Pubblicato su Quotidiano Sanità a firma Ivan Cavicchi

Con la scusa della semplificazione, senza che Speranza abbia detto una sola parola, ho paura che sia in atto un tentativo di accrescere tout court i profitti della sanità privata ma in ragione di una partita di giro a scapito della sanità pubblica.

Nel mio precedente articolo ho parlato di “futuro contingente” della sanità cioè di un futuro quasi predestinato perché deciso praticamente ex ante dalla politica di Speranza con le sue scelte.Per cultura non sono fatalista e alla predestinazione, quindi alla fatalità, credo poco anzi proprio come Primo Levi sono convinto che l’uomo sia il “fabbro di se stesso”.

Vorrei riflettere su tre cose della sanità che “puzzano” di destino e che sono:

– il decreto per la semplificazione appena approvato dal governo (D.L 21 giugno 2022, n. 73)

– la proposta di una legge quadro per il regionalismo differenziato

– la sentenza del consiglio di Stato che boccia alcune disposizioni contenute nella missione 6 del PNRR

Semplificazione o privatizzazione?

Con la scusa della semplificazione, senza che Speranza abbia detto una sola parola, ho paura che sia in atto un tentativo di accrescere tout court i profitti della sanità privata ma in ragione di una partita di giro a scapito della sanità pubblica

Attualmente l’esenzione Iva per le prestazioni sanitarie è solo per quelle rese dai professionisti sanitari  e dalle strutture pubbliche e convenzionate.

Con il decreto n°73 l’esenzione si estende anche alle strutture private è l’iva viene ridotta dal 22% al 10 %.  Davvero un bello sconto.  E’ indubbio che questo foraggiare il privato con trattamenti fiscali di favore (ricordo che ancora oggi le nostre assicurazioni private ricevono dalla Stato incentivi fiscali che sono stati calcolati nell’ordine di 6 mld) ha un grande costo. Ed è indubbio che il finanziamento di questa strana semplificazione sarà la sanità pubblica a pagarlo.

Il suo costo, come precisa lo stesso decreto, è valutato “in 12,3 milioni di euro per l’anno 2022 e 21 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023”. Si tratta di un costo del tutto inutile e non necessario e se pensiamo ai guai finanziari che aspettano la sanità del tutto insensato. Per foraggiare il privato si provvede nei fatti a ridurre il Fondo per interventi strutturali di politica economica. Mi sembra una follia e una sciocchezza.

Mi chiedo se Speranza è a conoscenza di questa subdola forma di privatizzazione del pubblico e se lo è mi chiedo perché non si è opposto.

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Ivan Cavicchi

 

 

 

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