Per risalire alle origini di internet dobbiamo fare un salto indietro nella Storia e tornare a fine anni ’50, in piena “guerra fredda”, durante la quale le due grandi potenze di allora, ossia Stati Uniti e Unione Sovietica, si sfidavano non soltanto con una affannosa corsa agli armamenti, e combattendosi indirettamente in guerre senza speranza, prima in Corea e poi in Vietnam, ma cercavano di dimostrare la propria superiorità rispetto all’avversario anche in ambito scientifico, soprattutto nella corsa alla conquista dello spazio.
In quest’ambito la prima data fondamentale è quella del 4 ottobre 1957, data in cui l’Unione Sovietica lancia con successo lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale a essere messo in orbita attorno alla Terra. Questa data segna ufficialmente l’inizio della corsa alla conquista dello spazio.
Nell’Unione Sovietica il pubblico segue con grande interesse il lancio e il seguente programma di esplorazione spaziale.
Per una nazione che si stava riprendendo dalla devastazione della guerra diventa molto importante e di grande incoraggiamento vedere la prova dei progressi tecnici della nuova epoca.
In risposta allo Sputnik, gli Stati Uniti fanno degli sforzi enormi per recuperare questa superiorità tecnologica, tra cui il rinnovamento dei programmi scolastici. In realtà il successo dello Sputnik provoca negli ambienti militari, scientifici e politici ma anche nell’opinione pubblica degli Stati Uniti un vero e proprio shock, che sarà superato solo nel luglio del 1969 con lo sbarco degli astronauti americani sulla Luna.
Il Congresso degli Stati Uniti, allarmato dai successi sovietici, fa pressione sul presidente Dwight D. Eisenhower e sul suo entourage, affinché ci sia una risposta immediata.
L’amministrazione Eisenhower giunge così alla decisione, nel luglio del 1958, di riunire programmi e risorse sotto una nuova Agenzia federale per le attività spaziali civili, la “National Aeronautics and Space Administration” (N.A.S.A.) che incorpora la NACA (National Advisory Committee for Aeronautics ) e alcuni settori di ricerca delle forze armate, tra cui il gruppo di lavoro per la ricerca in campo aeronautico, diretto da Von Braun, che conta circa 5.000 addetti. La nuova Agenzia federale inizia le sue attività nell’ottobre del 1958. Il suo primo amministratore diventa Thomas Keith Glennan e Von Braun, grande scienziato esperto di missilistica che aveva lavorato per il Terzo Reich, assume la direzione di tutte le attività tecniche e scientifiche.
Prima di ciò nel febbraio 1958, Eisenhower, sempre sull’onda della crisi dello Sputnik, aveva deciso di istituire l’A.R.P.A. (Advanced Research Project Agency – Agenzia per la Ricerca di Progetti Avanzati), successivamente ridenominata in D.A.R.P.A (Defense Advanced Research Projects Agency), agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti il cui compito sarebbe stato quello di stimolare e finanziare la ricerca in quei settori che avrebbero potuto avere una ricaduta in campo militare.
Con la nascita della NASA, l’ARPA deve cedere ad essa tutti i progetti in campo aerospaziale ed i relativi finanziamenti, provvedendo a dirottare i suoi sforzi su altri settori, tra i quali quello informatico, un settore all’epoca ancora agli albori.
Per poter meglio coordinare i progetti scientifici e quindi guadagnare vantaggio sull’Unione Sovietica per quanto riguarda la ricerca, l’Agenzia ha il compito preciso di organizzare i progetti di ricerca, coordinando tutti gli sforzi in campo militare, industriale e accademico.
A questo scopo diventa di cruciale importanza riuscire a collegare in rete i computer di tutti gli enti impegnati nei lavori di ricerca.
Uno dei progetti per cui l’ARPA ottiene i finanziamenti è proprio quello per mettere a punto un sistema di comunicazione “senza fili” tra computer distanti anche migliaia di chilometri. Lo scopo, viene ufficialmente detto, è quello di creare una rete dei calcolatori utilizzati dalle forze armate statunitensi, in grado di sopravvivere anche ad un eventuale attacco nucleare sovietico.
Nel 1962 l’informatico e psicologo J. C. R. Licklider assume l’incarico di direttore della sezione informatica presso l’ARPA. Egli ha già un’idea concreta per un network, un progetto visionario che entusiasma i pionieri dell’informatica Robert Taylor e Ivan Sutherland. Entrambi si impegnano da allora sullo studio di una rete decentralizzata (Licklider lascia l’ARPA e quindi il progetto già nel 1964).
L’idea fondamentale di J. C. R. Licklider si manifesta inizialmente nella sua visione di un Intergalactic Computer Network: ossia sviluppare una rete che potesse funzionare indipendentemente dal luogo in cui fosse situato il computer, dal sistema utilizzato, e, idealmente, persino dalle conoscenze informatiche dell’utente. L’idea originaria di Liclider era quella di creare delle librerie virtuali che fossero consultabili da chiunque in qualsiasi parte del mondo si trovasse.
All’interno di un tale network, ogni partecipante (e ciò valeva sia per gli utenti umani che per le macchine utilizzate) deve poter comunicare con tutti gli altri. A tal fine si rendono naturalmente necessari dei nodi, ma non esiste alcun punto centrale dal quale i dati vengano distribuiti.
In questo contesto determinante è il contributo di Paul Baran, ingegnere polacco naturalizzato statunitense, e di Donald Davies, scienziato informatico gallese, che realizzano tra il 1958 e il 1959 il primo lavoro di ricerca scientifica sulle reti di trasmissione dati inspirandosi alla rete più complessa in assoluto, il cervello umano, ed elaborando per primi la teoria di una rete innovativa che non richiede l’utilizzo di switch centralizzati, permettendo il funzionamento della stessa, anche se alcuni nodi fossero stati distrutti dai bombardamenti. Quest’idea è la base delle reti a commutazione di pacchetto odierne.
Con l’uscita di Licklider il progetto subisce un notevole rallentamento, anche per mancanza di adeguate risorse finanziarie.
Nel 1965 però l’ARPA comincia ad avere dei seri problemi di gestione: i diversi computer sparsi nelle varie sedi, a cominciare dal Pentagono, non possono parlarsi: non avrebbero potuto farlo nemmeno se fossero stati nella stessa stanza. Scambiare file fra loro è quasi impossibile, per via dei formati di archiviazione completamente diversi (e proprietari) che ognuno di essi usa, quindi è necessario molto tempo e molto lavoro per passare dati fra i vari computer, per non parlare dello sforzo necessario per portare e adattare i programmi da un calcolatore all’altro.
Per questo Robert Taylor, nel frattempo divenuto direttore della divisione informatica dell’ARPA, affronta il problema in modo radicale.
Inizia a fare pressione su Charlie Hertzfeld, direttore generale dell’ARPA, e nella primavera del 1966 ottiene finalmente uno stanziamento straordinario di un milione di dollari per il progetto ARPAnet.
Grazie a questo finanziamento aumenta notevolmente il tempo e il numero di ricercatori dedicati al progetto, e si arriva così a mettere a punto nell’autunno del 1969 un sistema di comunicazione a distanza fra i computer.
La storia di Internet inizia quindi più di 50 anni fa quando, grazie anche alla teoria della commutazione a pacchetti del professor Leonard Kleinrock, che aveva implementato i lavori di Baran e Davies, alle 22:30 del 29 ottobre 1969 il dottorando in informatica Charles Kline invia un messaggio da un computer dell’Università della California di Los Angeles (UCLA) a un computer dello Stanford Research Institute, a oltre 500 km di distanza.
All’inizio l’ARPAnet comprende soltanto due nodi, il computer di UCLA e quello di Stanford.
Più tardi se ne aggiungono altri: l’Università della California a Santa Barbara e quella dello Utah, a Salt Lake City.
Nel 1972 Ray Tomlison crea il primo programma di posta elettronica, che consente agli utenti di ARPAnet di scambiarsi messaggi utilizzando la chiocciola @ con il significato di “presso”.
Nel 1973 i collegamenti da computer a computer superano i confini USA raggiungendo Gran Bretagna e Norvegia, si connettono infatti via satellite il Norwegian Seismic Array di Kjeller, vicino a Oslo e l’University College London. E, via via, la rete si allargherà a macchia d’olio.
Nel 1974 gli informatici Vint Cerf e Bob Kahn creano i protocolli Transmission Control Protocol (TCP) e l’Internet Protocol (IP) che definiscono le regole per trasferire pacchetti di dati.
Nel 1983 ARPAnet adotta questi protocolli, segnando di fatto la nascita di Internet come lo conosciamo oggi.
Nel 1983 il Dipartimento della Difesa statunitense, preoccupato per possibili buchi nella sicurezza, crea MILNET, per scopi unicamente militari.
ARPA-INTERNET viene separata e diventa rete esclusivamente dedicata alla ricerca.
Nel 1986 la «National Science Foundation» americana crea la rete NSFNET per collegare le università americane ai propri supercalcolatori e raccordarle con ARPANET. Nel 1988 inizia a usare come sua dorsale ARPANET.
Nel 1990 ARPANET, ormai obsoleta, viene smantellata.
La NSF viene incaricata dal governo statunitense di amministrare l’intera rete accademica negli USA.
Con gli anni si passa via via alla privatizzazione di Internet.
Nel 1995, NSFNET viene chiusa e la privatizzazione prende il sopravvento. Gli anni Novanta vedono il proliferare dei service provider privati.
Tutto ciò però è stato possibile grazie al progetto originario di ARPAnet, decentralizzato e basato su protocolli di comunicazione aperti.
Fin qui l’evoluzione di internet al quale manca ancora un elemento essenziale rispetto a come lo conosciamo oggi, il “web”.
I termini “internet” e “web” che usiamo infatti in maniera indifferente normalmente, non sono la stessa cosa.
La rete internet è l’infrastruttura tecnologica dove viaggiano i dati.
Può essere immaginata come una specie di ferrovia digitale, con i propri binari (canali), stazioni (server) e regole (protocolli).
Il web, o meglio il world wide web, è uno dei servizi internet che permette il trasferimento e la visualizzazione dei dati, sotto forma di ipertesto. Tutto ciò che normalmente vediamo sul nostro browser, ma non è internet è il servizio di internet che viene maggiormente utilizzato.
Oltre al web esistono altri servizi internet come la posta elettronica, i newsgroups, i trasferimenti FTP,…etc.
La vera rivoluzione di internet arriva infatti nel 1991 con la nascita del World Wide Web, o semplicemente web, ideato nel 1989 dallo scienziato Tim Lee Berners, e applicato nel 1991 al CERN di Ginevra, dove lo scienziato britannico lavora.
La prima proposta di un sistema ipertestuale si può far risalire agli studi di Vanner Bush del 1945 pubblicati nell’articolo “As We May Think” (Come potremmo pensare), ma la data ufficiale di nascita per il collegamento ipertestuale in rete rimane il 6 agosto del 1991 quando l’inglese Tim Berners-Lee crea il primo sito internet dando vita al World Wide Web.
Nel 1989 Lee comincia a lavorare su un progetto denominato “Enquire” per la condivisione di documenti tra un gruppo di ricercatori che lavorano nello stesso luogo ma su dispositivi diversi. Lee basa il suo progetto sul concetto di “ipertesto”.
Un ipertesto è un insieme di documenti messi in relazione tra loro per mezzo di parole chiave. Può essere visto come una rete; i documenti ne costituiscono i nodi. La caratteristica principale di un ipertesto è che la lettura può svolgersi in maniera non lineare: qualsiasi documento della rete può essere “il successivo”, in base alla scelta del lettore di quale parola chiave usare come collegamento. È possibile, infatti, leggere all’interno di un ipertesto tutti i documenti collegati alla relativa parola chiave marcata. La scelta di una parola chiave diversa porta all’apertura di un documento diverso: all’interno dell’ipertesto sono possibili praticamente infiniti percorsi di lettura.
L’ipertesto informatico è la versione di ipertesto più usata e più diffusa. Il web ha automatizzato il passaggio da un documento all’altro. I documenti sono leggibili a video grazie a un’interfaccia elettronica, le parole chiave in esso contenute appaiono marcate (sottolineate oppure evidenziate) in maniera da renderle riconoscibili (possono apparire anche sotto forma di icona o d’immagine). Selezionando o posizionandosi su tale parola o oggetto e facendo clic con il mouse oppure dando l’invio (se la navigazione è condotta sulla tastiera) si ottiene immediatamente l’apertura di un altro documento, che si può trovare sullo stesso server o altrove. Quindi le parole chiave funzionano come collegamenti ipertestuali (hyperlink in inglese), che consentono all’utente di navigare verso informazioni aggiuntive.
Con la nascita del World Wide Web l’ipertesto ha un notevolissimo sviluppo. Tutto il web, infatti, viene concepito dal suo inventore, come un ipertesto globale in cui tutti i siti mondiali possono essere consultati da tutti. La pagina web è il singolo documento e la “navigazione” è il passaggio da un sito all’altro tramite i “link” (ma anche da una pagina all’altra dello stesso sito o in un’altra parte della stessa pagina). L’interfaccia per visualizzare i siti web (e le pagine ipertestuali contenute) è il browser.
Nel dicembre del 1990 Lee unisce le sue forze con quelle di un altro fisico Robert Cailliau, al quale si deve l’idea di combinare l’ipertesto con Internet per creare le pagine web che tutti conosciamo, in questo modo i ricercatori possono condividere i documenti anche a distanza di migliaia di chilometri.
Il 6 agosto del 1991 viene dunque rilasciata la prima pagina web, ed è la prima pagina scritta in HTML e al suo interno contiene alcuni codici utilizzati ancor oggi.
Negli anni successivi vengono rilasciati nuovi browser ognuno con miglioramenti e differenze:
Line Modern Browser – febbraio del 1992: sviluppato da Lee è il primo browser multipiattaforma
Viola WWW Browser – marzo 1992: è il primo browser popolare nel mondo, ha già al suo interno fogli di stile e linguaggio di scripting, molto tempo prima rispetto a JavaScript e CSS
Mosaic Browser – gennaio 1993: uno fra i più apprezzati browser sviluppato all’università dell’Illinois
Netscape Navigator 1.1 – marzo1995: il primo a introdurre le tabelle in HTML
Internet Explorer 1.1 – agosto 1995: Microsoft decide di lanciare il suo Browser contemporaneamente al suo sistema operativo Windows, ed è l’unico sul quale funziona.
All’inizio del World Wide Web le pagine web sono semplicemente documenti di testo, oggi sono molto più di questo: abbiamo la possibilità di racchiudere in essi applicazioni e molto altro. Questa abilità viene introdotta grazie all’aggiunta di JavaScript e CSS con la seconda versione di Netscape Navigator sviluppata da Brendan Eich.
Piano piano che il sistema internet-web cresce e si sviluppa, fra il 1995-2000, raccoglie maggiori consensi e soprattutto interesse fra i vari gruppi di business, che iniziano a cambiare la loro visione su di esso.
Gli investitori iniziano a comportarsi come tali: valanghe di soldi vengono riversate su qualsiasi progetto relativo al “mondo virtuale” e tutte le aziende che hanno fanno business tramite l’internet-web vedono crescere e moltiplicarsi i loro introiti. Siamo nel periodo del boom di internet che segna la sua crescita commerciale e di utilizzo da parte degli utenti.
Tutti investono sul virtuale, tutti pompano soldi nelle start-up, ma tutti trascurano i modelli di business fondamentali. Si pensa solo a investire e recuperare gli investimenti accresciuti, senza prendere in considerazione gli andamenti dei mercati sui quali le start-up sono impegnate.
Si arriva così all’inevitabile crollo della bolla dot com nel 2001!
Alcune delle aziende di allora però sopravvivono e altre ne nascono, pensiamo a Facebook o a Netflix, e sono qua ancora oggi a scandire il nostro tempo sul web e le nostre azioni.
Con la nascita del web nascono anche i maggiori attori della comunicazione odierna: o social network.
La forma primordiale dei social network può essere considerata il BBS (Bulletin Board System) ovvero un computer che utilizza un software che consente agli utenti di utilizzare funzioni di messaggistica e file sharing centralizzato.
I social diventano popolari fra gli anni 1995-2000 soprattutto grazie ad AOL che ha caratteristiche già simili ai moderni social come i profili utente e i forum.
Solo dal 2002 che inizia la corsa fra i vari attori del mercato per diventare il social più importante.
Nascono siti come Friendster, LinkedIn e myspace, ma sicuramente la palma di chi ha rivoluzionato il mondo social e i suoi aspetti di condivisione, interazione a tutti i livelli, spetta a Facebook.
Facebook riesce a distinguersi dai suoi concorrenti con scelte innovative e una attenta politica rivolta agli utenti e alle loro esigenze e riesce a massimizzare i guadagni di tutto ciò che realizza.
La spinta della condivisione e delle amicizie è fondamentale per far crescere il social e renderlo ciò che è ora.
Abbiamo dunque descritto alcune delle tappe fondamentali della storia dell’internet-web. Ognuna di esse ha contribuito a cambiare il nostro modo di vivere, ma il mondo virtuale è in continua evoluzione. Se ora esiste una tecnologia, uno strumento, una App che la fa da padrone state pur sicuri che prima o poi sarà superata da qualcosa di ancora più innovativo e fantascientifico, perché l’evoluzione continua è connaturata ad esso.
In ogni caso deve andare in ogni caso il nostro più sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto che internet-web fosse un sistema “open source”, pur con tutti i problemi che ciò inevitabilmente comporta, permettendo a tutto il mondo di accedervi gratuitamente, senza questo elemento essenziale il mondo virtuale non avrebbe le caratteristiche attuali.
Fabrizio Manzione