“Politica Insieme” torna a Milano dopo l’incontro che, lo scorso anno, tenemmo in Via Tadino, nel giorno centenario dell’ appello ai “Liberi e forti”. Ora a Palazzo Marino, avviamo collegialmente la costruzione di progetti operativi sulla scorta del Manifesto sottoscritto congiuntamente a Rete Bianca e Costruire Insieme.
La nostra esperienza è una scommessa tutta da giocare. Una realtà che cresce, ma ancora minuscola, almeno se rapportata al l’ambizione da cui nasce.
Quel che permette di investire sulle proprie potenzialità è, anzitutto, la consapevolezza dei propri limiti.
E noi li conosciamo. Eppure, il fatto di avviare da Milano anche la seconda fase, quella programmatica del nostro lavoro ha un suo valore simbolico.
Milano è importante nella storia della cultura e dell’ azione politica dei cattolici democratici e popolari. Come, del resto, da Milano hanno preso il via, anche ben oltre il nostro mondo, le forze ed i processi politici che, ieri ed ai giorni nostri, piu’ profondamente hanno segnato la storia del nostro Paese.
Pochi lo sanno, ma la stessa Democrazia Cristiana è nata a Milano. Un anno prima che De Gasperi pubblicasse le sue “Idee ricostruttive”, il 29 settembre 1942, in casa Falck, vecchi popolari e giovani cattolici siglarono i dodici punti della “Carta di Milano”, la prima traccia dell’identità’ politica e programmatica del partito che nasceva. C’erano De Gasperi, Meda, Jacini, Gronchi, Grandi e, tra i giovani, Edoardo Clerici e Giuseppe Brusasca che poi rappresentera’ la DC nel CLN dell’ Alta Italia.
A Milano – giusto a Palazzo Marino – nel gennaio ‘61 – quando “Albertino” Marcora è segretario provinciale della Democrazia Cristiana – nasce la prima esperienza di centro-sinistra. Ed ancora, nel luglio ‘75, con la sua seconda Giunta Regionale – la cosidetta “Giunta aperta” – Cesare Golfari, con un anno d’anticipo rispetto a Roma – muove i primi passi della politica di “solidarietà nazionale”.
Domani si vota in Emilia-Romagna e, nelle ultime settimane, in ogni talk-show, autorevoli esponenti del PD si sono affannati a spiegare come la loro Regione sia il nuovo Eden e come non vi siano state, nel nostro Paese, politiche riformatrici avanzate ed innovative, intelligenti ed efficaci che non abbiano avuto avvio se non tra il verde Appenmino tosco-emiliano e le solatie spiagge adriatiche.
Anche a loro, vorremmo sommessamente ricordare – giusto al ricorrere del cinquantesimo anniversario della nascita delle Regioni a Statuto ordinario – che il primo regionalismo lombardo, da Piero Bassetti, a Cesare Golfari, a Giuseppe Guzzetti, da Bruno Tabacci a Giuseppe Giovenzana, non si è fatto mancare nulla in quanto a qualità della classe dirigente.
Oggi, anche da Milano, dopo averlo scritto nel Manifesto, diciamo che l’autonomia che rivendichiamo all’impegno politico dei cattolici nel nostro Paese – dopo quasi trent’anni di sostanziale dipendenza dalla destra o dalla sinistra – non rappresenta, in nessun modo, un arroccamento su posizioni autoreferenziali.
Al contrario, vuole sottolineare quella peculiarità ideale e programmatica con cui vogliamo liberamente e laicamente concorrere alla vita civile e democratica della comunità nazionale. Secondo metodi e criteri di quella cultura della “coalizione” che abbiamo appreso da De Gasperi e che, a nostro avviso, torna ad essere una risorsa importante per il nostro sistema politico-istituzionale.
Domenico Galbiati