“Questo è il momento per l’Europa di riformarsi e ripartire, …ci aspettiamo obiettivi concreti, l’attuazione di quanto promesso, …più visione, oltre al sostegno continuo all’Ucraina; dobbiamo capire cosa vogliono i nostri cittadini da noi; grazie alle ampie maggioranze, con il Centro come blocco, c’è una grande maggioranza dal centrodestra alla sinistra per quanto riguarda lo Stato di Diritto e le questioni sociali e questo non cambierà[1]”.

“La decisione sulla composizione della maggioranza del Parlamento Europeo è nelle mani degli elettori[2]”. “In Europa, fra poco meno di un anno, il 9 Giugno 2024, andremo a votare, con il sistema proporzionale, per il rinnovo  del Parlamento Europeo[3]”. Nel settembre 2024, il nuovo Parlamento Europeo voterà la nuova Commissione, dopo un complesso procedimento di designazione, valutazione, nomina dei singoli Commissari.  L’Italia manderà in Europa 76 Parlamentari su probabili 716.

Il Parlamento europeo in carica è imperniato su di un’alleanza fra Popolari, (PPE, in Italia moderati di centro destra), socialisti e liberali di centro sinistra. L’ultima rilevazione del 6 settembre scorso assegna al Ppe 156 voti, ai Socialisti 144, ai liberali e centristi 86. La somma di questa “grande coalizione”, 386 parlamentari, consente una risicata maggioranza assoluta (che necessita di 358 voti). Per ovviare al rischio dei franchi tiratori sarebbe opportuno un allargamento della coalizione. Ecco perché i voti di Giorgia Meloni potrebbero diventare determinanti. In questa chiave potrebbero leggersi gli avvicinamenti di questi giorni da parte di Macron e di Schultz alle posizioni italiane in tema di immigrazione e, financo, la presenza della von der Leyen a Lampedusa domenica 17 settembre.

All’inizio dell’anno 2024 il Ppe presenterà i propri candidati e il programma per essere riconfermato prima forza in Europa; sul piano delle alleanze bisogna inoltre ricordare che i leader di Germania e Spagna sono socialisti, il Presidente francese è liberale; è abbastanza normale che i tre partiti si incontrino per ragionare insieme sul futuro dell’Unione Europea.

Al momento del voto servirà ricordare, da parte degli elettori, quale sia “la formula magica che spiega il primato occidentale degli ultimi secoli”: essa è la libertà[4] individuale e con essa la libertà di sperimentare ed innovare[5]” o di confermare quanto di positivo si è vissuto; la libertà offre agli individui la grande opportunità di potere scegliere la propria strada per affermare il proprio diritto alla ricerca della felicità (Dichiarazione di Indipendenza americana). Quanto alla libertà economica, finalizzata alla “utilità sociale” postulata dalla Costituzione, opportuno utilizzare la libertà per concentrarsi quanto più possibile sulla produzione della ricchezza ed un poco meno sul come distribuirla: serve più mercato, più concorrenza, più competitività, maggiori investimenti in istruzione e ricerca, attrazione di talenti e capitali dall’estero.

E’ evidente e positivo che la tradizionale dialettica fra governi sia affiancata oggi da maggiore presa di coscienza tra i cittadini elettori; quando le elezioni sono regolate da un sistema “proporzionale” con le preferenze, normalmente le percentuali di votanti sono maggiori rispetto alle elezioni regolate con altri metodi e criteri.

La coalizione di partiti che sostengono il Governo[6] italiano soffre una sindrome europea: infatti ciascuno dei partiti che la compone milita in uno schieramento diverso, con l’aggravante che il Ppe milita nell’alleanza di governo e la Lega partecipa ad un raggruppamento che è all’opposizione rispetto all’alleanza che ha espresso l’attuale Commissione e che non è previsto che possa partecipare al raggruppamento al governo nella prossima legislatura europea; la Meloni, alla tre giorni di Reggio Calabria del settembre 2023  ha fatto filtrare la notizia che, nell’anno 2024, dopo le elezioni europee, rinuncerà al ruolo di Presidente del raggruppamento Ecr Party.

“La competizione tra Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega non può essere sottovalutata[7]”, “Le Pen sul palco (di Pontida) con Matteo Salvini è più di un simbolo, è una scelta di fondo, un posizionamento”, che tradisce un limitatissimo senso dei doveri del proprio stat;, “uno sganciamento dalla linea del Governo di cui fa parte”; ma se si “aprono 8 (otto) mesi di campagna elettorale all’interno della coalizione, sarà un problema per la maggioranza e, soprattutto, per il Paese[8]”. Matteo Salvini parla di “atto di guerra con una regia” quando commenta il dossier dmmigrazione: “Approccio scivoloso mentre si tratta con l’Unione Europea sul Patto di Stabilità e con la Commissione (contraria) sulla tassa sugli extraprofitti delle Banche[9]”.

L’altro Vice Premier, Antonio Tajani ha dichiarato: “Noi mai con Le Pen” “Nessuno farà mai un accordo di Governo con AfD e con Le Pen” ; il capo del Ppe ha dichiarato che l’altro alleato di Salvini, la AfD tedesca “va contro tutto quello in cui crede il mio Partito”.

Nei giorni appena trascorsi anche il tema “migranti” è stato utilizzato per creare tensioni tra i due Vicepresidenti del Consiglio: Tajani: avverte la Lega: “Serve la via diplomatica; il resto sono slogan che non offrono risultati”.

Il confronto tra  i partiti alleati nella coalizione di destra peserà molto. L’esigenza per Forza Italia e la Lega di evitare che con le elezioni europee di evidenzi un nuovo successo per Fratelli d’Italia ed un’emorragia di suffragi a loro favore si farà più urgente con l’avvicinarsi della data delle votazioni. Il rischio lontano che si profila è che il Governo, al momento opportuno, indichi il nome di un Commissario e che i tre alleati del Governo votino alcuni a favore ed altro contro. “Questa competizione intestina può rallentare se non addirittura inceppare il processori trasformazione della Destra Italiana da forza antagonista ed antisistema in moderna Destra conservatrice e di Governo, che Giorgia Meloni ha intrapreso dopo la vittoria elettorale per onorarne la responsabilità[10]”.

Le proiezioni che circolano sembrano prevedere un calo di consensi non solo in casa Ppe[11], ma anche in casa socialista, voci destinate a far si che chi sia interessato a governare cerchi di allargare il perimetro della propria maggioranza a forze che accettino i requisiti fin qui condivisi dalla coalizione al Governo.

Manfred Weber, Presidente dei popolari, rivolgendosi a metà Settembre 2023 ai capigruppo socialista e liberale così si è espresso: “Voglio ringraziarvi per la nostra proficua collaborazione in questi momenti cruciali. La maggioranza von der Leyen ce l’ha fatta; insieme, abbiamo preso le decisioni giuste, sul vaccino europeo, sul Recovery Fund, o sul cambiamento climatico”. Parole che testimoniano che, allo stato attuale delle previsioni, dopo lo smacco spagnolo della destra, non ci sono maggioranze possibili, diverse da quella tra Popolari, Socialisti, Liberali, con buona pace di Matteo Salvini; ulteriori appoggi alla maggioranza Ursula sono possibili, maggioranze diverse sono improbabili.

Nel cercare di conciliare le posizioni politiche dell’Italia e della Commissione Europea sui temi ove sia elevata la sensibilità (Rimodulazione del PNRR, Nuovo Patto[12] di stabilità e crescita[13], MES[14], concorrenza[15], giustizia, Delega fiscale e lotta all’evasione, immigrazione[16], salario minimo[17], autonomia differenziata[18]), la Premier Meloni e la Presidente von der Leyen sanno di poter fare affidamento sulla reciproca disponibilità: la Meloni è molto interessata al consenso internazionale, del quale fanno parte i giudizi lusinghieri che arrivano da Bruxelles; la von der Leyen, ove decidesse di candidarsi, come pare adesso ancora più probabile, per un secondo mandato e non si trovasse di fronte un candidato insormontabile[19], avrebbe molto bisogno, per allargare il ventaglio dei consensi, dei voti della Meloni in Parlamento prima e dell’appoggio politico nella costruzione di una maggioranza per la Commissione, in un momento successivo.

Tentare di delineare il Futuro tramite l’analisi di alcuni “Presente”.

La condizione politica posta a base dell’esame da parte della Commissione in tema di PNRR è chiara e succinta: “La revisione non può avvenire a scapito della parte che riguarda le riforme, (oltre 60 interventi; per quest’anno, il più importante dei quali è la Riforma della concorrenza da approvare entro Natale), dove il Piano italiano dice poco o nulla su lotta all’evasione e giustizia”; “tratte ferroviarie si, ma senza prescindere dall’intervento sul Codice degli Appalti (realizzato)”. Altra priorità la crescita[20], la quale in assenza di interventi, pare destinata a rallentare, necessitando quindi di più investimenti pubblici (tramite il PNRR) e meno tasse, funzione tipica di  una sana politica di bilancio, diretta a riattivare l’economia.

Il 19 settembre la Commissione Europea approva la revisione della quarta rata del PNRR, che coinvolge 10 dei 27 obiettivi originari. Nell’ ottobre 2023 entrerà nel concreto la discussione sulle cosiddette correzioni, in realtà quasi un nuovo Piano: 144 modifiche e cambiamenti alle 63 riforme e 235 investimenti rispetto al Piano originario, che Bruxelles intende esaminare in dettaglio.

Il PNRR è per l’Italia “la migliore garanzia di crescita economica e di credibilità finanziaria”.

Contestualmente, a Bruxelles pare che stia componendosi il mosaico del  nuovo Patto di stabilità e crescita. In relazione al progetto di un nuovo Patto di Stabilità e crescita, la cui trattativa sembra prossima ad una conclusione, al contrario di quanto veniva dato per assodato, secondo il Ministro Giorgetti, esiste la possibilità che si pervenga ad una sorta di periodo cuscinetto, tramite una proroga, nei primi mesi dell’anno 2024, sotto la Presidenza europea belga di turno; infatti, ferma l’economia tedesca, non conviene a nessuno lasciare insoluto un capitolo tanto importante quanto lo è quello delle regole collettive di Bilancio.

Proposta del Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni[21]: il tetto del deficit al 3% del Prodotto interno lordo non è oggetto di discussione; tutto il resto dell’impostazione, sì. Germania, Austria, Finlandia ed Olanda chiedono che il nuovo regolamento imponga norme stringenti per ridurre, ancorché gradualmente, deficit e debito [22] pubblici.

Italia[23], Francia, Spagna, Grecia e Belgio chiedono che si attuino politiche di maggiore flessibilità e che vengano cancellate le regole fiscali “pro[24] cicliche”[25]; al riguardo, la posizione della Francia continua ad essere sintonica a quella italiana; chiedono che non ci siano divisioni in categorie e griglie, che appaiono scongiurate; la Commissione sembrava orientata ad accettare la posizione franco italiana; ipotesi di possibile compromesso: gli indebitati chiedono di poter scorporare dal conteggio del deficit e quindi dal debito quegli investimenti che sono oggetto di progetti comuni europei (PNRR, stanziamenti transizione ecologica, innovazione, autosufficienza nei settori tecnologicamente avanzati); il fronte frugale richiede che l’accordo preveda meccanismi automatici di rientro del deficit e del debito eccedenti. I fronti si scompongono e ricompongono quando si arriva al momento di discutere dello scorporo delle spese sostenute per inviare armamenti all’Ucraina. Ed ecco che il Ministro Giorgetti cambia avviso, mettendo a rischio l’alleanza tra Francia, Italia e Spagna e con questa la probabilità di approvare regole che non siano pro cicliche.

L’Ecofin che si è riunito in modalità informale il 16 settembre scorso a Santiago di Compostela ha dovuto prendere atto che l’accordo ancora non c’è, nonostante la disponibilità di quasi tutti al compromesso, perché come già scritto, le regole dell’attuale Patto sono considerate superate; tutti gli stati dell’Unione Europea vogliono “accelerare e quindi intensificare molto il lavoro per raggiungere questa intesa[26]”  l’eventuale compromesso dovrebbe contemperare l’equilibrio tra le esigenze di stabilità finanziaria, la necessità di promuovere gli investimenti e la crescita, pur in un contesto di rallentamento dell’economia. In un’ottica di sistema, appare logica ed opportuna la proposta di Mario Draghi in favore di ulteriori progressi verso un’unione fiscale, attraverso l’attribuzione all’Unione Europea della responsabilità relativa agli investimenti in Beni pubblici comuni [27](difesa e cambiamento climatico).

Dimenticando che senza alleanze con paesi di peso, quali Francia e Spagna[28], è molto difficile per l’Italia ottenere, in Europa, regole fiscali che la soddisfino; al Governo Meloni viene chiesto di dar prova di “essere parte attiva e costruttiva nella discussione sul nuovo Patto; di mettere in atto una Legge di Bilancio seria e credibile; di aderire al Meccanismo Europeo di Stabilità (in acronimo MES)”.

La scelta della Premier Meloni in tema di Legge di Bilancio va nella direzione di non contrastare l’Europa, volendosi presentare alle elezioni del 9 Giugno 2024 con un profilo moderato. Intorno al 25 settembre, il Ministro Giorgetti presenterà la Nota di Aggiornamento al DEF di Aprile, che definirà la cornice macroeconomica entro la quale sarà approvata la Legge di Bilancio. 2024.

La saggezza prevarrà in tutti i protagonisti sulle pressioni degli interessi?

Massimo Maniscalco

 

[1] Roberta Metzola, Presidente dl Parlamento Europeo, già Parlamentare del Ppe

[2] Manfred Weder, Presidente del Ppe.

[3] Contro i malintesi, l’Europa ha bisogno della Costituzione, Enzo Moavero Milanesi, Corriere della Sera, 2 Agosto  2023.

[4] “Libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che dobbiamo”, Giovanni Paolo II. Per Liliana Segre, Libertà é Partecipazione e Redistribuzione.

[5] Angelo Panebianco, Il ritorno sbagliato alle tribù, Corriere della Sera, 9 Settembre 2023.

[6] Il Governo, che ai più recenti sondaggi continua ad evidenziare una progressiva contrazione dei consensi, come affronterà i più importanti dossier, avendo constatato che questo malessere si ripercuote anche, questo mese per la prima volta, sul Presidente del Consiglio? Saranno i contenuti della prossima Legge di Bilancio capaci di far risalire i consensi dei cittadini a favore del Governo e dei suoi Partiti? Ricordando con il Ministro Giorgetti che “Il Bilancio pubblico è la coscienza di una Nazione: i suoi conti traducono gli errori e le virtù non solo di chi governa, ma anche di chi nell’economia agisce, non sempre in maniera virtuosa”.

[7] Nella sua Nota del 12 Settembre, Massimo Franco definisce “quasi esorcismo” questa affermazione.

[8]  Venanzio Postiglione, Le tre strade della Lega ed una lunga corsa a destra, Corriere della Sera, 16 Settembre 2023.

[9] Massimo Franco, La Nota, Corriere della Sera, 14 Settembre 2023.

[10]  Antonio Polito, Guerra culturale dentro la Destra, Corriere della Sera, 1 Settembre 2023.

[11] Manfred Weber, Presidente e capogruppo del Ppe a Strasburgo, ribadisce costantemente le linee rosse del Ppe: i partner del Ppe devono essere pro Unione, pro Ucraina, Pro Nato, pro Stato di Diritto, pro Europeismo. I temi principali che saranno centrali durante la campagna elettorale, richiedono risposte europee: l’immigrazione, la competitività dell’industria, la transizione verde ed i suoi ingenti investimenti, l’ emergenza climatica.

[12]  Insieme di Regole volte a garantire che i Paesi dell’Unione Europea perseguano una gestione corretta delle Finanze Pubbliche.

[13] Secondo il Commissario Gentiloni, le precedenti regole “non sono riuscite né a promuovere la Crescita né a ridurre sostanzialmente il debito, quindi riproporle non sarebbe l’ideale”; Cernobbio, 1 Settembre 2023.

[14]  La Meloni sembra volere scegliere il momento della sottoscrizione del MES in funzione dell’ottenimento delle richieste del Governo italiano sulle nuove Regole del Patto di Stabilità e Crescita (Marco Follini, La Stampa, 18 Settembre 2023).

[15] Su Competitività e Concorrenza, la Presidente della Commissione ha chiesto a Mario Draghi un “Aiuto per il Futuro” dell’Unione Europea. Una sua idea:“Scivolare passivamente nelle vecchie regole fiscali sarebbe il peggiore risultato possibile; l’Europa potrebbe raggiungere un equilibrio simile a quello americano, se parte degli investimenti necessari agli Obiettivi Comuni fossero compiuti a livello federale; i costi di indebitamento aggregati sarebbero più bassi; tali Riforme richiederebbero nuove forme di procedimento decisionale centralizzato.”

Altro supporto ha chiesto ad Enrico Letta.

[16] In data 15 Settembre la Premier ha invitato la Presidente della Commissione ad andare insieme a Lampedusa e la von der Leyen ha accettato di andare con la Meloni a Lampedusa il 17 Settembre. Si parla di un “Decreto sicurezza” i cui più probabili contenuti pare che saranno un Centro per il rimpatrio per ogni Regione, affidato al Ministero della Difesa, velocizzazione del riconoscimento dei minori, maggiore facilità del rimpatrio dei migranti che abbiano commesso reati

[17] In un Paese ove è stato recentemente abolito il Reddito di Cittadinanza, con cinque milioni di lavoratori con redditi molto bassi e dieci milioni di persone che vivono sotto il livello di povertà assoluta, sarebbe opportuno rispettare alcune priorità ed evitare il Far West economico, dedicare alcune utili attenzioni a pensionati e Pubblico Impiegoe meno interessate attenzioni a Balneari e tassisti.

[18] Riforma divisiva e la Premier non ha interesse alcuno che il partito FdI  sia penalizzato elettoralmente al Centro ed al Mezzogiorno da questo Progetto; per diversi commentata tori essa pare avviata verso un binario morto.

[19]  Uno per tutti, Mario Draghi, recentemente da Lei coinvolto per la preparazione di un Dossier in tema di Concorrenza..In una recente intervista che ha avuto molti riscontri, Mario Draghi ha affermato, in una intervista all’Economist: “L’Europa di prima non c’è più”. Il mantenimento della competitività è una delle questioni economiche più rilevanti sulla quale concordano tutti.

[20]  “L’Europa, che è a rischio recessione, è tra le aree più esposte alle crisi internazionali; solo se l’area euro riuscirà a restare unita ed ad ampliare il suo spazio fiscale, si metterà al riparo”. Joseph Stiglitz. Premio Nobel 2001, Cernobbio, 2 Settembre 2023. In questo contesto, l’economia italiana ha manifestato alcuni piccoli campanelli di allarme; il Governo, al riguardo, cosa pensa di fare? Perché non decide di adoperare con decisione e vigore l’unico strumento che ha a disposizione, il PNRR, che in 3 anni vale un incremento del Pil del 12% e che inspiegabilmente non è al centro dell’attenzione? Quando deciderà a rendersi partecipe di un percorso di Riforme (il timido intervento sul Codice degli Appalti non è certo sufficiente), quando si schiererà a favore del superamento dell’anacronistico voto all’unanimità? Quando deciderà di realizzare la rete di relazioni utili per rendersi protagonista della Riforma dell’Europa, anche per evitare che persista nel Paese il calo di fiducia nel Governo (il 43,5% dei cittadini ritiene che all’interno dell’Esecutivo inizino ad evidenziarsi delle crepe) ed il gradimento per il suo ruolo?

[21]  “La Commissione lavorerà con il Governo Italiano per rendere più attuabili i programmi del PNRR”; “Fare progressi sul Piano italiano vuol dire fare progressi per tutto il sistema europeo”

[22] Per valutare la sostenibilità di un debito, lo si considera in confronto al Prodotto Interno Lordo, in acronimo PIL.

[23]  L’Italia ha il secondo debito pubblico più alto nell’Unione Europeo in percentuale sul Prodotto Interno Lordo, dopo la Grecia.,

[24] Il che significa che favoriscono il ciclo dell’Economia, anche nell’ipotesi che questo sia negativo.

[25] Il che eviterebbe ciò che avvenne nell’anno 2011, allorquando l’economia rallentò, ma le Regole del patto, anziché consentire alla politica di Bilancio di evitare il rallentamento, agirono in censo contrario e l’Europa entrò in recessione.

[26]  Paolo Gentiloni.

[27] L’Italia ha ricevuto aperture anche dalla Germania per lo scorporo delle spese per le armi per l’Ucraina.

[28]  I rapporti con Macron hanno andamento ondulatorio, ancorché siano di recente migliorati; i rapporti con Sanchez  dopo il supporto offerto da Meloni alla destra spagnola di Vox, sono ai minimi termini. Altra ipotesi alla quale si stà lavorando è quella di una soglia fissa annua di riduzione del debito che valga per tutti i Paesi

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