Come mi capita di solito, anche questa volta avevo pensato a più titoli per queste riflessioni: “Chi semina vento raccoglie tempesta”, “Le sorti del Pianeta decise dalla propaganda: non analogie con Auschwitz ma….il lavoro di un dentista”, “I talebani hanno vinto anche la guerra culturale contagiando l’occidente”, “Cattivi maestri”, “Disfattismo o coscienza civile?”, “Vuoi la pace? Sei putiniano!”, “Non nel mio nome”, “Tirato per i capelli…quelli residui”,” Ma per la NATO era proprio così importante e vitale arrivare ai confini russi e fare imponenti esercitazioni militari in Ucraina? Ben tre nel 2021”. Alla fine, ho pensato che forse quello che potrebbe risolvere l’attuale drammatica situazione è solo l’auspicabile “Auxilio ab alto”, da cui il titolo, e cerco di spiegarmi.

Per inquadrare la situazione, faccio riferimento al recente articolo dell’amico Domenico Galbiati (CLICCA QUI)  nel quale ho potuto verificare come non sia possibile ritrovare nemmeno un accenno al fatto, risaputo, che ci possa essere stata, alla base di questa catastrofe, una giusta rivendicazione di sicurezza da parte dei russi, come un’altrettanto giusta rivendicazione era stata quella degli USA che protestarono e poi trattarono per lo smantellamento dei missili a Cuba: in quell’occasione furono ritirati dagli USA, come contrappeso, i missili schierati in Turchia.

Manca anche un qualsiasi accenno all’altra causa del conflitto, cioè la tutela delle minoranze russofone, concetto positivamente ripreso dal comunicato di INSIEME sulla manifestazione per la Pace di Roma (CLICCA QUI). Sempre nello stesso comunicato, in un altro passaggio, a mio avviso encomiabile e portatore di una visione alta, si afferma la necessità di indurre le parti ad “avviare un processo di pace che ristabilisca l’integrità e sovranità dell’Ucraina, e ne assicuri la sicurezza nel contesto di un complessivo assetto europeo che includa pienamente anche la Federazione Russa ” e si realizzi “un quadro che permetta la ricostruzione delle enormi distruzioni belliche e garantisca pienamente i diritti di tutte le minoranze etniche e linguistiche”. Ricordiamo in proposito le dichiarazioni dell’Arcivescovo latino di Leopoli, dal nome indecifrabile e impronunciabile:” È stato un errore proibire la lingua e la Chiesa Russa”.

La frase “un complessivo assetto europeo che includa pienamente anche la Federazione Russa” è sicuramente visionaria e rivoluzionaria e afferma l’unica via per ridare all’Europa il suo giusto posto nel mondo: l’autonomia dalle politiche USA, politiche per noi europei ormai lontane anni luce dai nostri interessi, è la strada maestra. E ricordiamo a supporto la visione di San Giovanni Paolo II: ”L’Europa ( Cristiana) dal Portogallo a Vladivostock”. Certo, ci dobbiamo chiedere se potremmo essere davvero liberi di poter scegliere quella strada, ma allora dov’è l’autodeterminazione dei popoli tanto sbandierata? Materie prime dalla Russia e commerci fiorenti con la Cina (vedi viaggio di Scholz a Pechino) e tutti vivrebbero felici e contenti, solo gli USA un po’ meno ricchi e quindi meno interventisti. È una soluzione pragmatica che finalmente andrebbe a nostro favore e non a favore di altri. E per chi teme l’invasione dei Cosacchi, deve solo guardare la situazione sul campo in Ucraina. In Francia si ripetono le manifestazioni che chiedono a gran voce l’uscita dalla NATO.

Ripercorrendo il percorso che aveva portato al precipitare degli eventi, è d’obbligo ricordare che negli otto anni precedenti a questo dramma vi erano stati vari tentativi di Putin di cercare una soluzione, l’ultima volta a Dicembre 2021: facile ritrovare le dichiarazioni, tra cui quella fatta al Forum di Davos nel 2021. La risposta è sempre stata, quando c’è stata, di sprezzante e arrogante diniego. “Ci avete sempre sbattuto la porta in faccia”, la dichiarazione sconsolata di Putin, lo stesso Putin di Pratica di Mare e delle vacanze in Sardegna. “La nostra pazienza è finita”, dichiarazione di Lavrov, e si sa che notoriamente i russi ne hanno tanta. Sono facilmente reperibili tutti i discorsi fatti da Putin auspicando l’avvio di trattative, cosa che fa ancora adesso. Contro l’”abbaiare” della NATO alla fine è prevalso il sacrosanto diritto alla legittima difesa, o perlomeno questa la visione dei russi: forse potrebbe aiutare, per chi avesse tempo e voglia, fare un salto nel passato e rileggere questa intervista a Putin del Corriere della Sera del 2015 (CLICCA QUI).

Quale spiegazione dare alla posizione dell’Occidente, ma in particolare degli USA? Semplice: chi vede traballare la basi del proprio impero non può che aggrapparsi a mosse sempre più disperate ed estreme. L’obbiettivo, in buona parte raggiunto, è molto chiaro: disarticolare il legame pericoloso tra la tecnologia (ed industria) tedesca e le materie prime russe che creerebbero una potenza strategica enorme (vedi opposizione drastica e ossessiva al Nord Stream2), che collegata poi alla manifattura ed al mercato cinese (ed anche indiano), darebbero vita ad una potenza commerciale tale da non poter essere più controllata dal dollaro.

Appare incomprensibile come si riesca bellamente ad utilizzare i soliti due pesi e due misure: nessuna indignazione per la violazione dell’integrità territoriale di Iraq (600.000 morti), Siria (500.000 morti e 11 milioni di sfollati!!!!), Libia, et cetera, devastazioni giustificate nel caso dell’Iraq con l’affermazione che gli USA avevano il diritto di difendere i propri interessi anche dall’altra parte del mondo, ma in quei casi nessuna sanzione, nessuna reprimenda. Difficile poi ritrovare una riga sui giornali del democratico e civile occidente sulla guerra in Yemen, dove i morti sono stati 377000 dall’inizio del conflitto e dove, secondo l’Undp, l’Agenzia per lo sviluppo dell’Onu, «nel 2021 ogni 9 minuti è morto un bambino di meno di 5 anni».

Sin dall’inizio del conflitto ucraino si è sviluppata parallelamente una guerra psicologica mirante a marchiare la Russia come “male assoluto” e i nostri media non si sono certo tirati indietro. Dal momento in cui Bucha è stata registrata come un orrore, e dubbi rimangono (come le dichiarazioni tranquille del Sindaco fatte a caldo e poi smentite), ogni fossa comune viene automaticamente presentata come un sepolcro di torturati. Di seguito uno dei tanti casi di propaganda falsa, di cui ogni guerra è ricca da entrambe le parti, che hanno condizionato le vicende belliche: parlo della scoperta nella zona di Pisky-Radkivski di una “scatola piena di corone dentali d’oro”. Ne scriveva tra gli altri Huffington Post, pubblicando foto e parole direttamente da un tweet del ministero della Difesa ucraino. “ Una mini Auschwitz. Quante altre se ne troveranno nell’Ucraina occupata?”, è stato il commento istituzionale ucraino. Il richiamo è evidente: i russi come i nazisti, che nei lager strappavano i denti d’oro agli ebrei condotti nelle camere a gas. Quarantott’ore dopo l’inviato della Bild Zeitung tedesca scopre il dentista della località: testimonia come i denti siano semplicemente di suoi pazienti e non sono affatto d’oro. Ma intano la notizia falsa ha fatto il giro del mondo e la notizia vera si perde per strada.

Sull’Avvenire, il presidente della Comunità S. Egidio Marco Impagliazzo scriveva tempo fa che la “militarizzazione delle coscienze e il linguaggio bellicista (stanno trascinando tutti)… nel gorgo del bipolarismo dell’odio, in cui quello che conta non è capire e progettare il dopo ma schierarsi o addirittura tifare”. E’ per questo motivo che papa Bergoglio si rifiuta di “benedire” una delle parti in conflitto e non smette di invitare Zelensky a prendere in considerazione serie proposte di negoziato. Il pontefice, come d’altronde Henry Kissinger e Angela Merkel, ritiene che bisognerà anche pensare al momento in cui reinserire la Russia in un contesto europeo. Non è questa esattamente la linea del governo di Kyiv, se il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak indica come obiettivo della guerra “smilitarizzare e denuclearizzare” la Federazione russa.

A questo punto è giusto ricordare che la nazificazione dell’Ucraina sembrerebbe un dato di fatto, visto che il capo delle forze armate ucraine si fa fotografare sotto le foto dei capi nazisti ucraini storici (CLICCA QUI)

La Russia ha accusato gli inglesi di essere dietro l’attacco ai gasdotti e alla flotta a Sebastopoli ed ha minacciato conseguenze: forse è bene sapere che secondo una fonte (Guido Viale), l’ RQ-4 Global Hawk U.S.A. che ha guidato il recente bombardamento della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli è decollato dall’aeroporto civile di Catania. Nove droni aerei e sette droni semisommergibili  hanno condotto un attacco congiunto contro la flotta del Mar Nero e le altre navi che garantiscono un corridoio sicuro alle navi da trasporto in transito da e verso Odessa nell’ambito del cosiddetto “accordo sul grano”: il corridoio umanitario è stato usato come copertura per attaccare la flotta del Mar Nero, un’azione volutamente e colpevolmente destabilizzante. Di chi sia la responsabilità appare quindi più che evidente. E Catania è diventato così bersaglio militare.

La Russia ha deciso di ripristinare il corridoio umanitario, anche grazie all’intervento di Erdogan, che l’ignavia dell’Europa ha fatto diventare un gigante mondiale: ora anche il guerrafondaio Stoltenberg, personaggio scialbo e grigio, un burocrate partorito da antistorici e antiumanistici cascami della guerra fredda, alla guida di una coalizione ipocritamente definita difensiva, si congratula con Erdogan, ammissione implicita di incapacità di vera volontà di pace a favore del perseguimento del bellicismo ad oltranza. La cosa va avanti da circa trent’anni a questa parte, con la benemerita e lungimirante pausa di Pratica di Mare, quando la Russia era quasi in procinto di entrare nella NATO, pausa di cui dovremo tutti sempre ringraziare Berlusconi (e per inciso è l’unico dei suoi atti politici che mi sento di condividere): è ormai una partita a scacchi, ma proprio la reazione dell’occidente, con il ribadito a più riprese connubio contro natura di UE e NATO contro chi si è macchiato del peccato di lesa maestà, a dimostrare che l’attacco preventivo di Putin sia stata una mossa che per la Russia era sostenuta da valide e improrogabili ragioni di legittima difesa. Una volta installati missili in Ucraina (a cinque minuti da Mosca), che ha messo in costituzione l’adesione alla NATO, lo scontro finale sarebbe stato inevitabile. E l’analogia con Cuba anni ’60 è più che pertinente.

Sempre da “AVVENIRE”: “La guerra non proclamerà vincitori: il conflitto non ha sbocchi, è ora che i due nemici lo riconoscano”. Io riprenderei allora il mantra di fondo della manifestazione del 5 Novembre a Roma: ”Tacciano le armi subito e negoziato per la Pace”, e aggiungerei “prima che accada l’irreparabile”. Ma ricordiamo anche nel frattempo qualcuno sanziona a modo suo (CLICCA QUI)

Ricordiamo per inciso anche la famosa frase di Otto von Bismark: ”Conosco cento modi per far uscire l’orso russo dalla sua tana, ma nemmeno uno solo per come ricacciarlo dentro”.

E allora diciamo tutti con forza assieme a Gianni Bottalico: “È l’ora della PACE”, in primis per il bene della popolazione civile ucraina, a seguire per il bene di tutto il Pianeta (CLICCA QUI).

Ma soprattutto sosteniamo la sacrosanta richiesta del Cardinale Matteo Zuppi nel suo messaggio ai partecipanti alla manifestazione di Roma per la Pace: ”Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti che combattano le povertà.

E chiediamo all’Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari non solo per impedire la logica del riarmo, ma perché siamo consapevoli che l’umanità può essere distrutta.

Dio, il cui nome è sempre quello della pace, liberi i cuori dall’odio e ispiri scelte di pace, soprattutto in chi ha la responsabilità di quanto sta accadendo. Nulla è perduto con la pace. L’uomo di pace è sempre benedetto e diventa una benedizione per gli altri”.

Ecco quindi invocato l’”Auxilio ab alto”.

Ma anche senza andare così in alto, forse non sarebbe sbagliato sollevare un po’ lo sguardo dal nostro ombelico e valutare tutte quelle che si possono ormai considerare prove della presenza, più o meno discreta, sul nostro bellissimo Pianeta, dei nostri fratelli dello spazio: siamo visitati sempre più di frequente e forse da tempo immemore. A riguardo mi hanno colpito, tra gli altri, due articoli comparsi sempre su AVVENIRE che dovrebbero perlomeno indirizzarci verso un approfondimento di tale fenomeno. Il primo è una testimonianza molto puntuale della moglie di Sergio Zavoli, che riporta le testimonianze di due personaggi di indiscussa autorevolezza e credibilità, il secondo è una notizia particolare giunta dalla NASA che sembra volerci preparare a prossimi incontri (CLICCA QUI e QUI)

A ben vedere forse siamo di fronte al famoso “segreto di Pulcinella”: tutti sanno, ma si glissa per paura del ridicolo o anche di conseguenze, ma perlomeno indagare in quella direzione in maniera seria e ufficiale dovrebbe essere interesse di tutti per non farci trovare impreparati. La mia idea è che si dovrebbe creare un “Think tank” permanente, magari su iniziativa del Vaticano, che alla bisogna vanta sicuramente molte validissime teste pensanti: mi viene ad esempio in mente l’attuale Direttore della Specola Vaticana, Padre Guy Consolmagno, Gesuita, astronomo di grandissimo livello con tre lauree di cui una al MIT e che tra l’altro è stato ospite d’onore in molti convegni di fantascienza e ufologici. Ricordiamo che anche Papa Francesco ha detto che battezzerebbe volentieri un alieno (CLICCA QUI).

Forse potremmo così trovare, grazie all’allargamento degli orizzonti, soluzioni che ora non siamo in grado di intravedere. O forse pensiamo davvero di essere circondati da miliardi di galassie con all’interno miliardi di sistemi solari disabitati? Aspettiamo che qualcuno si decida ad indagare seriamente e ufficialmente, senza dimenticare la prudenza necessaria nell’affrontare temi così enormi.

Nel frattempo forse un inizio di cambiamento, come confermato  dal Washington Post (CLICCA QUI).

Massimo Brundisini 

 

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