Perché c’è chi vuole rimuovere Donald Trump dalla Casa Bianca quando siamo a pochi giorni dalla scadenza naturale del suo mandato? E’ una ripicca politica che segue la sconvolgente invasione del Congresso degli Stati Uniti o c’è dell’altro. A leggere l’intervento  di Nancy Pelosi, che chiede ai repubblicani di muoversi subito per costringere Trump alle dimissioni, forse, si capisce che in ballo c’è altro e di preoccupante. La Pelosi, in realtà, parla del dott Stranamore che si presenta sotto la fisionomia e, soprattutto, il modo di ragionare di colui che ancora per pochi giorni sarà alla guida degli Stati Uniti dalla Casa Bianca.

E’ da una lettura di un articolo del New York Times ( CLICCA QUI ) che si può giungere a questa conclusione e ad alimentare i timori che Donald Trump, ormai ci si deve aspettare di tutto da lui, assuma qualche decisione delle sue, ma che potrebbe avere drammatiche conseguenze per il mondo intero.

Nancy Pelosi, infatti, fa sapere di aver parlato con il Capo di stato maggiore della Difesa Usa, Generale Mark A. Milley, per prevenire che un Presidente “instabile” possa ordinare l’avvio di operazioni militari o avere l’accesso ai codici di lancio” di missili a testate nucleari. La nuova maggioranza nel Parlamento americano, insomma, lancia un out out ai vertici militari nominati da Trump perché non assecondino eventuali derive guerrafondaie di un Presidente che ha dimostrato abbastanza sufficientemente di non avere l’equilibrio necessario a gestire situazioni di crisi.

E’ evidente che il timore dei dirigenti democratici sia quello che Trump possa pensare di risolvere manu militari uno dei suoi tanti contenziosi aperti in giro per il mondo: quello con l’Iran. Sono del resto questi i giorni dell’anniversario dell’uccisione da parte degli americani, su diretto ordine di Trump, dell’uomo forte del regime di Teheran, il generale Qassem Soleimani avvenuta  il 3 gennaio dello scorso anno e di cui, nonostante ripetute minacce di farlo, gli iraniani non si sono ancora vendicati. Sono comunque questi giorni di tensione in tutta la regione mediorientale. Gli israeliani seguono con grande attenzione i movimenti di truppe o spostamenti di armi, così come c’è chi registra la dichiarazione di colui che ha sostituito al Soleimani, il generale Hossein Salami, secondo il quale la flotta iraniana ha raggiunto una elevata capacità di contrastare i mezzi sottomarini, con un eloquente riferimento a quelli recentemente inviati da Stati Uniti e da Israele nelle acque del Golfo ( CLICCA QUI ) e dai quali si suppone possa partire un attacco missilistico.

La risposta dei militari statunitensi è stata affidata a un portavoce  che si è limitato a confermare il colloquio con Nancy Pelosi nel corso del quale il generale  Milley avrebbe risposto alla Presidente della Camera dei rappresentanti. Non è stato precisato, però, quale sia stata la natura della risposta, mentre il New York Times ha raccolto lo sfogo di alti ufficiali della Difesa che, nell’anonimato, fanno presente che non possono essere loro a rimuovere Trump dal suo posto e il loro compito è quello di obbedire al Presidente in carica. Chissà se la Pelosi ha ricordato loro la novità introdotta dal Processo di Norimberga.  In ogni caso, le fonti militari anonime riportare dal New York Times hanno espresso la consapevolezza che i vertici militari non sono obbligati a seguire ordini da loro giudicati illegali.

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