L’attacco esplicito, diretto ed inedito (almeno da quando in Italia esiste la Democrazia) della Presidente Meloni contro il Presidente della Conferenza dei Vescovi Matteo Zuppi fa capire meglio come ragiona la Destra italiana a proposito del rapporto tra sfera del potere politico e Chiesa Cattolica.

Nella visione della Destra, il ruolo dei cattolici, dei loro movimenti e delle loro gerarchie è importante solo se e quando accetti di essere supporto alla cifra identitaria della sua proposta: “Dio, Patria e Famiglia”, come si proclamava un tempo. La Destra vorrebbe, insomma, tanti Kirill, disposti a fare in Italia ciò che il Patriarca Ortodosso di Mosca (con gran parte della sua gerarchia) sta facendo a supporto del regime putiniano. Ringraziando Dio, la Chiesa Italiana avrà tanti e gravi problemi, ma non offre al Potere – a nessun Potere – questa opportunità.

Forse, la Presidente Meloni dovrebbe rileggersi qualche testo conciliare invece che evocare – di fronte alle critiche della CEI verso alcune sue politiche e proposte di Riforma – addirittura i “rapporti tra Stato Italiano e Vaticano”.
Questa evocazione c’entra assai poco con la libertà dei Vescovi italiani di dire la loro sulle questioni sociali del Paese. E addirittura di lunare infondatezza, su ogni piano, mi è apparso il parallelo che Meloni ha fatto trasparire tra la contestata elezione diretta del Premier e la circostanza che – così ha detto – “non mi sembra che il Vaticano sia una Repubblica Parlamentare”.

Quando qualcuno – compreso il sottoscritto – esprime preoccupazioni serie sulla situazione che si va creando per la nostra Democrazia, non pensa certo che “torni il fascismo”, nonostante le radici antiche del Potere politico attuale siano in quella tragica esperienza storica. Pensa piuttosto che sui “fondamentali” della Democrazia e della sua qualità sostanziale incomincino a scricchiolare le convinzioni, le regole anche non scritte e la coerenza dei comportamenti politici ed istituzionali. In tanti campi. Ora, pare, anche in quello che attiene alla libertà di espressione dei Vescovi.

Lorenzo Dellai

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