“È chiaro che il Paese non dipende da Chiara Ferragni e spero che la politica abbia cose più importanti di occuparsi dei pandori, però a me non piace l’accanimento, a prescindere, su qualcuno che è in difficoltà”. Così il Ministro e Vice Presidente del consiglio Matteo Salvini è intervenuto sulla vicenda Ferragni da giorni e giorni finita nella bufera per la promozione del panettone di una nota marca.
In effetti, non c’è giorno in cui telegiornali e giornali non c’informano fino all’ultimo dettaglio sui contorni di una storia che troverà risposta da un’indagine avviata per valutare se è stata effettuata qualche scorrettezza commerciale. Gli “influencer” inevitabilmente possono finire vittima del tritatutto della comunicazione che porta loro fama e ricchezza. Ma questo non significa che qualcuno possa “togliersi dei sassolini dalle scarpe” nel caso in cui questi, o queste, “influencer” abbiano pure avuto dei battibecchi con chi ha responsabilità pubbliche.
Appare evidente, e bene ha fatto a sottolinearlo Salvini, prendendo in questo le distanze dai “cortigiani” della stampa e delle televisione che stanno martellando sul caso Ferragni, che l’infierire sulla Ferragni appare come una vera e propria “ritorsione”. E perché questi “cortigiani” non hanno la stessa continuità ed insistenza sui tanti casi in cui la politica mostra il lato peggiore di sé limitandosi a dare il minimo delle informazioni possibili?