Il la prima parte di questo intervento è stato pubblicato ieri ( CLICCA QUI )

Nell prima parte ho illustrato, secondo il mio modesto parere, gli strumenti attraverso i quali ricercare risorse.  Senza risorse qualsiasi programma sarebbe solo carta straccia e chi scrive sa bene quanti fondi siano stati tagliati agli enti locali negli ultimi venticinque/trent’anni e quante difficoltà sopportino, per carità anche per colpa di chi troppo spesso ha gestito i comuni con molta leggerezza.

In questa seconda parte vorrei esporre come dovrebbe essere la città ideale. Mi piace molto ciò che scrive Silvio Minetti nel suo articolo ( CLICCA QUI ).

Quando parla di una città in cui esistano “quartieri con tutti i servizi nel raggio di 15 minuti a piedi come a Parigi, contro l’inquinamento per una mobilità intelligente.

Allora dobbiamo pensare ad un uso più flessibile dello spazio urbano con negozi di vicinato, utilizzo di spazi expo al servizio del quartiere, per ridurre gli assembramenti nei grandi centri commerciali.

Servono più medici di base ed infermieri domiciliari con poliambulatori in ospedali di comunità facilmente raggiungibili. Vanno ridotte le disuguaglianze tra centro storico e periferie”.

Da qui vorrei partire per parlare di mobilità, secondo recenti studi del 2018 (INRIX) i romani passano 254 ore all’anno nel traffico, per Finmeccanica il costo del traffico ammonta tra i 30 ed i 50 miliardi di euro, i peggiori in Europa.

Roma, a fronte delle 11 linee di metropolitana di Berlino e delle 14 di Parigi, pur essendo più estesa, ha solo 2 linee di metropolitana ed una terza in costruzione. Certamente, rispetto alle altre capitali europee, vi è il problema dei reperti archeologici numerosissimi nel sottosuolo di Roma, ma non credo che questo possa bastare per giustificare questa scarsità di mezzi.

Bisogna rimettere al centro dell’idea di città, la persona, con i suoi bisogni, i suoi tempi ed i suoi spazi, e questi possono essere, anzi no, devono essere riconquistati attraverso il quartiere con tutti i servizi nel raggio di 15 minuti, attraverso una mobilità efficiente ed efficace formata da una rete di servizi pubblici, tram, autobus, metropolitane improntata alla velocità di spostamento che vedono intersecarsi  tragitti brevi, con la possibilità di interscambiare un mezzo pubblico con un altro, o il mezzo privato con il mezzo pubblico con il fine ulteriore di ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera.

Mezzi pubblici ad energia elettrica o idrogeno, con proprie corsie preferenziali dotati di camera per individuare eventuali trasgressori stanti nelle corsie preferenziali.

Accanto alla mobilità integrata sostenibile (tram, metropolitana, bus ecologici, interscambio mezzo pubblico privato, piste ciclabili, car e bike sharing) occorre una corretta gestione dei rifiuti seguendo le tre R: riduzione, riutilizzo e riciclo. Serve una corretta raccolta differenziata, se basata sulporta a porta, sulle campane o sui centri di raccolta dove i cittadini porteranno i rifiuti differenziati dovrà essere una scelta locale, dipende dalle situazioni, ciò che non può essere accettabile, a mio parere, è pensare che questa sia un vezzo solo per ambientalisti o che i termovalorizzatori siano la panacea di tutti i mali o che siano il male assoluto, a maggior ragione in presenza di alcuni studi interessanti, che dovranno essere confermati da sperimentazioni sulla la Pirolisi HT a letto fluido per RSU che abbatterebbe grandemente le emissioni climalteranti nell’atmosfera, studi portati avanti dal compianto Dott. Nicola Giordano fondatore del Consiglio Regionale delle Ricerche di Messina, oggi a lui dedicato.

Per chiudere il cerchio di una città ecologica e sostenibile, a misura di persona, con un occhio ai risparmi, si dovrebbe pensare alla solarizzazione degli edifici pubblici e dell’illuminazione. Oggi le bollette che vengono pagati dai comuni, per quel che riguarda l’energia elettrica, sono esorbitanti ed hanno un notevole impatto sui conti degli enti locali, utilizzando i fondi europei e nazionali, si avrebbe non solo un ritorno in termini di ambiente, ma anche in termini di uscite che potrebbero essere utilizzate in maniera più proficua per il miglioramento dei servizi ad imprese e cittadini, per l’edilizia scolastica, la gestione delle periferie e le politiche sociali. ( Segue )

Luca Lecardane

 

 

 

 

 

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