Che consolazione leggere Massimo Molteni (CLICCA QUI  e QUI  )! L’autore ha scritto cose molto condivisibili, profonde, ragionevoli e molto ben argomentate. Anche il tono pacato del suo scritto è molto apprezzabile.

Estrapolo i punti salienti del ragionamento di Molteni dai suoi due contributi: «La dimensione personalistica, se messa al centro dell’agire sociale e politico, implica il rispetto della persona, anche quando sbaglia, e pone un limite invalicabile alla invasività dello Stato e di qualsiasi altra entità organizzata»; «È diritto indiscutibile e conquista etica e sociale della cultura occidentale, il pieno rispetto della libertà di cura di ciascuna persona»; «La persona con i suoi diritti, le sue libertà, anche i suoi errori, se è il centro dell’agire politico e sociale, non può essere subordinata a nessuna altra ragione etica superiore, se non per periodi brevi e in situazioni del tutto eccezionali». Pertanto, «Indurre un comportamento sociale, anche virtuoso, comprimendo per legge una libertà personale, non appare metodo corretto e coerente con lo sviluppo di una società responsabile»; «nessuno è autorizzato a limitare il diritto di scelta di un bene, la salute, che è un bene primario della persona ed è indubitabilmente “indisponibile” a qualsiasi altra entità». Di conseguenza, «L’obbligo normativo, per legge, generalizzato e diffuso a tutta la popolazione è invece una opzione assai discutibile e non giustificata per tutti coloro che fondano il loro agire politico e sociale sul concetto di “personalismo”»; «Obbligare alla cura, e il vaccino al di là delle implicazioni epidemiologiche e di salute pubblica che pure ci sono è una “forma di cura”, è possibile solo in condizioni eccezionali e per periodi di tempo molto limitati: non a caso il Trattamento Sanitario Obbligatorio è possibile solo in pochi e ben delimitati casi»; «Ci sono situazioni di salute pubblica – ed è questo il caso – dove è possibile e lecito sospendere temporaneamente la libertà di scelta personale, in alcune particolari situazioni: bene è stato fatto a porre l’obbligo vaccinale per gli operatori socio-sanitari perché la loro funzione e la precarietà della situazione complessiva imponeva una scelta coraggiosa, anche se limitativa della libertà personale»; «Con una copertura vaccinale che si avvicina al traguardo dell’80% della popolazione generale vaccinabile non appare giustificabile un obbligo generalizzato di vaccinazione»; «l’obbligo vaccinale per legge a tutta la popolazione appare una ingiustificata forzatura che non trova sufficienti ragioni emergenziali tali da rendere accettabile una limitazione del diritto di scelta individuale»; «Se il vantaggio per la collettività fosse indubitabile e chiarissimo, non avrei dubbio alcuno: purtroppo anche il soggetto vaccinato può comunque ammalarsi (anche in forma lieve e asintomatica) e quel che è peggio può trasmettere la malattia ad altri (probabilmente meno che i non vaccinati: ma siamo in attesa di prove). Non c’è dunque un vantaggio sociale “erga omnes” dimostrato».

Molteni da un lato afferma con estrema decisione che il rispetto della persona e delle sue scelte è “invalicabile” ma dall’altro ammette che “in condizioni eccezionali e per periodi di tempo molto limitati” sia lecito da parte dello Stato “obbligare alla cura” alcune categorie di persone (non certo tutte, a suo dire) e distingue fattispecie di applicabilità di tale eccezione (sembra di capire che sia favorevole a impedire l’accesso di persone non vaccinate ad eventi sociali ma non altrettanto ai viaggi con mezzi di trasporto a lunga percorrenza e alle iniziative di ripresa economica).

Il pensiero di Molteni è allineato a quello del gruppo di bioetica della CEI che ha pubblicato una nota sulla valutazione etica dei vaccini anti-COVI-19 (https://bit.ly/3yTXmjR). Dopo una serie di considerazioni ben argomentate, all’inizio del punto 14 si legge che “ … la somministrazione dovrebbe essere facoltativa” “in quanto [al 20 aprile 2021, ndr] non si è ancora in grado di dire con definitiva certezza: se possano verificarsi altri eventi avversi rispetto a quelli già noti; se il vaccino protegga solo dalle manifestazioni cliniche dovute all’infezione o anche dall’infezione stessa e dunque se vi sia il rischio di trasmissione; quale sia la durata della protezione e se sia necessario ripetere la vaccinazione a distanza di tempo]. Però, proseguendo la lettura si trova che: “Certo, come ha recentemente sottolineato anche il Comitato Nazionale per la Bioetica ( CLICCA QUI , ndr), la libera decisione di vaccinarsi è una scelta di responsabilità non solamente verso se stessi ma anche verso la società. Pertanto, qualora sussistesse un grave pericolo per la società, dovuto al diffondersi della pandemia, e non ci fosse altro modo per debellarla, le particolari circostanze potrebbero giustificare l’obbligo di vaccinazione, quantomeno per le categorie più a rischio”. Insomma, anche qui, grazie ad un sapiente uso dei condizionali, dapprima si esclude poi si ammette la liceità dell’obbligo vaccinale, almeno per alcune categorie.

Più prudenti, invece, il Presidente Mattarella che si è spinto (senza però oltrepassarlo, CLICCA QUI ) fino all’ultimo millimetro prima di dichiararsi favorevole all’imposizione generale ope legis della vaccinazione anti-COVI-19; e il Papa Francesco, che è autorità morale ma non scientifica. Ambedue, da quello che mi consta, hanno evitato di indicare eccezioni alle garanzie del “personalismo” pur parlando a più riprese e con estrema determinazione di dovere civico e morale di vaccinarsi.

A mio avviso, nel contesto delle vaccinazioni anti-COVI-19 come in altri, è fondamentale ricordare che la salute (che presuppone la vita …) ha una duplice valenza, personale e collettiva. Ogni persona, proprio perché entità relazionale, non può pretendere di considerare la propria salute un bene esclusivamente proprio su cui accampare solo diritti ma ha il dovere di riconoscerne l’interesse sociale. È anche interesse della collettività, non solo suo, che lui/lei stia bene! Pertanto, se una persona mette a repentaglio la salute propria o di altri lede l’interesse della collettività. Lo Stato può emanare disposizioni di legge che obblighino le persone a sottoporsi a certi trattamenti sanitari ma, in questo, non può superare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Quanto appena detto si ricava dall’art. 32 della Costituzione. Può forse essere utile ricordare che esso fu scritto quando divennero noti a tutti gli esperimenti dei medici nazisti nei campi di sterminio. Quei sadici individui soddisfecero le loro perversioni mascherandole come contributi per il progresso della medicina ottenuti – a loro dire – su sub-umani a vantaggio degli ariani. È molto probabile che i padri costituenti avessero soprattutto questo in mente quando decisero di aggiungere l’ultimo comma come definitivo deterrente per il ripetersi di quelle barbarie. Quanto appena detto, ovviamente, non esclude la validità e l’opportunità di quella saggia aggiunta ma può favorirne una comprensione più ampia e circostanziata.

In Italia sono previste a tutt’oggi 10 vaccinazioni obbligatorie per persone da 0 a 16 anni ( CLICCA ); è proibito nei locali chiusi il fumo di sigaretta per l’evidenza scientifica che anche il cosiddetto “fumo passivo” nuoce alla salute ( CLICCA QUI e QUI ); sono obbligatorie le cinture di sicurezza durante la guida; è previsto in determinate circostanze il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) ( CLICCA QUI ). Sono leggi che non hanno sollevato uno scalpore paragonabile all’attuale: il popolo italiano le ha accettate con sostanziale senso di responsabilità forse anche perché il battage individualista era lontano dalle esasperazioni attuali. Attualmente, invece, ci si trova a dover fare i conti con una minoranza spesso aggressiva, disinformata, non poche volte violenta, sodale con la Destra e l’ultra-Destra italiana ed europea, che rifiuta l’evidenza dei fatti e si arrocca su un concetto di libertà totalmente frainteso al fine di opporsi alla pratica vaccinale.

Uno dei cavalli di battaglia dell’arcipelago NO-AX è che i vaccini non sono efficaci al 100%. Qui trovo un delicatissimo punto di potenziale saldatura fra il pensiero di Molteni (convintamente e lodevolmente PRO-VAX) e quello dei reticenti al vaccino. “Se il vantaggio per la collettività fosse indubitabile e chiarissimo …” (vedi sopra).

Orbene, se la materia in oggetto fosse un teorema matematico si potrebbe pretendere un’evidenza del 100% di correttezza. Ma la medicina non rientra in questa fattispecie. Quand’anche un farmaco avesse un’efficacia dimostrata del 99,99% chi si arrischierebbe a firmare una garanzia scritta in cui si assicuri a un paziente che non ricadrà nello 0,1% di non responder? Eppure, quel farmaco sarà correttamente commercializzato (se le sue reazioni avverse lo consentiranno) perché il rapporto rischio/beneficio sarà schiacciante nel favorirne l’approvazione. Se si perdono queste considerazioni si rischia di apparentare l’arte della medicina ai teoremi della matematica! Anche le vaccinazioni obbligatorie, il divieto del fumo, i provvedimenti di TSO sono stati approvati grazie a valutazioni statistico-probabilistiche che non vantano una certezza assoluta in sé e tantomeno per il singolo. Infatti, chi non conosce un vecchio che si vanti di aver raggiunto i 90 anni nonostante abbia fumato sigarette senza remore? Chi potrebbe scommettere che senza cinture di sicurezza si muore sempre in caso di incidente stradale? Si sa invece che, statisticamente, si muore di più e ci si fa male di più se non le si indossa. Non solo: può ben succedere che un paziente psichiatrico, costretto al ricovero con TSO, cada in corsia e si procuri un’emorragia cerebrale fatale; o che uno sterno porotico si fratturi durante una brusca frenata a causa dell’impatto con la cintura. Ancora una volta: il rischio 0 e l’efficacia del 100% e per tutti non esistono in medicina: è stato per l’importanza statistica, per la probabilità delle ripercussioni sulla collettività che si è ravvisata l’opportunità di contemplare prescrizioni obbligatorie nel campo della salute e non perché ne fosse stato acclarato il “vantaggio erga omnes”! Nessuno si sogna di sostenere che i vaccini siano “la pozione magica” che salva la vita a tutti. Peraltro, occorre chiarire che ciò che uccide il COVI-19 non è il vaccino: sono gli anticorpi propri che i vaccinati sviluppano grazie al vaccino a neutralizzare il SARS-CoV-2! I vaccini non sono, quindi, una cura in sé (nell’accezione comune del termine) bensì potenziano e rendono specifica l’immunità “naturale” dei vaccinati.

Si pensi ora a uno Stato che – nella previsione di un attacco – richiami i propri soldati e li ammassi nei pressi e a difesa dei propri confini dando loro istruzioni precisissime su come neutralizzare il nemico. Basterà questo ad evitare l’invasione e la distruzione della Patria? Quasi sempre sì, qualche volta no. I casi di insuccesso potrebbero giustificare l’attesa inerme dell’assalto e il non richiamo dei riservisti da parte dello Stato in pericolo? Basta il buon senso, a mio avviso, per rispondere “no”. Se si desse ascolto ai sostenitori del “sì” o si desse loro facoltà di sottrarsi alla difesa il rischio, la probabilità di soccombere come singoli e come popolo all’invasione nemica sarebbero molto, molto più alti. Anche se nessuno potrebbe affermare che si soccomberebbe con certezza assoluta. En passant, il codice militare penale di guerra irroga la pena massima (per fortuna non più la fucilazione) in casi di diserzione …

Contrariamente a quanto affermato dai NO-VAX, è la tumultuosa circolazione del COVID-19 (e non i vaccini!!) a favorirne le mutazioni. Quanti morti per la variante Delta, emersa in India e trasmessasi in tutto il mondo! Le drammatiche disuguaglianze per l’accesso al vaccino, l’irriducibilità cinica delle multinazionali farmaceutiche che continuano a perseguire spregiudicate logiche di profitti immensi rendono verosimile che nuove varianti emergeranno nei paesi poveri e non vaccinati. Mentre la ricerca di alternative terapeutiche al vaccino (cioè di antivirali diretti e specifici o quant’altro di documentatamente efficace si produrrà) andrà avanti, mentre i vaccini saranno perfezionati e “ritoccati” secondo necessità, l’Italia deve essere pronta per tempo per le sfide del futuro. Il 20% della sua popolazione non è vaccinata, in gran parte perché rifiuta di vaccinarsi: troppo, probabilmente, per reggere il colpo di varianti pericolose che è realistico (non sensazionalistico) attendersi che nasceranno e si diffonderanno da dove le popolazioni hanno un tasso vaccinale bassissimo.

Come considerare questi concittadini che non vogliono vaccinarsi? A mio avviso essi – per paura ingestibile, per debolezza, per disinformazione, per plagio subìto, loro malgrado – agiscono comportamenti lesivi della collettività. In modo che volentieri consento sia preterintenzionale: magari sono convinti di farci un favore e non si rendono conto che è proprio il contrario. Purché non ricorrano alla violenza (ma c’è una crescente preoccupazione per questo) essi non sono dei delinquenti; meritano comprensione. La campagna di informazione, di sensibilizzazione e di motivazione in atto nei loro confronti è ferma ma educata. In concreto, come comportarsi con loro?

È bellissimo il richiamo di Molteni, indiretto ma inequivocabile, a brani evangelici (ad es. Lc 6, 27-38):27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. 29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. 31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 36Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 37Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

San Paolo, nella Lettera ai Romani (Rm 14 – 15,1) deve affrontare anche la disputa interna aizzata da convertiti provenienti dall’ebraismo. L’Apostolo esorta: “… Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi”.

Quanto sopra può essere una guida per i cristiani di INSIEME per ciò che attiene alla loro sfera privata di relazione con persone NO-VAX. Alcuni passi dell’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco (cap. 17, paragrafi 241-254 CLICCA QUI ) forniscono invece indicazioni che potrebbero essere utili alla politica: “… 241 Non si tratta di proporre un perdono rinunciando ai propri diritti davanti a un potente corrotto, a un criminale o a qualcuno che degrada la nostra dignità. Siamo chiamati ad amare tutti, senza eccezioni, però amare un oppressore non significa consentire che continui ad essere tale; e neppure fargli pensare che ciò che fa è accettabile. Al contrario, il modo buono di amarlo è cercare in vari modi di farlo smettere di opprimere, è togliergli quel potere che non sa usare e che lo deforma come essere umano. Perdonare non vuol dire permettere che continuino a calpestare la dignità propria e altrui, o lasciare che un criminale continui a delinquere. Chi patisce ingiustizia deve difendere con forza i diritti suoi e della sua famiglia, proprio perché deve custodire la dignità che gli è stata data, una dignità che Dio ama. Se un delinquente ha fatto del male a me o a uno dei miei cari, nulla mi vieta di esigere giustizia e di adoperarmi affinché quella persona – o qualunque altra – non mi danneggi di nuovo né faccia lo stesso contro altri. Mi spetta farlo, e il perdono non solo non annulla questa necessità bensì la richiede. …”. Credo che Jorge Bergoglio conosca bene il personalismo e ne tenga conto.

L’ho scritto e lo ripeto: chi non si vaccina, a mio avviso, merita comunque il rispetto e la comprensione dovuti ad ogni essere umano. Questo non toglie che, sempre secondo il mio parere, il suo comportamento rappresenta un pericolo per l’interesse della collettività in base a considerazioni statistico-probabilistiche ormai già documentate che non si può pretendere raggiungano certezze assolute.

Come ho già avuto modo di segnalare, le attuali conclusioni della medicina basata sull’evidenza (UpToDate: revisione della letteratura aggiornata al 31.08.2021; testo rivisto il 01.09.2021, consultato in data 09.09.2021 CLICCA QUI) sono che “la vaccinazione riduce l’infezione sia asintomatica che sintomatica e quindi la trasmissione” anche se solo per la variante Delta è ancora “incerta la misura in cui la vaccinazione riduce la trasmissione”. I dati italiani sulle infezioni, sull’ingresso in ospedale e sulla mortalità pubblicati dall’ISS sono inequivocabili.

Diversamente da Massimo Molteni ritengo che nel contesto della attuale pandemia, tenendo ben presente quanto sopra ho argomentato, già ora si possano ritenere esistenti quelle “condizioni eccezionali” [dati Worldometer consultato il 09.09.2021 alle ore 14.58 ( CLICCA QUI ) : 223.578.963 milioni di casi e 4.612.926 milioni di decessi nel mondo; Ministero della Salute (CLICCA QUI ) dati consultati alle ore 12.41 del 09.09.2021: 4.585.423 casi e 129.707 decessi], quelle evidenze e quelle garanzie statistico-probabilistiche che giustificano “per periodi di tempo molto limitati” (il tempo necessario al contenimento della pandemia nel mondo, certo non solo dell’Italia giacché siamo in relazione anche sanitaria con l’intero pianeta!!) l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione. Attendo con ansia la delibera dell’AIFA circa la vaccinazione dei bambini dagli 11-12 anni: se sarà positiva, raccomanderò la vaccinazione ai miei nipotini.

La strategia del GREEN PASS provoca il livore di Giorgia Meloni perché renderebbe la vita impossibile a quanti non vogliono vaccinarsi, giustamente convinti che il vaccino sia inefficace (dichiarazione al Telegiornale RAI in data 09.09.2021). Su Salvini, neo Giano-bifronte, non saprei cosa dire perché non riesco a star dietro al suo pensiero ondivago.

Sono disposto ad ammettere che il GREEN PASS configuri un “obbligo mascherato” alla vaccinazione, ma è un buon compromesso fra protezione della collettività e attuale libertà decisionale. In attesa che siano sciolte tutte le riserve, anche quelle avanzate da Massimo Molteni, per generalizzare l’obbligo vaccinale: come per l’anti-epatite B per i nostri ragazzi.

Roberto Leonardi 

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