Il Governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, ha firmato un disegno di legge che vieta la maggior parte degli aborti dopo sei settimane, ad eccezione dei casi di stupro o d’incesto. La decisione ha provocato la reazione di chi sostiene che il tempo previsto scatti così prima di quello entro il quale molte donne possono essere consapevoli della loro gravidanza. Il provvedimento di DeSantis dovrà comunque attendere per l’entrata in vigore la decisione di un tribunale che deve decidere in merito ad un ricorso presentato addirittura contro il termine del limite ultimo per poter abortire fissato a 15 settimane.

Si tratta allora di una delle tante mosse che il governatore di uno dei più importanti stati al momento sotto il controllo dei repubblicani ha deciso di compiere in vista della corsa verso la Casa Bianca verso cui DeSantis è chiaramente orientato contando sulle attuali difficoltà in cui versa Donald Trump?

La decisione riscalderà ulteriormente la polemica, e la profonda divisione, che la questione dell’aborto ha provocato da tempo tra gli americani, in particolare dopo che una sentenza della Suprema Corte ha cancellato quello dell’aborto tra i diritti garantiti in assoluto dalle leggi federali.

La questione è stata una di quelle centrali anche in occasione delle elezioni di medio termine che hanno visto i democratici riuscire a mantenere, a dispetto di tutte le previsioni, almeno il controllo del Senato. E molti analisti hanno interpretato il voto come fortemente condizionato dalla mobilitazione che in molti stati ha favorito i democratici pro abortisti.

Investito anche il tema dell’uso dei medicinali per le pratiche abortive con molti stati, quelli a guida democratica, che non solo hanno continuato ad autorizzarne l’uso, ma addirittura ad incrementare le scorte visto che è fiorito un vero e proprio spostamento delle donne intenzionate ad abortire dagli stati negazionisti a quelli permissivi.

Il problema dell’uso di uno dei medicinali utilizzato per l’interruzione della gravidanza, il mifepristone, ha finito per aprire una complessa vicenda giudiziaria che vede lo scontro tra diversi livelli di giurisdizione dopo che giudice federale ne ha sospeso la scorsa settimana l’uso, ma la sospensione è stata successivamente bloccata da una corte d’appello, mentre l’amministrazione Biden ha comunicato che chiederà alla Corte Suprema di ripristinare il pieno accesso al farmaco. In discussione è anche la possibilità di ricevere per posta il farmaco e se l’insieme delle decisioni prese al riguardo abbiano o meno un effetto in tutti gli stati. Insomma il caos è totale, anche perché c’è il rischio che talune ordinanze finiscono per influire anche sull’uso di medicinali che non hanno niente a che fare con le pratiche abortive.

 

About Author