Secondo una ricerca di Aiddata ( CLICCA QUI ) 165 paesi sarebbero indebitati con la Cina per un ammontare di circa 385 miliardi di dollari che sono da considerarsi “nascosti” perché non inseriti nei bilanci pubblici, ma presentati  come ” prestiti speciali” o “semi privati”, cosa che li ha tenuti fuori dai conteggi considerati dagli organismi internazionali.

I ricercatori hanno identificato debiti di almeno 385 miliardi di dollari (286 miliardi di sterline) dovuti da 165 paesi alla Cina per progetti di “iniziativa di cintura e strada” (BRI), con prestiti sistematicamente sottostimati a organismi internazionali come la Banca mondiale. In alcuni casi, invece che utilizzare il sistema del  prestito ufficiale da governo a governo sono state utilizzate società e banche statali, organizzate joint venture, messi in campo organismi privati e utilizzati strumenti finalizzati a scopi speciali.

Lo studio ha rilevato che 42 paesi a reddito medio-basso hanno un indebitamento con la Cina superiore al 10% del loro Prodotto interno lordo e tra questi vi sono molti paesi dell’area asiatica e indo oceanica come Laos, Papua Nuova Guinea, Maldive, Brunei, Cambogia e Myanmar.

Sotto le lenti d’ingrandimento è finito l’intero il progetto Bir,  Belt and Road Initiative, per il quale si parla di oltre 13 mila progetti di un valore superiore agli 843 miliardi ( CLICCA QUI ) lanciato nel 2013 dal governo di Pechino , con il quale entra ora in concorrenza il piano del G7 presentato sotto lo slogan “ricostruire un mondo migliore”.

Clamoroso il caso del Laos a proposito del quale AidData definisce “nascosto”  il finanziamento del progetto di collegamento ferroviario con la Cina dal valore di 5,9 miliardi di dollari finanziato interamente con un debito non ufficiale pari a circa un terzo del PIL del paese dell’Indocina

 

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