E’ successo di nuovo. Ancora una volta è a Milano che – come ha sostenuto il Questore della città – si è manifestato un “eccesso di zelo”, da parte dei poliziotti che hanno identificato le poche persone che, deponendo un fiore, intendevano manifestare la loro solidarietà ad Alexej Nawalyn e la ferma condanna nei confronti del regime moscovita. La cosa ci sta, soprattutto a Milano, dove lo zelo per il lavoro la gente ce l’ ha nel sangue. Evidentemente compresi i poliziotti ed anche questa è cosa encomiabile che, sicuramente, il cittadino benpensante apprezza.

E’ l’ “eccesso” che, per quanto non inquieti, fa sorgere una domanda. Perché tanto “zelo” proprio adesso ? Il ministro Piantedosi ci ha rassicurato che l’ identificazione in nessun modo lede la libertà della persona e della collettività e, bontà sua, gliene siamo sinceramente grati…ci mancherebbe altro…. Ma non ci ha spiegato a cosa serve, a fronte di una pacifica manifestazione – in effetti, neppure di questo si trattava – identificare cittadini inermi, quasi rappresentassero una minaccia incombente che è bene conoscere per evitarla, se mai accennasse a ripetersi.

Si potrebbe pensare che avanzi una sorta di preventiva ed accorta “strategia della dissuasione” che nessuno ha ordinato, ma si respira nell’ aria, che dei bravi poliziotti, esperti e ligi al loro mestiere, sanno cogliere al volo.

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