Alla prossima. Cioè alle europee del prossimo anno. E’ lì che si giocherà la partita della vita tra le due “signore” della politica italiana ? Bisogna evitare che il tutto si risolva, ancora una volta, in un “derby”, una “stracittadina”, tra due squadre che fanno parte dello stesso contesto e traggono dalla loro contrapposizione in tema di contenuti, l’ opportunità di tenersi reciprocamente bordone in termini di sistema. In effetti, l’Italia merita di più. Merita che ciascuna forza, in ragione della cultura politica di cui è espressione, si misuri e si confronti, liberamente, a tutto campo, con il popolo italiano.

Il “proporzionale” delle europee ce ne offre, forse “obtorto collo” per taluni, l’opportunità. Senza il ricatto del “voto utile” e di una dialettica politica dove ciò che vale, prima della proposta di ognuno, è la capacità d’interdizione nei confronti dell’interlocutore. Secondo la logica dell’ “amico/nemico”, che comprime e deprime la ricchezza plurale delle culture politiche che attraversano il Paese, schiacciandole, dall’ una e dall’ altra parte, nell’ imbuto di una omologazione forzosa.

Ad ogni modo, in quanto a questa tornata elettorale amministrativa, per saperne di più dobbiamo attendere i ballottaggi, per comprendere chi abbia maggior “potere di coalizione” nei confronti dell’elettorato e delle forze politiche escluse. La sinistra resiste in alcuni isolotti di un arcipelago in cui la destra si “destreggia”, ancora vincente, ma senza quel vento impetuoso a gonfiarne le vele, com’ era nei suoi pronostici.

Ad oggi, tutto ciò non scongiura il pericolo che dopo vent’ anni e più di “berlusconismo”, l’Italia debba sciropparsene altrettanti di “melonismo”. Ma su questo torneremo.

Domenico Galbiati

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