Nella generalità delle questioni che la politica ha posto in agenda in questi ultimi tempi abbiamo assistito a contrasti molto accesi, non solo fra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno dello stesso governo.
Colpisce in particolare la radicalizzazione delle posizioni, in cui i contenuti sostanziali, che dovrebbero motivare l’una scelta o l’altra, spesso si offuscano o comunque vengono banalizzati per far emergere gli elementi di divaricazione.
Qualcuno dice che si è sempre in campagna elettorale (tra l’altro, non è una regola imperativa che in campagna elettorale si debba procedere per slogan e attraverso messaggi semplificatori che annebbiano la realtà), ma vi è l’impressione che non vi sia mai interesse ad affrontare la complessità dei problemi, perché questo non crea consenso.
Ridurre tutto ad un tweet, ad un messaggio di facile presa, sembra divenuto non solo un modo di comunicare ma di rappresentare la realtà; perchè la sintonia tra la classe politica e le persone si gioca più sulle sensazioni che sui ragionamenti.
Potrà sembrare impopolare, ma credo occorra avere il coraggio di dire, soprattutto in un mondo così intricato, e immersi in cambiamenti sociali, tecnologici, culturali molto repentini, che i problemi si possono affrontare seriamente solo attraverso un di più di conoscenza, un di più competenza, un di più di disponibilità al dialogo e al confronto, con le opposizioni e con i gruppi sociali interessati, non tramite le scorciatoie di sintesi malaccorte e l’ arroganza di chi crede di avere sempre ragione.
Riflettevo in questi giorni sul dibattito, dai toni sempre più inaciditi, intorno alla linea TAV Torino – Lione, perché mi sembra uno degli emblemi di questa stagione politica, in cui le fazioni pro e contro si fronteggiano brandendo analisi costi – benefici che probabilmente pochi hanno letto e ancor meno capito. Ed è davvero curioso che questo strumento tecnico, sia usato strumentalmente per dare un diniego all’opera ,come fa lo sprovveduto ministro Toninelli ,quando invece alla politica spetta dare un risposta risolutiva. Se al tempo della progettazione dell’ Autostrada del Sole, avessero dato retta ai tecnici interpellati, si sarebbe fatta dieci anni dopo. Fu un ministro DC che sbloccò l’ impasse e diede il via a questa grande prima opera che collegava il nord e il sud del Paese.
È la politica che dovrebbe compiere questo fondamentale passo di assegnazione del valore secondo determinate priorità e attraverso un articolato processo di mediazione, che si proponga, non di far prevalere l’interesse di una parte contro un’altra, ma di comporre le varie istanze, adottando scelte che siano comunque rispettose delle posizioni altrui; con la consapevolezza che scegliere significa anche accettare il rischio dell’impopolarità in nome di una idea di futuro.
In realtà, la regola “conoscere prima di decidere e per decidere” è oggi sempre più “decidere e poi cercare nelle analisi tecniche quei dati che confermano le ragioni della decisione”. E’ questa una logica e una modalità devastante ! Caro Presidente del Consiglio avv. Conte….non faccia il furbo e si dia una mossa !
Sentiamo, così, come prevalga il respiro corto di questa politica, in cui si confrontano interessi di basso profilo e si ragiona con una visione miope, quando il mondo globalizzato dovrebbe generare in noi il desiderio di individuare prospettive nuove e attivare maggiori competenze per affrontare le questioni. Chissà se il dibattito sull’Europa sarà l’occasione per un salto di qualità; anche se le premesse non sembrano annunciare nulla di buono, qualche voce pacata e coraggiosa potrebbe aiutare a ridare un po’ di ossigeno alle nostre democrazie.
Luigi Bottazzi