1. La liberalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e minori. Nella società occidentale è presente la tendenza, a partire almeno dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso, diretta a normalizzare le relazioni sessuali intergenerazionali, con la liberalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e minori, tramite l’abolizione o la revisione delle norme punitive degli atti sessuali degli adulti con i minori degli anni diciotto consenzienti.

2. L’iniziativa degli intellettuali francesi del 1977. Questa tendenza ebbe un suo momento forte nel 1977 quando una serie di intellettuali, che godevano del massimo credito internazionale, – tra cui Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Louis Aragon, Jack Lang, Roland Barthes e tanti altri – presentarono una lettera aperta alla Commissione di revisione del codice penale in Francia, pubblicata per estratto su Le Monde del 23 maggio 1977, nella quale chiedevano l’abrogazione e/o la revisione delle norme del codice penale che fissavano i limiti del consenso del minore in materia sessuale. Denunciavano, innanzitutto, il carattere discriminatorio dell’art. 331 § 3 del codice penale, che riconosceva la liceità dei rapporti con adolescenti tra i 15 e i 17 anni, se eterosessuali, incriminando invece i rapporti omosessuali fino ai 18 anni. Chiedevano altresì l’abrogazione o, comunque, la profonda riforma della legislazione nel senso del riconoscimento del diritto dei bambini e degli adolescenti a intrattenere relazioni con persone di loro scelta vietate dalle norme del codice penale (artt. 334-1: incitation des mineurs à la débauche, che poteva permettere l’incriminazione di chi avesse favorito o facilitato i rapporti sessuali tra minori; art. 356: détournement de mineurs; art. 331, che fissava al di sotto dei quindici anni il limite per il consenso del minore a qualsiasi rapporto sessuale).

3. La risposta degli Stati. Queste richieste, sostenute da una intensa e aggressiva campagna mediatica per la liberalizzazione dei rapporti sessuali intergenerazionali, non vennero accolte né in Francia né negli altri Paesi occidentali. Anzi, a seguito soprattutto della Convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa del 25 ottobre 2007 per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, i vari Stati europei implementarono in senso restrittivo la normativa esistente alzando i limiti di età per il consenso del minore, estendendo la sfera di applicazione delle norme punitive e aggravando le pene per i reati di abuso.

4. L’intensificarsi degli abusi sessuali sui minori. Ciò non ha diminuito affatto la gravità del fenomeno delle relazioni tra adulti e bambini, ovvero tra adulti e pre-adolescenti o adolescenti, tanto che si può oggi parlare, alla luce delle evidenze investigative e delle sentenze giudiziarie dei vari Paesi europei, di una vera emergenza del fenomeno della pedofilia attuata con atti di abuso nei confronti di minori. Si può menzionare al riguardo, tra i tanti episodi, l’informazione pubblicata dal Corriere della Sera in data 30 giugno 2020 (p. 20), che rivela l’esistenza di un’investigazione attualmente pendente in Germania federale, dalla quale risulterebbe l’esistenza di circa 30 mila soggetti sospettati di atti o di interessi illeciti di carattere pedofiliaco.

5. Il caso Kentler in Germania. Anchea livello culturale è proseguita, sia pure in maniera meno aggressiva del 1977, la svalutazione dei divieti volti a preservare l’integrità sessuale dei minori.

Al riguardo meritano attenzione gli accadimenti rivelati il 17 giugno 2020 dal giornale tedesco Frankfurter Allgemeine. In un articolo dal titolo “Abuso come educazione” Hanna Bethke ha riferito il caso di Helmuth Kentler (1928-2008), che fu psicologo e sessuologo, di orientamento omosessuale, nonché docente di educazione sociale in primarie Università tedesche. Egli svolse, tra la fine dei ’60 e la metà dei ’70 del secolo scorso, un ‘esperimento’ educativo, sostenuto dall’Ufficio per la famiglia dell’amministrazione del Senato di Berlino, consistente nell’affidare i pre-adolescenti o gli adolescenti deboli di mente (“schwachsinnigen”) a soggetti maschili pederasti sul presupposto che soltanto genitori adottivi pedofili sarebbero in grado di educare e amare bambini e adolescenti con quelle caratteristiche. Va da sé che nel corso dell’esperimento si verificarono innumerevoli casi di abuso sessuale.

6. La ricerca della professoressa Teresa Nentwig. L’attualizzazione del caso è stata causata dalla pubblicazione di una ricerca che gli attuali dirigenti del Senato berlinese per la famiglia hanno commissionato alla prof. Teresa Nentwig, dell’Istituto per la ricerca democratica dell’Università di Gottinga. La ricerca ha concluso che l’esperimento di Kentler ha favorito per svariati anni gli interessi pedofiliaci e pederastici di svariati uomini, alcuni dei quali già condannati per delitti di abuso sessuale, nell’ambito di un progetto di emancipazione omosessuale, lesbico e pedofiliaco finanziato dal Senato di Berlino. L’attuale responsabile per l’educazione di tale amministrazione – Sandra Scheeres – ha definito l’esperimento un crimine di cui lo Stato porta la responsabilità.

7. La lista di indirizzi per l’emancipazione degli omosessuali, delle lesbiche e dei pedofili. La ricerca ha svelato anche un’altra inquietante vicenda al cui centro è sempre la medesima istituzione pubblica. All’esito delle elezioni dei deputati, tenute il 29 gennaio 1989, la coalizione vincente, formata dalla SPD (partito social-democratico tedesco) e dalla Alternative Liste, creò, su impulso di due deputati omosessuali di tale ultima lista, un Ufficio per l’uguaglianza tra le varie modalità sessuali di esistenza (Referat für gleichgeschlechtliche Lebensweisen), costituito all’interno dell’Istituto per la famiglia del Senato di Berlino. Si è trattato del primo istituto pubblico nella storia tedesca per la lotta contro la discriminazione degli omosessuali e delle lesbiche nelle pubbliche amministrazioni e nella società, al quale collaborarono varie organizzazioni omosessuali. Senonché nel gennaio 1991 venne pubblicata una “lista di indirizzi per l’emancipazione omosessuale, lesbica e pedofila” (Adressenliste zur schwulen, lesbischen & pädophilen Emanzipation), con il sostegno dell’Ufficio per l’uguaglianza sopramenzionato. L’Ufficio pubblico per la famiglia finanziò per svariati anni – almeno per il 1990, 1991 e 1992 – questa Adressenliste, la cui diffusione con il finanziamento pubblico sembra essere cessata soltanto nel 1995. La ricerca ha stabilito che la lista di indirizzi per l’emancipazione omosessuale, lesbica e pedofiliaca era stata predisposta già prima degli anni ’90 da alcune associazioni omosessuali.

8. Il sostegno pubblico alla pedofilia. Le notizie affioranti dalla pubblica informazione inducono a riflettere sul sostegno anche pubblico fornito al processo di dissoluzione morale cui l’umanità è stata nel passato soggetta e di cui è tuttora vittima. Gli inizi di questo processo, avente dimensioni sociali di larga portata, risalgono agli eventi della Rivoluzione sessuale del ’68 in tutto il mondo occidentale che hanno aggredito pandemicamente le verità relative al significato e al valore della sessualità umana. L’orientamento della sessualità all’amore stabile tra l’uomo e la donna aperta alla procreazione e all’educazione dei figli è stato oggetto di oltraggioso disprezzo, come se si trattasse di un’attitudine recessiva di residui umani in via di estinzione. Le ferite più gravi inferte all’uomo e alla donna nel corso di questo processo sono state l’aborto volontario e il c.d. matrimonio omosessuale, da cui si vogliono far discendere come ‘diritti’ l’adozione omoparentale e la maternità surrogata.

9. La pseudo-educazione sessuale per la liberazione sessuale dei bambini. Oggi si stanno preparando le armi per infliggere ai bambini una nuova ferita. Imperniate sulla teorica relativa alla fluidità dell’identità sessuale, varie teorie, genericamente sussumibili sotto la categoria del gender, pretendono di disancorare l’identità del maschio e della femmina dalla biologia, rimettendola alle scelte soggettive arbitrarie e vaghe che dovrebbero essere effettuate dagli stessi bambini. La via per questo ulteriore passaggio è la liberalizzazione della sessualità infantile e preadolescenziale tramite modalità di c.d. educazione sessuale, dirette addirittura all’anticipazione della fruizione della sessualità da parte dei bambini, sul rilievo che i divieti tradizionali sarebbero espressione di un autoritarismo repressivo che conculcherebbe ingiustamente l’espansione della libertà infantile.

10. I rischi di incontro tra la pseudo-educazione sessuale e la soddisfazione delle tendenze pedofiliache degli adulti. I segnali culturali circa il rischio di incontro delle tendenze pedofiliache con le nuove modalità di educazione sessuale infantile sono evidenti. Quel passaggio che Jean Paul Sartre e i suoi numerosi compagni di cultura strutturalista volevano attuare attraverso la revisione delle leggi penali rischia oggi di attuarsi attraverso la via della liberalizzazione della sessualità infantile, ricomprendente anche i rapporti con gli adulti, rapporti che si rappresentano falsamente come non violenti, ma che sarebbero realizzati in conseguenza della libera autodeterminazione infantile, finalmente liberata dall’oppressione familiare. Siamo forse di fronte alla creazione dell’ennesima generazione di diritti? I diritti alla libera fruizione della sessualità, anche con gli adulti, da parte dei bambini e degli adolescenti? Per questa via, come sopra accennato, la pretesa degli adulti con tendenze pedofiliache alla liberalizzazione dei rapporti dovrebbe scolorarsi della sua evidente perversità per effetto della valorizzazione della libertà sessuale – che integrerebbe veri diritti – dei bambini.

11. Linee per la prevenzione. Vanno tenute in considerazione, in una prospettiva preventiva, i seguenti punti. Anzitutto, il moltiplicarsi di tendenze pedofiliache nell’ambito sociale, nonché la pandemica diffusione via internet di violenze sui bambini. In secondo luogo, va prestata attenzione alla via perseguita con scaltrezza nel tempo dalla cultura che predica la liberalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti e minori.

12. Conclusione. Il moltiplicarsi di tendenze e di atti illeciti rinvia al carattere processuale della Rivoluzione sessuale, che va considerata nelle sue caratteristiche dissolutive tanto sul piano storico e sociale quanto sul piano dell’esistenza personale. La disordinazione della sessualità umana si inserisce in un processo di desacralizzazione della vita e delle fonti della vita capace di condurre alle più orrende profanazioni dell’anima e del corpo della vittima, ma anche del suo carnefice. Questo processo ha un ritmo sociale e un ritmo esistenziale che si alimentano reciprocamente verso l’assolutizzazione dell’egocentrismo dell’io sino alla distruzione dello stesso corpo della vittima.

Uno sguardo attento alla strategia delle forze oscure che vogliono l’annichilimento della persona umana deve renderci attenti alle forme di pseudo-educazione sessuale che sono dirette a favorire esperienze sessuali dei bambini ancora prima della pubertà. Si prepara in questo modo ‘dolcemente’ il terreno per l’abbassamento della soglia di età sotto la quale gli atti sessuali sono vietati. La liberazione sessuale dei bambini e dei pre-adolescenti è destinata, come sopra accennato, attraverso abili campagne mediatiche, alla rivendicazione dei diritti dei minori alla sessualità, anche con gli adulti, purché consenzienti.

I risultati che le forze oscure mirano a conseguire sono esattamente gli stessi che gli intellettuali strutturalisti – in realtà destrutturatori delle strutture che fanno crescere l’umanità dell’uomo e della donna – avevano indicato negli anni ’70 come meta di una società compiutamente liberata. La via per la liberalizzazione della pedofilia è la rivendicazione dei diritti alla sessualità dei minori, indiscriminatamente lasciata a un falso simulacro dell’autodeterminazione, perché la scelta è espressa da un soggetto immaturo e per di più soggiogato dall’impostura di una iniziazione sessuale impartita autoritariamente nelle scuole.

Mauro Ronco

Pubblicato su Centro Studi Rosario Livatino ( CLICCA QUI )

 

About Author