“ Votare con il portafoglio”. E’ l’intrigante messaggio lanciato dall’economista Leonardo Becchetti. Si tratta di uno dei possibili tentativi di concepire una partecipazione alla politica con la “ P “ maiuscola, tanto per restare aderenti al noto appello di Papa Francesco.
Il cittadino non partecipa alla vita pubblica solo attraverso la presenza alle urne in maniera passiva o restando spesso attonito di fronte al confronto politico che si svolge nei “ talk show”. No, si tratta di assumere un atteggiamento attivo da parte del consumatore che con le sue scelte può finire per incidere su ciò che direttamente conta nella propria vita. A partire dalla spesa quotidiana che tanto pesa, appunto, sul portafoglio di tutti quanti noi.
Così, ci è parso interessante approfondire questa questione con Leonardo Becchetti secondo il quale “ l’idea del voto con il portafoglio potrebbe risolvere molti dei nostri problemi, In estrema sintesi il potere economico è nelle mani di noi consumatori. Se fossimo consapevoli, informati e ci coordinassimo per scegliere insieme potremmo premiare con le nostre scelte le imprese migliori e da potremmo avremmo un mercato con lavoro degno, prodotti salutari, responsabilità ambientale”.
D ) Spiegaci, per favore, perché la tua proposta è molto concreta, molto meno stravagante di come potrebbe sembrare a chi continua a vedere la politica con gli occhiali del passato, attraverso i vecchi rituali e partiti sempre meno seguiti ed apprezzati
Becchetti: “ I cittadini dovrebbero capire che con le loro scelte nell’acquisto, con il loro consumo o risparmio possono fare una demarcazione importante a favore delle aziende economicamente e socialmente responsabili. Posso premiarne alcune perché queste rappresentano non solo un valore economico e produttivo, o quale fornitore di un servizio, bensì anche un valore ambientale e sociale. Il premio verso queste aziende, che ovviamente viene dalla canalizzazione della scelta da parte dei consumatori, può favorire la diffusione di una nuova consapevolezza e responsabilità. Per le aziende e per il cittadino consumatore che finisce, così, per svolgere una presenza attiva destinata a divenire una vera e propria iniziativa e presenza politica, quando capace di coinvolgere parti sempre più ampie di consumatori. Ancora più efficace perché concreta ed immediatamente avvertibile”.
D) Questo, però, richiede un vero a proprio salto culturale, il raggiungere una consapevolezza in qualche modo di livello superiore a quello che un popolo come quello italiano esprime generalmente nella capacità di impegnarsi nella cosa pubblica
Becchetti: Certo. Sono consapevole che c’è un ampio e lungo lavoro da fare. Anche di formazione e predisposizione ad un modo diverso di vedere e concepire quello che riguarda direttamente ciascuno di noi, le nostre famiglie, le comunità di cui facciamo parte, le realtà locali e le categorie intermedie in cui siamo inseriti. E’ un modo nuovo, ma costruttivo, per concepire l’assunzione di una nuova responsabilità. Risolvere i problemi non è facile, a differenza di quello che comunemente si crede. Come dico spesso, ci vogliono quattro mani. Il mondo cambia con un’azione a quattro mani (stato, mercato, cittadinanza attiva, imprese responsabili) e non a due mani (stato, mercato).
D) Il ruolo delle istituzioni, allora, diventa importante. Magari, non limitandosi agli spot pubblicitari di qualche ministero in tv, spesso pagati inutilmente dai contribuenti, bensì con un’azione vera di educazione e comunicazione
Becchetti: “ Quello che chiediamo allo Stato è di favorire la pubblicità dell’informazione sul “ rating” sociale ed ambientale delle imprese e delle filiere. Per esempio, mettendo sui prodotti agricoli l’informazione sull’iscrizione o meno al registro delle reti del lavoro agricolo di qualità, istituito con la legge sul caporalato. Valorizzando, inoltre, tutto ciò che , di fatto, è già forma concreta di quello che chiamo “ voto con il portafiglio”….
D ) Cioè? Qual è questa forma già concreta di questo tipo di “ votazione”?
Becchetti: “ Mi riferisco a quei “ voti” impliciti che già emergono con la scelta a favore dei prodotti bio, con i quali viene posta l’attenzione sia all’ambiente, sia alla qualità dell’alimentazione e della salute. In Francia i consumatori si sono messi insieme per imporre, di fatto, nuove regole sulla qualità dei prodotti alimentari, a partire dal latte. Si preferisce pagare qualcosa di più per garantirsi prodotti sicuramente migliori e più sani. Sull’azzardo abbiamo inventato gli slot mob 4 anni fa. La gente va nei bar che hanno tolto le macchinette del gioco d’azzardo. Scegliendo questo gestore a discapito di un altro, che le macchinette le mantiene, è un modo di votare con il portafoglio. E’ nato un movimento politico con una piattaforma che chiede il divieto di pubblicità sull’azzardo, l’uso della tessera sanitaria per identificare chi gioca ed evitare la frequentazione dei minori per vedere le slot fuori dai bar. Moltissimi regolamenti comunali, adesso, recepiscono regole restrittive sul gioco e finalmente, oggi, col decreto dignità, i primi due punti della nostra piattaforma diventano legge nazionale”.
Non solo, riflettiamo anche sul fatto che questo modo consapevole e più solidale di guardare alle cose concrete viene addirittura dal mondo della finanza. In questo mondo visto in maniera pregiudizialmente e complessivamente ostile esiste la realtà dei fondi etici. E’ una cultura in crescita, che va sostenuta. Basta pensare alla decisione del più grande fondo d’investimento al mondo, il Black Rock, intenzionato a “ votare”, nel suo caso ad investire, solo in imprese e società ambientalmente sostenibili. Vorrà dire pure qualcosa! Andando avanti così questo modo diverso di affrontare i problemi diventerà un discrimine importante. Anche le associazioni di imprenditori e di imprese dovrebbero porvi più attenzione. Così come le istituzioni perché il sottovalutare questa nuova cultura che nasce e che si diffonde velocemente potrebbe avere importanti conseguenze anche negli equilibri tra i mercati e sulle esportazioni”.
D) Torniamo all’educazione soprattutto dei ragazzi…..
Becchetti: “ Il primo punto da far maturare è che non è inutile votare col portafoglio, perché, invece, grazie a questo “ voto” possiamo cambiare le cose, e come. Certo ai ragazzi ci dobbiamo rivolgere con un linguaggio inclusivo. Ad esempio, nei corsi che facciamo simuliamo proprio una competizione elettorale e nelle urne finiscono le schede elettorali con l’espressione di una valutazione, di un voto che premia, o castiga, chi non risponde ai criteri di responsabilità sociale ed ambientale. Più in generale, deve essere avviato un lavoro per diffondere consapevolezza ed informazione, puntare all’educazione verso il coordinamento delle scelte, insegnare a valutare l’analisi delle differenze di prezzo.
D) Noi di Insieme cosa potremmo fare?
Becchetti: Partecipare a questo processo di crescita e di disseminazione culturale e politica. Del resto, Insieme nasce sulla base del principio della Sussidiarietà e, quindi, si interessa anche degli strumenti e dei percorsi da indicare per seguire processi generativi e di crescita. Anche per reagire con ottimismo ai fenomeni di disgregazione sociale e culturale. Credo che la nostra prima missione possa e debba essere proprio quella di partecipare al “ nuovo” nella forma più positiva e costruttiva possibile. Partendo per prima cosa dalla consapevolezza che gli stili di vita ed i comportamenti civili sono essenziali. Non ci può essere alcun processo innovativo se non vicino alla gente che sente molto la necessità di reagire in modo originale ed efficace a tutto ciò che significa innovazione, condivisione e sviluppo sostenibile”.
Intervista realizzata da Giancarlo Infante
Foto utilizzata: da Shutterstock