacia, un consiglio di amministrazione con competenze manageriali ed un’organizzazione improntata all’economicità e non alla ricerca dell’utile di impresa o al clientelismo ed alle assunzioni senza senso che hanno comportato il fallimento di partecipate in importanti e grandi comuni italiani come Palermo.

Non ho certezze incrollabili su ciò che ho scritto in questi tre articoli, sono pronto a leggere e confrontarmi con idee diverse, ciò di cui sono sicuro, e qui concludo come ho iniziato questi tre articoli, che un partito è tale se si dimostra unito e se ha da presentare agli elettori un modello di società che ne coinvolga tutti i suoi attori economici e sociali, un modello ideale di regione, un modello ideale di città da declinare nelle singole realtà, ma con un unico filo conduttore.

Luca Lecardane

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